Se in questi giorni state seguendo i social, la tv, o semplicemente una radio, non potrete non sapere che è uscita la nuova serie firmata da Sidney Sibilia dal titolo “Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La vera storia degli 883″. Composta da 8 puntate, ogni episodio (in onda su Sky e Now) racconta le radici di uno dei gruppi più famosi degli anni ’90 e in pochissimo tempo è diventata la sere più vista degli ultimi anni con ben 8 milioni di visualizzazioni.
Il motivo? Bastano cinque minuti per capire che parla di tutti noi e della nostra gioventù, almeno per i Millennial, perchè rappresenta un perfetto spaccato del finire degli anni ’80 e inizio anni ’90, ambientato a Pavia, che viene inconfondibilmente descritta come una città di provincia, habitat “ideale” per far nascere grandi idee.
La storia ripercorre la conoscenza di Max Pezzali e Mauro Repetto tra i banchi di scuola e le prime scorribande, fino ad arrivare al momento del successo vero e proprio con Hanno ucciso l’Uomo Ragno, l’album d’esordio degli 883.
Da buoni amanti delle auto avremo notato come nella serie vengano raffigurati modelli iconici e perfetti accostati a piccole catastrofi che certe volte tendono ad essere incomprese dai cultori della materia, ma che al tempo stesso rendono maggiormente frizzante la narrazione.
Partiamo prima di tutto dall’iconico FIAT Fiorino prima serie, un blocco di lamiera tipicamente italiano, piombato, nel suo colore blu carta da zucchero. Questo è senza dubbio l’auto che compare più spesso perché è l’unico mezzo di cui dispone Max per andare ovunque fuori Pavia. Il FIAT Fiorino venne acquistato di seconda mano dal padre di Max, che faceva il fioraio e aveva adornato le fiancate con un più che emblematico “Fiori Pezzali”.
Altra grande icona per cui i fan vanno in visibilio è sicuramente la FIAT Panda di Cisco che ritroviamo anche’essa in tutti gli episodi della serie. L’auto usata nelle riprese ha il mitico colore verdino indefinibile, dotata di optional come la radio completa di un paio di casse. Tutto perfetto, se non fosse che quel colore e quella versione è più da anni 2000. La Panda verdina rappresenta la versione Young prodotta dal 1997 in avanti, l’auto quindi non poteva essere di quel colore all’epoca dei fatti narrati, in quanto sarebbe dovuta essere bianca, rossa, blu o nera. Una svista che a qualcuno ha fatto storcere il naso.
A placare gli animi ci pensa lei: sua maestà la Delta Integrale, l’auto di Pierpaolo Pieroni, che è il produttore del primo disco degli 883. Si tratta di un esemplare rosso di inizio anni ’90, una Lancia Delta Evoluzione. L’auto si vede in diverse scene dove si possono apprezzare anche i cerchi in lega grigio scuro, che sono si bellissimi ma assolutamente non originali. Pare che, da voci di corridoio, l’auto appartenga realmente ad un personaggio di Radio Deejay che però vuol restare anonimo.
Altra auto che si vede nel garage di Radio Deejay è la Porsche 911 con al volante un Claudio Cecchetto ansioso di lasciare Milano e partire per il weekend. La 911 in questione è un modello d’epoca e precisamente una Serie II dei primi anni Settanta con il motore 2.7; il colore è uno stupendo blu carta da zucchero.
La Volkswagen Golf cabrio utilizzata da Alessandro, il ragazzo di Silvia, è una prima serie paraurtini con la griglia a doppi fari, il che lo si può ancora perdonare, ma come Max non amava la compagnia del suo proprietario tanto i puristi non amano le spazzole simili aero twin, posizionate al posto di quelle classiche a bacchetta.
Altro furgone che ritroviamo costantemente nella vita di un Max Pezzali ragazzo è sicuramente il FIAT Ducato attrezzato ambulanza, un esemplare davvero in ottimo stato di conservazione che presenta tutte le caratteristiche dell’epoca e che, nel caso del monologo di Cisco riguardante il futuro di Max per accettare il contratto da autista, è in grado di evolversi. Già perchè mentre il proprietario della FIAT Panda racconta a Pezzali cosa potrebbe fare nella vita se accettasse l’agognato contratto a tempo indeterminato si vede un vero FIAT Ducato Ambulanza seconda serie prendere parte alla rappresentazione: un vero colpo di genio.
Ritornando al monologo di Cisco con Pezzali notiamo una parola che è stata utilizzata in maniera corretta, anche se poco compresa in quel periodo: stiamo parlando del monovolume. Questo tipo di auto arrivo nel 1984 con la prima Renault Espace e non fu subito amore, tant’è che per anni gli italiani preferirono la station wagon, invece nel monologo viene utilizzato questo termine che negli anni ’90 ancora era difficile avvicinare al concetto di automobile per famiglie.
A ben guardare tutte le auto presenti nella serie tv, dalle Citroen, alle FIAT, alle Alfa alle Renault sono in grado di far tornare la nostra mente a quegli anni e sono il corollario perfetto alla storia. In particolare alcuni modelli come la Punto GT, la Renault Clio Williams e ancor prima la Uno Turbo e la Peugeot 205 GTI sono facenti parte della storia dell’automobilismo di quegli anni e le troviamo spesso nelle scene, tanto da diventare un secondo e chiaro tributo ai magici anni ’90 e alla band la cui nascita oggi viene raccontata sulle piattaforme di streaming.
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