La Toyota Century, presentata nel novembre del 1967, è diventata una vera istituzione in Giappone, incarnando un concetto di lusso sobrio e riservato per una ristretta cerchia di privilegiati. Nonostante il crescente interesse del Paese verso il mercato estero, questo modello fu pensato esclusivamente per l’ambito domestico, dove si impose rapidamente come vettura simbolo del lusso giapponese.
Gli anni Sessanta furono un periodo decisivo per l’industria automobilistica del Sol Levante e in particolare per la Toyota: la nazione stava acquisendo visibilità internazionale grazie a modelli di successo come la Toyota Corolla del 1966, che nel tempo sarebbe diventata l’auto più venduta al mondo. Tuttavia, mentre i costruttori puntavano a diffondersi globalmente, sul territorio nazionale spopolavano le piccole e ingegnose Kei-car grazie ai benefici fiscali che potevano vantare.
Parallelamente, non mancavano vetture sportive o berline già abbastanza esclusive, ma Toyota con l’intento di imporsi sul mercato come principale costruttore interno aveva in mente qualcosa di più: un’auto che rappresentasse la solidità e la raffinatezza del Giappone. Un’auto per capi di stato, personalità di grande rilevanza arrivando anche a pensare di proporla come auto di stato per la Casa Imperiale giapponese.
Nel segno della tradizione

Basata sulla Toyota Crown Eight del 1964, la prima Century fu disegnata ispirandosi al generale design delle berline statunitensi con linee rette, più pulite e con sotto il cofano installato un V8 3V da 3,298 cc e 150 cavalli, scelta coraggiosa e rara in Giappone che già così faceva ben capire la preziosità della vettura. Il nome scelto non fu casuale: “Century” celebrava il centenario dalla nascita di Sakichi Toyoda, fondatore della casa nato il 14 febbraio 1867. La simbologia che diede forma alla prestigiosa vettura però non finì qui, perché la Century non si fregiò del tipico marchio Toyota, ma ne venne appositamente disegnato uno: si tratta di una fenice d’oro mitologica chiamata Hō’ō oppure Fushichō, simbolo della Casa Imperiale del Giappone.
Inoltre la Toyota Century non era acquistabile presso le concessionarie, ma solamente presso alcune specifiche sedi Toyota; va da se che tutte queste caratteristiche la distinsero come la punta di diamante dell’offerta Toyota.
Gli anni Settanta e Ottanta ed il salto con il V12
Nel corso degli anni Settanta, la Toyota Century conobbe continui sviluppi che ne consolidarono lo status. Nel 1973 la cilindrata passò a 3,4 litri, mentre nel 1978 venne introdotta l’iniezione elettronica, seguita nel 1982 da un ulteriore aumento a 4 litri. Parallelamente, l’abitacolo si arricchì di innovazioni che accentuavano la sua vocazione al comfort, come il climatizzatore automatico (1971) e il cambio automatico (1974). Curiosamente, nel 1975 Toyota presentò anche una sperimentale versione ibrida alimentata da turbina a gas ed elettrico, anticipando di decenni soluzioni che sarebbero diventate fondamentali.

La Century divenne presto l’auto preferita dell’élite giapponese: dai membri della famiglia imperiale ai primi ministri, fino a imprenditori e figure controverse legate alla Yakuza, che ne apprezzavano l’immagine di potere. Esteticamente cambiò poco per oltre trent’anni, segno di una scelta consapevole: mantenere una linea sobria e tradizionale che incarnasse stabilità, riconoscibilità. Nel 1989, Toyota introdusse una variante limousine, ancora più sontuosa e pensata per cerimonie ufficiali o spostamenti istituzionali. Questa coerenza stilistica rafforzò la Century come simbolo nazionale, un’auto che non inseguiva le mode ma incarnava la continuità e il prestigio giapponese.
Con gli anni Novanta, Toyota lanciò il marchio Lexus, destinato a rappresentare il lusso della casa sui mercati globali. In Giappone, tuttavia, la Century continuò ad essere il vertice assoluto della gamma. Nel 1997 arrivò infatti la seconda generazione, che ne modernizzò con discrezione il design mantenendo intatta la sua immagine classica. La novità più clamorosa fu l’introduzione di un motore V12 da 5 litri e 276 CV, unico nel panorama giapponese; per le rare unità esportate, la potenza saliva a 295 CV. Era la prima e unica volta che un costruttore nazionale realizzava un motore dodici cilindri, elevando ulteriormente la Century conferendole un’aura di esclusività senza pari.
La terza generazione ed il SUV

Nel 2018 fece il suo debutto la terza generazione che, pur introducendo un linguaggio stilistico più moderno, contenuti tecnologicamente al passo con i tempi e una continua ricerca del confort più assoluto, la vettura conservò le riconoscibili proporzioni maestose e l’eleganza discreta, rimanendo fedele allo spirito originario. La meccanica invece cambiò profondamente, abbandonando il V12 per un più efficiente V8 da 5 litri, abbinato al sistema ibrido Toyota che portava la potenza complessiva a 425 CV, con consumi sensibilmente ridotti rispetto alle generazioni precedenti. Questa combinazione di prestazioni e sostenibilità dimostrava come anche un simbolo tradizionale potesse adattarsi ai tempi senza perdere identità.
Nel 2023, la gamma si arricchì con una nuova variante SUV dotata di motore ibrido plug-in V6, pensata per rispondere alle tendenze globali del mercato. Tuttavia, Toyota chiarì che la Century berlina non sarebbe stata sostituita, rimanendo il cuore dell’offerta. Oggi la Century rappresenta molto più di un’automobile: è un simbolo nazionale, legato al potere politico, economico e culturale del Giappone. Con la sua unione di lusso, sobrietà e innovazione, continua a incarnare un concetto unico di prestigio, che nessun’altra vettura giapponese è mai riuscita a replicare.
Autore: Federico Signorelli

