Ecologia

Trasporti green: il ruolo del tir elettrico

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Il settore del trasporti è storicamente dominato da veicoli alimentati a combustibili fossili. Negli ultimi anni, però, stiamo assistendo a un cambiamento significativo. Dal suo primo debutto nel mercato globale nel 2017, quando Tesla ha presentato il suo modello Semi, l’adozione del tir elettrico è cresciuta costantemente

A tal punto che questo mezzo ormai è considerato un attore fondamentale della strategia per la transizione ecologica dei trasporti

Vediamo allora il ruolo che ha e che avrà il tir elettrico nella transizione ecologica, raccontando la sua diffusione, esponendo i principali modelli, capendo i suoi limiti e vedendo cosa si sta facendo per superarli. 

La diffusione del tir elettrico nel mondo

Secondo i dati aggiornati a ottobre 2024 dell’IEA, il numero di tir elettrici sulle strade globali ha superato le 50.000 unità, con una crescita del 60% rispetto al 2023.

L’Unione Europea è leader mondiale nell’adozione del tir elettrico, con paesi come la Germania, i Paesi Bassi e la Svezia in prima linea. Si stima che entro la fine del 2024, il 25% delle nuove immatricolazioni di tir in Europa sarà elettrico, sostenuto da incentivi statali e investimenti in infrastrutture di ricarica.

Negli Stati Uniti, soprattutto in California e negli stati del nord-est, l’adozione è spinta da normative ambientali severe e dai progressi tecnologici di aziende come Tesla e Nikola Motors. Attualmente, il 18% delle flotte di grandi operatori logistici statunitensi è composto da tir elettrici o ibridi.

Il governo cinese anche ha promosso fortemente l’uso di veicoli elettrici attraverso sussidi e lo sviluppo di una vasta rete di stazioni di ricarica, rendendo il paese uno dei mercati più grandi al mondo per i tir elettrici. Nel 2024, la Cina ha raggiunto le 20.000 unità di tir elettrici in circolazione, superando gli Stati Uniti.

I principali modelli

Il Tesla Semi è uno dei più iconici. Ha un’autonomia fino a 800 km con una singola ricarica, è equipaggiato con tecnologia avanzata di guida autonoma e ha tempi di ricarica rapidi grazie alla rete Tesla Megacharger.

Il Volvo FH Electric è uno dei più diffusi in Europa, con un’autonomia di circa 300 km e la capacità di gestire carichi pesanti. È pensato principalmente per il trasporto regionale. Rimanendo sempre tra i più diffusi in Europa, abbiamo anche il Mercedes-Benz eActros, progettato per il trasporto urbano e a medio raggio, offre fino a 500 km di autonomia.

Infine il Nikola Tre, focalizzato sul mercato nordamericano, è disponibile sia in versione completamente elettrica che a idrogeno, con autonomie che superano i 600 km.

Limiti attuali del tir elettrico e come superarli

Abbiamo detto che il tir elettrico è sempre più diffuso… ma questo non significa che sia ancora adottato in larga scala. E ciò dipende da alcuni limiti.

Il principale riguarda l’autonomia: il confronto tra i 300/500 km offerti in media non è ancora paragonabile ai 1200 km che può percorrere un tir con un pieno di diesel. 

I tempi di ricarica sono ancora piuttosto lunghi, variando da 1 a 2 ore con le stazioni di ricarica rapida. ​In più la mancanza di una rete capillare di infrastrutture di ricarica rappresenta un ostacolo significativo, non solo per l’adozione in larga scala del tir elettrico, ma per tutte le soluzioni elettriche di mobilità in generale.

Infine, il costo iniziale dei tir elettrici è ancora molto alto. Infatti possono costare anche il 50% in più rispetto ai cugini a diesel. 

Nonostante questi limiti, però, il tir elettrico è una soluzione promettente, su cui letteralmente mezzo mondo sta investendo. Tra incentivi governativi ed evoluzione delle batterie, a mano a mano questi limiti dovrebbero risolversi a catena, dando a questo mezzo definitivamente il ruolo che già si è guadagnato nel settore dei trasporti sostenibili.

Redazione Kilobit

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