Inizio col dire che Montréal è una città bellissima, vera espressione di quel sentimento friendly tipicamente canadese, famoso in tutto il mondo. Un mix di modernità americana e tradizione europea ne fanno la città meno anglosassone del Nord America: posto veramente gradevole, ricco di verde e culture diverse. L’impronta europea, in alcune zone molto forte, in certi momenti fa addirittura dimenticare di trovarsi a più di 6000 km da casa.
Il modo in cui la città ha accolto me e la Formula 1 è stato invece più deludente del previsto, e ha preso alla sprovvista novellini come il sottoscritto catapultati per la prima volta in Quebec e convinti che giugno, in fondo, significhi estate in ogni parte dell’emisfero Nord.
Il freddo, la pioggia e il vento gelido hanno reso un vero inferno il giovedì in pista; stare in pit lane per scovare particolari e novità delle vetture e fare il consueto giro della pista a piedi (accompagnati da Kevin Magnussen, danese, uno che di freddo se ne intende, vista la noncuranza con cui sfoggiava una felpa buona forse le umide notti estive in Liguria) è stata una prova di durezza per un abbigliamento esageratamente estivo per la temperatura di 10 gradi. Pareva di essere ai test invernali, ma quelli di una volta.
Una menzione d’onore va inoltre all’organizzazione del Gran Premio, che mette a disposizione dei media eccellenti e moderne navette per i trasferimenti in circuito salvo poi farle circolare male, davvero male. Attese bibliche ad ogni viaggio, e ad affrontare il traffico dell’ora di punta ci sono autisti gentili ma attempati, troppo rilassati per comprendere che il tragitto da e per il circuito non può trasformarsi due volte al giorno in un’interminabile ora di viaggio per coprire pochi km (6 per l’esattezza).
Per la categoria azione in pista segnalo invece Felipe Massa: disponibile e scherzoso come sempre, mi ha confidato giovedì di essere molto fiducioso per questa gara e puntare a punti importanti. Ieri mattina però appena sceso in pista durante la FP1 è finito contro le barriere in curva 1 distruggendo il posteriore della sua macchina e finendo anzitempo la sessione. Ora, spero di non si sparga la voce che porto sfortuna ai piloti altrimenti addio interviste per il futuro; quelli sono superstiziosi per davvero, roba che non c’è da scherzare su queste cose. I maligni, invece, sussurrano che sia stato uno sfregio che la Martini aveva in serbo contro i cartelloni del nuovo sponsor Heineken presentato ieri. Tema interessante, sicuramente da approfondire. Quel che è certo è che ora c’è un sacco di birra in giro per il paddock per noi giornalisti.
Infine, una nota di merito alla Pirelli, che se la merita. Anche qui ha fatto scelte interessanti, portando le tre mescole più morbide tra quelle disponibili. Si prevedono perciò molte strategie diverse per la gara, e questo non può che essere un bene per lo spettacolo di questa Formula 1, lo si è visto già da queste prime prove di ieri.
Ieri Hamilton davanti a tutti mattina e pomeriggio, Ferrari che è lì ed è riuscita a limitare il distacco.
L’appuntamento è per oggi alle ore 19 italiane per le qualifiche. Stay Tuned!
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