Categorie: Prove su strada

Test – Skoda Citigo

Tempo di lettura: 4 minuti

La Skoda Citygo è una delle dimostrazioni più lampanti del confine fin dove possa spingersi l’economia di scala all’interno di un gruppo automobilistico.

In casa VAG, coi tre marchi Volkswagen, Skoda e Seat il concetto è stato preso veramente sul serio, con il lancio di una famiglia di tre modelli sostanzialmente identici ma associati ai tre diversi marchi: la Volkswagen Up (da noi provata), ‘sorella maggiore’ e prima della classe, come equipaggiamenti ed, ovviamente, anche come prezzi; la Seat Mii, una sorta di via mediana nell’offerta del gruppo tedesco ed, infine, la Skoda Citygo, la più economica delle tre, proposta con un rapporto qualità prezzo che potremmo definire, senza tante remore, un attacco frontale al segmento dell’arcinota Fiat Panda.

Del resto, con le city-car che si atteggiano ormai (quasi) tutte a berlinette di classe, di primo acchito possiamo dire che tra le europee di categoria soltanto, per l’appunto, la Fiat Panda ed, ancor più in basso, la Dacia Sandero, tengano ben ammainata la bandiera della sana e vecchia utilitaria, quella versatile, che abbia un prezzo intelligente e svolga egregiamente il proprio mestiere di portare da A a B in una delle nostre trafficatissime città.

Colpo d’occhio

Dopo aver guidato, dunque, una Volkswagen Up tutto sommato ‘fighetta’ e ‘perfettina’ (con tutte le ovvie conseguenze positive del caso, sia chiaro), testare la sorellina minore Skoda Citygo ci ha trasmesso molta curiosità, soprattutto per coglierne differenze e distacchi che possano giustificare la differenza di prezzo e di posizionamento nel mercato, al di là dell’intrinseco valore del brand Volkswagen rispetto al brand ceco della Skoda. All’esterno, del resto, le differenze tangibili sono risibili: la Citygo ha la tipica calandra del marchio, i fari con un design leggermente diverso, le 5 porte che costringono le portiere ad accompagnare la linea della carrozzeria nella fiancata, ma le differenze finiscono, di fatto, qui. Certo, a colpo d’occhio, l’aria della vetturina ceca è meno estrosa, e la sensazione viene confermata anche all’interno.

Qualche ovvia economia interna

In effetti, basta aprire la portiera per accorgersi che, per ovvi e sacrosanti motivi, il gruppo VAG qui ha voluto risparmiare su qualche copertura, lasciandoci qualche bel lamierato a vista come da miglior tradizione pandiana (in questo, certamente, l’utilitaria del Lingotto non ha molte lezioni da dare) ma, allo stesso tempo, trasmettendo quella sensazione di solidità tipicamente teutonica che anche con la ‘prova del materiale’ (tradotto: qualche colpo assestato sapientemente qua e là sulle plastiche) non delude, dimostrando che, pur lesinando su molti fronzoli, i pezzi sono quelli giusti nel posto giusto. La plancia è minimalista ed essenziale, con un equilibrio gradevole tra i diversi elementi, e una disposizione molto razionale ed efficace: il modello da noi testato disponeva anche del navigatore rimovibile, da posizionare al centro della plancia, che completa la strumentazione con un dettaglio indubbiamente di categoria superiore, controllando anche l’infotainment interno. Certo, rimuoverlo ad ogni occasione non è esattamente il massimo della comodità, e non sarebbe stato così spiacevole trovarselo integrato, anche se ciò avrebbe ovviamente costretto ad un ripensamento complessivo della plancia. La strumentazione è chiara, ben leggibile, tradizionale e senza fronzoli: nulla da eccepire, insomma, ma nemmeno da rilevare.

Ma lo spazio c’è…

Lo spazio, all’interno, è quello giusto, senza sprechi e con grande razionalità: disporre di 5 porte in poco più di 3,5m ormai non è una novità nel segmento, ma la vettura ha senza dubbio una portata ed una comodità superiore ed imparagonabile a quella della triade 107-C1-Aygo, dato certamente da non sottovalutare. Pur con tutti i sedili al proprio posto, dietro residua anche un simulacro di bagagliaio, quasi un lusso considerato gli equilibri di spazi interni, ed ulteriore punto a favore di una vettura senza dubbio ben pensata, alla pari della sorella chic marchiata VW. Da segnalare, poi, il sedile monoblocco, con poggiatesta integrato non rimovibile ma, di fatto, neppure regolabile: a noi è piaciuto, soprattutto per un feeling paradossalmente (considerata la vettura sul quale è montato, sportivo), ma è un dettaglio sui cui alcuni clienti, magari particolarmente alti o particolarmente bassi, potrebbero trovare qualcosa da ridire.

Prestazioni soddisfacenti

Al volante, il motore 1.0 da 75 CV che equipaggiava la versione da noi testata, ci ha dato delle discrete soddisfazioni: la cavalleria è sufficiente a sgusciare nel traffico ed anche a percorrere con un po’ di brio i tratti nei quali gli ingorghi non la fanno da padrone. Ovviamente non è una vettura da autostrada, né tantomeno una sportiva da mettere alla frusta, ma ha comunque una guidabilità migliore rispetto a tante colleghe di pari categoria, con lo sterzo relativamente duro ed una discreta stabilità, quel tanto che basta per non trovarsi alla guida della ‘solita’ city-car che, appena superato l’ultimo incrocio cittadino, vi fa venire il mal di mare al solo affrontare una curva. La vettura è proposta con quest’unica cilindrata, ma è disponibile anche la variante da 60 CV: i consumi non variano in un modo talmente significativo da giustificare un downsizing ulteriore, dunque è chiaramente la versione più potente che vi consigliamo di scegliere qualora voleste optare per questa vettura, caratterizzata da percorrenze di circa 16 km con un litro nei tipici tragitti urbani. Un po’ meno dei 18 dichiarati dalla casa, ma comunque un buon risultato.
Anche fuori dagli incroci cittadini non siamo riusciti a percorrere più di 19 km con un litro di benzina: percorrenza positiva ma inferiore agli altisonanti 22 km dichiarati dalla casa.

E che prezzi!

Insomma, se la vettura da noi testata, nella versione 5 porte, oltre che più accessoriata (la Elegance) e più potente, ve la portate a casa con poco più di 12.000 Euro, potete immaginare le versioni meno ricche: il listino parte, infatti, dai 9.000 Euro della versione base, Active, nella versione da 60 CV, ed offre un ottimo compromesso nella versione Ambition a 9.750 Euro. Cifre interessanti ed intelligenti per una vettura comunque affidabile e ben pensata. Al gruppo VAG, da parte nostra, un solo affettuoso rimprovero: non avere i comandi centrali per entrambi gli alzacristalli elettrici e doversi sporgere, come ai bei vecchi tempi delle manovelle, per abbassare il vetro laterale, non ci è sembrato il massimo della praticità nel 2013. Considerato l’eccellente rapporto qualità-prezzo, possiamo anche passarci sopra, ma se ci sarà un restyling questo è il nostro primissimo consiglio per scegliere a cosa dedicarsi.

Redazione Autoappassionati.it

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