Dopo tanti mesi e svariate dicerie, arriva finalmente il momento di scoprire i primi veri frutti del matrimonio tra Fiat e Chrysler.
I modelli nati fin’ora da quest’unione sono stati infatti semplici restyling oppure, in qualche caso, vetture rimarchiate a seguito di qualche adattamento per il diverso mercato. La posta in gioco questa volta però era decisamente più alta: rinnovare un’icona, e certo non si poteva sbagliare. Il risultato è la Nuova Jeep Grand Cherokee, erede di un SUV che fece il suo esordio nel lontano 1992.
Yankee, ma italiano
Sul fatto che si tratti di una Jeep, non ci sono dubbi. Il frontale mantiene la classica griglia a 7 feritoie che contraddistingue il marchio e si fa un po’ più stretta, per raccordarsi con i nuovi fari ora più slanciati rispetto al modello precendente. A proposito di fanali anteriori, la tecnologia adottata per tutti gli allestimenti è quella bi-xeno (anche con proiettori adattativi per Summit ed SRT) con luci diurne a LED, scelta in fondo obbligata se si vuole lottare tra le migliori. A completamento del quadro i fendinebbia sono stati collocati in una posizione più rialzata insieme alla griglia inferiore. Il risultato di queste operazioni è un “muso” decisamente d’impatto, che rende la Grand Cherokee immediatamente distinguibile e soprattutto marcatamente americana. Al posteriore le modifiche hanno riguardato la rivisitazione del lunotto con l’intento di migliorare la visibilità, mentre lo spoiler che lo sormonta è stato ingrandito così come i fanali sul portellone.
Rimane invece invariata la linea laterale, che introduce solo nuove combinazioni di colori. Oggetto di profonda rivisitazione è stato anche l’interno, che ora prevede un bel monitor touchscreen da 8,4″ in cima alla consolle centrale ed un altro da 7″ TFT collocato nel mezzo del cruscotto. Al primo è affidato il controllo dei vari sistemi di bordo come radio, navigatore, clima con riscaldamento e ventilazione sedili, mentre al secondo spetta la visualizzazione di tutte le informazioni che potrebbero interessare al pilota. Con la Grand Cherokee viene anche introdotto un nuovo volante che, pur conservando lo stile a tre razze, ha un aspetto decisamente più piacevole rispetto al precedente. Questa sensazione è dovuta principalmente al layout dei tasti in esso incorporati: sulla sinistra si ha la gestione sia del computer di bordo che del telefono, sulla destra invece si possono controllare il cruise control adattativo ed il limitatore di velocità. Completano il tutto i due paddle per cambiare marcia ed un’unica leva sul piantone dello sterzo, sulla quale sono posti il comando per tergicristalli anteriori e posteriore, abbaglianti e frecce. Il perché di mettere un solo elemento al posto dei classici due ci è ignoto, ma una volta presa la necessaria confidenza l’unico comando risulta persino comodo e pulisce un po’ il design interno. Sul tunnel centrale troviamo infine la nuova leva per il cambio automatico che assume ora la forma di una cloche con selezione digitale, abbandonando la classica “asta” che si muove nella sagoma ad “L rovesciata” comune agli automatici tradizionali. Ben realizzata ed ergonomica, fa anch’essa la sua parte nel rendere nettamente più moderno l’abitacolo di questa leggenda americana.
2.400 Kg, ma con la forza di un rimorchiatore
Ebbene sì, 2.400 Kg è mediamente il peso di questo grosso SUV da quasi 5 metri (4,828 m) di lunghezza e 2 metri (1,943 m) di larghezza. I 10 metri quadri di vettura si ergono poi fino a 1,802 m, creando una vettura dall’aspetto piuttosto imponente. Sono tutte cifre importanti, ma del resto paragonabili alle dirette avversarie quali Mercedes-Benz M, BMW X5 ed AUDI Q7. Per muovere questo trionfo di gomme, pelli, plastiche e leghe varie si può scegliere tra un diesel 3.0 V6 oppure tre benzina di cui un 3.6 V6, un 5.7 V8 ed un 6.4 V8 (solo SRT). Sono tutte unità dalla cilindrata elevata, cosa più che comprensibile vista la massa in gioco. E poi si tratta pur sempre di una vettura dal DNA americano dunque, eccezion fatta per il diesel, niente sovralimentazione. Se si vuole avere coppia senza l’aiuto di una turbina, l’unica via percorribile è quindi l’aumento della cubatura. Le potenze fornite vanno dai 250 CV del diesel fino ai 486 CV della SRT, passando per i 286 CV del 3.6 V6 ed i 325 CV del 5.7 V8. La minor cavalleria del motore a gasolio è però ampiamente compensata dai 570 Nm a 2.000 giri/min di coppia, valore battuto solo dai 624 Nm a 4.100 giri/min messi in campo dalla SRT.
Durante la nostra breve prova ci siamo concentrati sulla versione diesel, scelta obbligata visto che almeno in Italia rappresenterà la quasi totalità delle vendite. La prima cosa a colpire è sicuramente il rumore proveniente dall’anteriore, sentire un V6 girare regala una sensazione di qualità superiore sconosciuta ad un quattro cilindri. Complice anche il nuovo cambio automatico ad 8 rapporti di serie su tutte le Grand Cherokee, questa Jeep si muove dolcemente mascherando in maniera efficace il suo peso. Un’idea della forza che questo motore riesce a fornire la si può avere leggendo la capacità di traino della vettura spinta dal 3 litri: ben 3.500 Kg, valore decisamente notevole per un’automobile ed ai vertici della categoria. Nei tratti urbani l’unica piccola fonte di preoccupazione è stata la percezione degli ingombri, i suddetti 10 metri quadrati richiedono infatti un po’ d’attenzione e partica per essere condotti in zone anguste. Dirigendoci verso spazi più aperti emerge poi il buon confort di bordo, offerto da un’insonorizzazione curata e sospensioni non troppo rigide. Se però da un lato la taratura di quest’ultime è perfetta per assorbire la miriade di buche presenti nella nostra rete viaria, dall’altro concede qualche movimento di troppo al corpo vettura. Capita infatti, soprattutto con una guida un po’ più decisa, che la Grand Cherokee molleggi sugli avvallamenti e ceda a coricamenti laterali nelle curve in appoggio. Tutto questo emerge in particolare in autostrada, ma per dovere di cronaca bisogna anche riconoscere che l’asfalto siciliano, dove si è svolta la nostra prova, non era certo un esempio di perfezione. In buona sostanza avremmo preferito una vettura più rigida, con buona pace per lo spirito americano perfettamente incarnato dal SUV in questione. Tralasciando i gusti personali, a bordo di quest’auto i chilometri scorrono in totale relax: i sedili sono ampi e confortevoli, lo spazio a bordo è semplicemente abbondante ed il cambio regala un’andatura piacevole. Mai brusco e sempre attento a scegliere la marcia corretta, il nuovo 8 rapporti si fa apprezzare per passaggi tanto dolci quanto veloci. Ultimo capitolo da affrontare è poi la capacità off-road, visto infatti il marchio sfoggiato non si possono accettare compromessi. Complici il sistema “Selec-Terrain” e le sospensioni “Quadra-Lift” (quest’ultime di serie per Overland e Summit), una volta scelto il tipo di terreno che s’intende affrontare (Sand, Mud, Auto, Snow e Rock) la Grand Cherokee adegua la sua altezza da terra (fino a 28 cm) e vi conduce a destinazione. Sarà solo la vostra paura di rovinare la carrozzeria a fermarvi, perché se condotta da mani esperte (quelle di un collaudatore) lei non ha avuto esitazioni nemmeno nei passaggi più impegnativi.
Prezzi in aumento, come la qualità
La nuova Jeep Grand Cherokee è disponibile nelle versioni Limited, Overland e SRT. La versione top di gamma Summit, che si aggiunge ai tre allestimenti già presenti in gamma, rappresenta una novità assoluta per il mercato italiano ed il lancio commerciale nel nostro paese come nei principali mercati europei avrà inizio a partire dal mese di luglio. La motorizzazione 3.0 CRD sarà disponibile in abbinamento a tutti gli allestimenti (a parte SRT), mentre i propulsori benzina 3.6 V6 e 5.7 V8 sono offerti esclusivamente in versione Summit. I prezzi non sono ancora stati definiti, ma a parità di motore ed allestimento cresceranno circa dell’8%. I più attenti di voi avranno certamente notato che la protagonista di alcuni nostri scatti è l’esagerata Jeep Grand Cherokee SRT, abbiamo infatti voluto provare anche quella perché il cuore spesso prevale sulla ragione. Ve ne parleremo a breve, la follia di questa particolare vettura merita uno spazio tutto suo.
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