La stagione 2015 è di fatto partita con i primi test sul circuito spagnolo di Jerez per i team di Formula Uno. Tutti presenti ad eccezione di Force India, Caterham e Marussia che per problemi di budget hanno rinviato il debutto.
Per la Ferrari, sessione utile per comprendere se il lavoro al banco prova per la Power Unit e in galleria del vento hanno dato quei riscontri positivi che tanto si aspettano gli ingegneri e i vertici di Maranello. Colmare subito il gap con la Mercedes, dominatrice assoluta della passata stagione, appare francamente una missione ai limiti dell’impossibile ma non si può negare che la nuova SF15T sia partita col piede giusto.
Nei 4 giorni di test, Vettel e Raikkonen hanno raccolto molti dati e, nonostante qualche piccolo problema all’elettronica e telemetria del tutto normale, nei primi due giorni Vettel ha percorso ben 149 giri anche se tutti con stint molto brevi, chiudendo col miglior tempo in entrambe le giornate davanti alle Mercedes di Rosberg e Hamilton.
Anche Kimi ha girato parecchio, portando a termine 198 giri e cercando quel feeling del tutto mancato l’anno scorso soprattutto all’anteriore, troppo scivoloso e instabile. Nell’ultima giornata il finlandese è stato il più veloce e ha avuto anche il tempo per provare qualche long run. Valutare le prestazioni cronometriche ora è un esercizio del tutto inutile, visto che non sono noti i carichi di benzina delle varie monoposto, ma resta la convinzione di un progetto migliore rispetto all’anno passato, soprattutto in ottica di possibili sviluppi tecnici anche dal punto di vista aerodinamico.
Nonostante la Ferrari abbia confermato la sospensione pull rod all’anteriore è stato svolto un lavoro di affinamento molto dettagliato alla ricerca del carico ottimale per una maggiore precisione in entrata di curva e in frenata. I progressi sono evidenti e le prime dichiarazione dei piloti – in special modo di Raikkonen che può comparare il lavoro con il 2014 – fanno ben sperare.
In casa Mercedes hanno lavorato per i 4 giorni di test sui long run, percorrendo la bellezza di 2.285 km che comparati ai 1.537 della Ferrari mettono oggettivamente i brividi.
L’obiettivo della casa di Stoccarda è stato quello stressare al massimo subito tutte le componenti e portare al limite la nuova W06 Hybrid per trovare tutte quelle noie meccaniche che lo scorso anno sono state l’unico neo di una monoposto praticamente perfetta.
Visto il cambio di regolamento che permette di sviluppare il motore durante l’anno, resta da capire quanti gettoni vorrà spendere la Ferrari per migliorare la Power Unit prima dell’esordio in Australia e quanti preferirà tenerne nel taschino il responsabile, Mattia Binotto. L’obiettivo è di chiudere definitamente il gap a livello motoristico, obiettivo il cui raggiungimento a Maranello è stimato verso la fine della stagione.
In conclusione suonerà quasi come un paradosso, ma il Cavallino rampante è ancora alla ricerca di cavalli: proprio quelli che mancavano alla disastrosa F14T, derivanti principalmente dalla componente elettrica MGU-H e quantificabili in circa 70-80 CV.
Questa sarà la chiave per tornare quanto meno competitivi nel 2015, perché ad oggi, visti questi test, il titolo mondiale pare sarà ancora una questione tra i piloti Mercedes.
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