Ha cinque anni ma non li sente minimamente, le sue linee sono ancora affascinanti e il restyling di quest’anno le ha permesso di avere un nuovo slancio, grazie a nuove motorizzazioni e ad altre piccole modifiche.
Stiamo parlando di Alfa Romeo MiTo, oggetto del nostro ultimo long test. Abbiamo provato la nuovissima Model Year 2014 equipaggiata con il propulsore 0.9 TwinAir da 105 cavalli – predisposto per le normative euro 6 – nella versione top di gamma, SBK, nata come edizione speciale Superbike e trasformata in allestimento vero e proprio.
La vettura in prova
Il restyling non modifica le dimensioni che lasciano la MiTo piccola e agile: lunghezza 406 cm, larghezza 172 cm e altezza 145 cm. Esteticamente la M.Y. 2014 propone tanti piccoli nuovi dettagli, mentre il nostro modello, in versione SBK, è caratterizzato da alcuni particolari che rendono la vettura più aggressiva, come i gruppi ottici anteriori con l’interno nero, gli sticker caratterizzanti (rimovibili come sul nostro modello), i cerchi in lega da 16″ bruniti gommati 195/55 e la carrozzeria Rosso Alfa con la tinta in contrasto nera per il tetto e per gli specchietti retrovisori.
All’interno, la plancia è pressochè immutata, ma la novità principale è il nuovo sistema d’infotainment UConnect con schermo touchscreen da 5 pollici. Il nostro modello è dotato anche del navigatore Tom Tom, optional. Lo UConnect si presenta con un design semplice e moderno,con cinque pulsanti sotto allo schermo: Radio, Media (CD, USB, AUX, Streaming Audio, CD, MP3), Nav, Phone e More per le altre funzionalità come la bussola o altre impostazioni. Questa tecnologia rappresenta un passo avanti in confronto alle precedenti di Alfa Romeo, grazie al touch, all’intuitività e alla completezza, ma per la grafica obsoleta e per la grandezza dello schermo rimangono ancora buoni margini di miglioramento.
Capitolo UConnect a parte, gli interni sono molto confortevoli, la seduta è veramente ottima, il volante in pelle è regolabile anche in profondità e il mix delle due cose garantisce una posizione di guida da sportiva. All’interno dell’abitacolo i materiali sono piacevoli sia alla vista sia al tatto e capiamo di essere in una MiTo SBK grazie al logo che si trova sui poggiatesta. L’abitabilità posteriore è buona per la categoria così come lo è la capacità di carico che presenta un volume di 270 litri ma un imbocco del bagagliaio piuttosto piccolo.
Alla guida: sale e pepe q.b.
875 cc di cilindrata, 105 cavalli di potenza massima a 5.500 giri con una coppia di 145 Nm a 2.000 giri; velocità massima di 184 km/h orari e uno scatto da 0 a 100 km/h in 11.4 secondi. Insomma, numeri che visti da spettatore non sembrano troppo esaltanti, ma se già guardiamo questa vettura in ottica consumi – abbiamo registrato circa 6 litri per 100 km nel misto – e in ottica piacere di guida, iniziamo a vedere questa MiTo con occhi diversi. Consumi a parte è proprio il piacere che si prova a far salire di giri il piccolo TwinAir – un po’ spompo sotto regime ma molto vivace dai 2500 ai 6000 giri – che regala le migliori soddisfazioni, ma occhio a non esagerare poiché i consumi salgono in un batter d’occhio.
Lo sterzo si rivela di buona fattura, preciso e consistente, sia nel misto stretto sia ad alte velocità, così come l’assetto – rigido il giusto – assorbe le buche senza scomporsi e garantisce un’ottima tenuta di strada. Le sospensioni rimangono invece un po’ troppo morbide, mentre l’accoppiata frizione/cambio desta le maggiori perplessità a causa della leva troppo lunga e della frizione leggermente morbida, studiata fin troppo per l’utilizzo cittadino. La gommosità del cambio rilevata nei modelli precedenti al restyling è stata, invece, molto attenuata a favore di una fluidità nettamente maggiore.
Il TwinAir fa sentire la sua presenza, sia per il sound che aumenta con il salire dei giri e che può piacere come no (a noi piace), sia per quanto riguarda le vibrazioni. Quando si è fermi, infatti, quest’ultime si palesano spesso, anche se in modo leggero. È proprio qui che, comunque, lo start&stop svolge un ottimo lavoro eliminando ogni vibrazione e aiutando la riduzione dei consumi urbani.
Lo 0.9 turbo benzina bicilindrico sostituisce il 1.4 MultiAir a quattro cilindri con pari potenza. Secondo noi la scelta di questo nuovo propulsore è stata azzeccata: consumi contenuti e prestazioni all’altezza della situazione e divertimento sopra la media. Poiché l’accoppiata peso/potenza di questa MiTo TwinAir non è “neopatentati friendly” per il primo anno di patente, la consideriamo come l’auto ideale per un secondo step, appunto, per un ragazzo o una ragazza che non vuole rinunciare al piacere guida ma che non può avere o non desidera cavallerie più alte per le conseguenze che esse comportano.
Dynamic: sportività indipendente
Il dispositivo Alfa Romeo D.N.A. ormai lo conosciamo molto bene, ma ogni volta che proviamo una vettura dotata di questo sistema è sempre un piacere spostare il manettino sulla D di Dynamic. La MiTo cambia volto e, nonostante i cavalli a disposizione non siano molti, il divertimento non tarda ad arrivare. Ma dov’è che va ad agire esattamente l’impostazione Dynamic? L’intero sistema D.N.A. interviene principalmente su sterzo e motore. Ecco cosa cambia.
VDC (Vehicle Dynamic Control) e ASR (Anti Slip Regulation): Meno intrusivi.
Sterzo attivo Dual Pinion: Taratura più sportiva.
DST(Dynamic Steering Torque): Controllo standard della frenata coordinato con ABS, maggior controllo su accelerazione laterale; compensazione del sovrasterzo.
Motore: Risposta più veloce, over-boost su benzina, curva di coppia specifica.
Chi ha provato il D.N.A., sia su MiTo sia su Giulietta, sicuramente si troverà d’accordo sul fatto che una volta provata la “D” risulta difficile tornare indietro a guidare in Normal o ancor di più in All Weather. Infatti, se la sportività vi viene regalata in modo indipendente dalla potenza della vettura, invece sarete voi che vi troverete dipendenti dal modo Dynamic, grazie alla bontà della sua configurazione.
Prezzo e concorrenti
Il prezzo di partenza dell’Alfa Romeo MiTo TwinAir SBK è di 18.802 euro e prevede un ricco allestimento di serie: 6 airbag, Differenziale Q2, Brake assistant, cerchi in lega Titanium Style da 16 pollici, climatizzatore manuale, comandi al volante, Blue&Me, controllo elettronico della stabilità e della trazione, display 5 pollici touch, DST, fendinebbia, immobilizzatore, radio CD MP3, selettore DNA, Bluetooth, Start&Stop e volante in pelle regolabile.
Il nostro modello in prova è dotato di accessori optional per circa 3.000 euro, come ad esempio le pinze verniciate di rosso (161 euro), il bose sound system (504 euro veramente ben spesi), il navigatore Tom Tom integrato nel Utouch (504 euro) e il body Rosso Alfa con tetto e calotte nere (1.081 euro), per un totale poco superiore ai 21.500 euro. Non sono certo pochi per una vettura di segmento B, ma la combinazione di un design accattivante con un propulsore molto efficiente e vivace rende questa MiTo molto interessante.
La concorrenza sicuramente non manca, a partire dalla Peugeot 208 per finire con la Renault Clio, passando per Ford Fiesta, Mini, Seat Ibiza o ancora Citroen DS3. La scelta di una vettura è sempre molto soggettiva, lo è ancor di più in questo segmento dove la lotta è molto serrata, ma il fascino della MiTo resta immutato nel tempo, mantenendo una fedele clientela soprattutto tra gli “under 30”.
E voi cosa preferite, meglio TwinAir o MultiAir?
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