Il parcheggio in città è da sempre una delle sfide più stressanti per gli automobilisti: trovare uno spazio libero tra le vie congestionate è un’impresa sempre più difficile. In questo scenario, alcune persone ricorrono a una pratica controversa, ma piuttosto comune: occupare fisicamente un posto auto per “tenerlo” a un amico o un familiare in arrivo. Ma questa consuetudine è davvero lecita? A rispondere ci ha pensato la Corte di Cassazione, che con la sentenza 19075/2015 ha chiarito le regole in merito, facendo luce su quanto possa costare questo comportamento.
Seppur il Codice della Strada non preveda una norma specifica sull’occupazione dei posti auto da parte di una persona a titolo di riserva per qualcun altro, l’articolo 20 stabilisce chiaramente che non è consentito occupare arbitrariamente la sede stradale. Chi decide di riservare un parcheggio per qualcun altro, attraverso il proprio corpo o con l’ausilio di oggetti come coni o sedie, rischia di violare la legge. In particolare, l’articolo 633 del Codice Penale sanziona chi occupa terreni o immobili senza autorizzazione, con una multa che può arrivare fino a 1.032 euro e, nei casi più gravi, anche con una pena detentiva da uno a tre anni.
Tuttavia, non tutti i casi di “occupazione” sono considerati reato. Se l’occupazione di un parcheggio è momentanea e non ostacola la circolazione stradale, come nel caso di un individuo che si mette in un posto per consentire a qualcuno di completare una manovra in sicurezza, non si configura alcuna violazione. Ma il discorso cambia se l’occupazione si protrae per un periodo troppo lungo o se l’intento è quello di riservare il parcheggio a qualcuno che ancora non si trova nelle vicinanze.
Se l’occupazione del parcheggio per riservarlo a qualcun altro si prolunga oltre il tempo strettamente necessario, le conseguenze legali diventano più serie. Non si tratta solo di una violazione delle norme del Codice della Strada, ma di una vera e propria occupazione abusiva della sede stradale, che può comportare una multa e, nei casi più estremi, una denuncia penale. La stessa normativa si applica anche se si utilizzano oggetti, come coni o altri dispositivi, per segnare un posto auto, impedendo di fatto ad altri automobilisti di parcheggiare.
Il comportamento di “tenere il posto” può apparire innocente, ma è importante ricordare che la legge è chiara in merito. Sebbene una breve occupazione possa essere tollerata, un’occupazione prolungata o ostacolante diventa reato. In questo contesto, le forze dell’ordine sono autorizzate ad intervenire, rimuovendo gli ostacoli e multando i responsabili.
La soluzione ideale resta quella del buon senso. Il parcheggio dovrebbe essere un diritto per tutti, e il rispetto delle regole è fondamentale per una convivenza civile. Riservare un posto auto per un altro automobilista, seppur con buone intenzioni, può facilmente trasformarsi in una violazione delle normative, con conseguenze legali che vanno da multe a pene più severe. La legge, quindi, invita a considerare che, oltre ai diritti personali, ci sono quelli collettivi che meritano altrettanto rispetto.
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