1898: 120 anni fa nasceva la Type A, il primo modello prodotto dalla Casa francese. Un secolo abbondante dopo siamo ancora qui a parlare dell’innovativa tecnologia Renault presente oggi sulla gamma 2018. Un “vizio” che la Losanga proprio non ne vuole sapere di perdere, anzi.
Da una parte, guardando a tempi più recenti, la Casa francese si è concentrata su due macro obiettivi: la mobilità sostenibile, diventando nel 2010 il primo costruttore a offrire un veicolo 100% elettrico, la ZOE, e dall’altra, sistemi e tecnologie atte a migliorare la vita di chi una Renault, diesel o benzina, la guida tutti i giorni.
Per scoprire cosa Renault ha già disponibile e cosa ci aspetta siamo andati all’Autodromo di Modena dove Renault Italia ha voluto dare dimostrazione di cosa oggi la tecnologia Renault rappresenta sulla gamma in commercio, con più di uno sguardo al futuro.
Dalla Type A del 1898, alla Primaquatre del 1937, descritta dal fondatore Louis Renault come “l’unica auto che si possa vendere, l’auto da 1.000 chili in grado di portare in giro quattro persone”, passando per la famosa Espace del 1984, colei che segnò la nascita delle monovolume, arrivata fino ai giorni nostri e dai noi messa alla prova, in pista, con una tecnologia per certi versi sorprendente. Senza dimenticare poi il primo motore turbo che debuttò in Formula 1 nel lontano 1977, proprio su una Renault.
Da una parte quindi innovazione, dall’altra sempre grande attenzione alla sicurezza attiva. Oggi sicurezza trova sinonimo nella parola ADAS, ovvero una sigla che significa, tradotta, sistemi avanzati di assistenza alla guida. Proprio su di loro ci siamo concentrati tramite diversi workshop offerti dal personale tecnico di Renault Italia, sia scoprendone i segreti del loro funzionamento, sia provandoli in pista. È il caso ad esempio dell’ACC o Adaptive Cruise Control, sì insomma il mantenitore della velocità di crociera.
In un qualsiasi rettilineo, anche quello dell’Autodromo di Modena, basta infatti selezionare la velocità desiderata e in questo caso la Talisman procede alla velocità desiderata, “legandosi” idealmente, tramite un radar posto sotto il simbolo del Marchio sulla calandra, all’auto che segue, frenando all’occorrenza. Un sistema che voi direte essere ormai la norma per molte vetture anche con una fascia di prezzo bassa, vero, ma ancora una volta se ne apprezzano tutti i vantaggi solo provandolo.
Veniamo a loro, le 4 ruote sterzanti o, come ci tengono a chiamarlo in Francia, sistema 4Control. Si tratta di una tecnologia ormai in gamma da molto tempo e aiuta a rendere la guida molto precisa sia a basse sia ad alte velocità, specie su vetture vicine o superiori ai 5 metri di lunghezza come appunto Talisman o la Espace del nostro test sul misto stretto della pista modenese.
La sensazione che si prova, quando le ruote vanno in controfase fino a 70 km/h (dipende dalla modalità di guida inserita grazie al sistema Multi-Sense) è quella di un’auto estremamente precisa in inserimento, con quel posteriore che, stando attenti, si raddrizza seguendo la traiettoria ideale laddove il sottosterzo avrebbe avuto sicuramente la meglio.
Presenti anche sulla sportivissima Megane RS (in modalità Race fino a 100 km/h) questo dispositivo fa la differenza, e che differenza, anche a bassissima velocità, ovvero quando si parcheggia. Provare una Talisman Station Wagon provvista del 4Control, parcheggiare girando in un fazzoletto e poi provarlo su un’identico esemplare con l’unica differenza della mancanza delle 4 ruote sterzanti rappresenta l’esempio migliore di quanto questo dispositivo sia efficace, a tutto vantaggio della prima ovviamente. Per darvi un’idea, sia Espace che Talisman compiono mezzo giro rispettivamente in 11,1 m per Espace e 10,8 m per Talisman, valori paragonabili a quelli di Clio che ha un diametro di sterzata di 10,8 m e un passo decisamente più contenuto.
Abbiamo nominato il sistema Multi-Sense, ovvero il comando che permette di adattare la risposta della vettura a molteplici condizioni con altrettante modalità di guida: Eco, Comfort, Sport, Perso (personalizzata) e Normal. A cambiare è la taratura delle sospesioni, l’atmosfera luminosa a bordo e anche la risposta del motore.
Alla fine del nostro test sulla pista di Modena ecco l’ultima chicca della tecnologia Renault, la ZOE R110 che può contare su un motore elettrico rinnovato (12 i kW supplementari rispetto al vecchio R90) e su un pacco batterie in grado di assicurarle fino a 300 km di autonomia in condizioni di guida reale (ciclo WLTP), pur occupando lo stesso identico spazio e peso del pacco batterie precedente. Evoluzione del propulsore R90, R110 è un motore al 100% Renault, realizzato in Francia, progettato dagli ingegneri del Technocentre (Yvelines) e del sito di Cléon (Seine Maritime), in cui viene prodotto.
Veicolo elettrico che per Renault rappresenta una fetta importante del mercato (23,8% di quota in Europa) e che oggi è rappresentato dal quadriciclo Twizy, da ZOE appunto, da Kangoo Z.E. e dal grande furgone Master Z.E., ideale per le consegne nell’ambito urbano. Con l’arrivo del nuovo R110, il motore elettrico Renault è ormai sviluppato in 4 versioni (44 kW, 57 kW, 68 kW e 80 kW) e montato su 3 modelli: Kangoo Z.E., Master Z.E. e ZOE. Qui l’elettrico sta ancora faticando per la famosa mancanza di infrastrutture ma Renault è già pronta con una gamma davvero versatile.
Il nuovo piano strategico del Gruppo Renault, Drive the Future, prevede che da qui al 2022 il Costruttore mantenga la leadership nel veicolo elettrico, con 8 modelli elettrici e 12 modelli elettrificati. Il Gruppo si prefigge anche di lanciare 15 modelli a guida autonoma e servizi di robo-taxi.
Il futuro della mobilità sarà infatti elettrico, connesso e autonomo e, aggiungiamo noi, non solo per Renault. Symbioz, concept car presentata al Salone di Francoforte nel 2017, è la prefigurazione di quello che sarà la guida tra una ventina d’anni. Che ci piaccia o meno, l’orizzonte sembra segnato.
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