Guerra intestina nel mondo dell’auto. Da una parte l’Acea (l’associazione dei costruttori europei) chiede all’UE di posticipare di due anni l’applicazione dei nuovi limiti per le emissioni di anidride carbonica delle flotte in vigore nel 2025. Dall’altra il capo di Stellantis Carlos Tavares che stronca l’idea: “Dal punto di vista della concorrenza tanto cara all’Unione, sarebbe surreale cambiare le regole adesso”. In un’intervista all’agenzia France Press, il manager lusitano sostiene che sia troppo tardi per un cambiamento di rotta.
L’associazione delle Case ha in bozza un documento da inviare a Bruxelles per illustrare i timori dell’intero settore se i nuovi requisiti divenissero realtà l’anno prossimo: le aziende dovranno ridurre le emissioni medie di anidride carbonica dai 116 g/km del 2024 a poco meno di 94 grammi. In che modo? Vendere più elettriche e meno termiche. Se no, sanzione di 95 euro per ogni grammo di CO2 in eccesso, moltiplicato per il numero di vetture vendute.
L’A.D. di Renault, Luca de Meo, è stato perentorio: “Se l’elettrico rimane al livello attuale, l’industria europea dovrà probabilmente pagare 15 miliardi di euro di multe o rinunciare a produrre più di 2,5 milioni di vetture e veicoli commerciali. Di fatto, se non si vende un’elettrica, non se ne possono produrre quattro a combustione”. Insomma, molte Case non ce la possono fare. Si teme addirittura che le società alzino i listini delle macchine a benzina o diesel affinché calino le consegne di queste (richiestissime) e salgano le immatricolazioni delle costose full electric.
In merito alla proposta dell’Acea, Tavares non ci sta: “Tutti conoscono le regole da molto tempo, tutti hanno avuto il tempo di prepararsi e quindi ora si corre. Il dogmatismo dei legislatori europei si è infranto contro il muro della realtà: siamo in un sistema in cui il regolatore vuole che i consumatori comprino queste auto, e il consumatore dice ‘no, grazie, non a quel prezzo“. Ora, però, le auto le abbiamo, ci siamo organizzati per le relative vendite necessarie, stiamo col fiato sul collo di Tesla e ci viene detto che ci saranno dei disastri. Dovevamo pensarci prima, giusto?”.
Va detto che sia le varie associazioni delle filiere auto europee a livello centrale sia quelle locali sia i costruttori hanno avallato le decisioni della politica (il bando termico 2035 e altro) senza muovere un dito per anni. Forse c’era l’illusione di un nuovo grande business, con la moltiplicazione delle vendite di elettriche per la sostituzione di veicoli a benzina e Diesel. Le cose sono andate molto diversamente.
Autore: Mr. Limone
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