Il CEO di Stellantis Carlos Tavares è tornato a parlare di mobilità elettrica e del futuro del mondo dell’auto durante il primo appuntamento del Freedom of Mobility Forum del quale è stato ospite. Tavares ha ripreso l’argomento qualche giorno dopo il via libera all’inserimento degli e-fuel tra le tecnologie previste per la de-carbonizzazione della mobilità prevista dall’Unione Europea nel 2035. Lo ha fatto con parole piuttosto decise, che puntano a spostare lo sguardo dalle questione ideologiche sulla mobilità privata e ad addentrarsi piuttosto sui problemi reali del mondo dei trasporti. “L’elettrificazione in sé e per sé non risolverà tutti i problemi legati all’inquinamento. Le aree urbane non miglioreranno utilizzando solo automobili elettriche. Il vero e primo problema da risolvere è quello dell’energia. Senza energia pulita, le auto elettriche non sono la soluzione: non sono veicoli puliti se l’energia è prodotta inquinando.”, ha detto il CEO portoghese.
Durante l’inaugurale Freedom of Mobility Forum, un incontro tra rappresentanti di varie scuole di pensiero sul tema della mobilità, Carlos Tavares ha lasciato spunti interessanti per il futuro della mobilità non solo per il Gruppo Stellantis, ma per l’intera industria dell’auto. Durante questo incontro virtuale costruito intorno alla domanda “In un mondo decarbonizzato, la mobilità sarà libera e accessibile solo a pochi fortunati?“, il manager portoghese ha mostrato la sua visione su diversi argomenti, primo fra tutti il futuro delle Case automobilistiche e della mobilità tutta.
“Siamo di fronte ad un periodo di enorme cambiamento”, ha dichiarato Carlos Tavares. “Nel giro di qualche anno, i costruttori non saranno più in grado di operare se non saranno capaci di avere un’impatto ambientale neutro. Dobbiamo però stare attenti: l’elettrificazione non risolverà tutti i nostri problemi. Le aree urbane non saranno subito migliori solamente adottando una mobilità 100% elettrica. Le auto elettriche sono pesanti, usano materie prime rare e difficili da estrarre, ma è soprattutto l’energia ad essere un freno alla decarbonizzazione della mobilità.”
Dobbiamo risolvere il problema dell’energia pulita, questa è la sfida ancora prima di produrre veicoli puliti. Senza l’uso di energia pulita, le auto elettriche non sono la soluzione.
Carlos Tavares, CEO Stellantis, al Freedom of Mobility Forum
“Avere energia pulita è fondamentale anche per la mobilità rurale fuori dai grandi centri urbani. Le aree urbane e rurali potrebbero non avere le stesse soluzioni. Mi aspetto un’evoluzione darwiniana per il futuro della mobilità, con diverse soluzioni pensate per situazioni diverse.” .Tavares è addirittura arrivato a proporre un futuro in cui non si ragionerà solamente per macro-aree, quindi tra zone altamente urbanizzate e luoghi più remoti e con minore densità di popolazione, ma addirittura una frammentazione più marcata. “Io vivo in una zona piuttosto remota del Portogallo, e nel mio Paese la situazione è enormemente diversa da quella di una grande città come Parigi. Il futuro potrebbe vedere soluzioni diverse Stato per Stato, per adattarsi alle complessità di ogni Paese.”
Il rischio, secondo Carlos Tavares, è di perdere il focus dai veri problemi della mobilità sostenibile, per pensare più a soluzioni ideologiche. “Dobbiamo stare attenti a pensare con pragmatismo a soluzioni vere e attuabilie, e smettere di ragionare pensando a utopie e ideologie. I provvedimenti degli organi governativi riguardanti il cambiamento climatico non dovrebbero dare una mano alla competitività tecnologica, ma essere aperti alle innovazioni. Escludere ogni tipo di alternativa per concentrarsi solo su una singola tecnologia ci fa perdere un grande potenziale.“
Gli enti regolatori hanno deciso di passare all’elettrico, non le Case. Oggi i produttori hanno dei paletti su cosa possono e non possono investire: così facendo, si distrugge la creatività e la possibilità per le Case di sviluppare tecnologie diverse e contrastanti tra loro, per poi scegliere quella più funzionale.
“Oggi stiamo poi pensando ad un dialogo nord-sud. I Paesi del nord del mondo pensano alle soluzioni, e vogliono introdurre le stesse soluzioni anche nel resto del mondo. L’esperimento delle prime elettriche pensate per il mercato indiano deve far pensare: non tutti i Paesi devono e possono rispondere alle sfide della mobilità allo stesso modo.”, ha dichiarato Tavares. Durante gli interventi degli altri relatori presenti al Freedom of Mobility Forum, che parlavano di tecnologie innovative, città libere dalle automobili e un potenziamento del servizio pubblico, Tavares ha risposto con il pragmatismo e la schiettezza che spesso il manager portoghese sfoggia quando serve una posizione netta.
La mobilità dev’essere un diritto, non un privilegio. Dobbiamo cominciare a pensare ad un mondo basato sulla sufficienza, non dell’abbondanza: avere tutto ciò che serve per vivere bene senza sfruttare troppo la Terra, le materie prime o l’energia. Tutte le idee che avete proposto sono molto belle, ma sono utopiche. Non tutti sono d’accordo con una sola visione per il futuro della mobilità. Il futuro dell’auto dev’essere sicuro, pulito e accessibile, e solo il futuro dirà quale sarà la soluzione corretta. Non dobbiamo ragionare in compartimenti stagni.
Secondo il CEO Stellantis (e non solo, ovviamente), dopo i problemi riguardanti l’energia pulita bisogna pensare a ripensare le auto elettriche. Ad oggi, infatti, le automobili a zero emissioni sono troppo pesanti, troppo grandi e spesso fin troppo potenti e sovra-ingegnerizzate per l’utilizzo medio di un’automobilista. Per questo, secondo Carlos Tavares il futuro della mobilità elettrica passa per una totale riprogettazione dell’auto elettrica. “Il modo più efficace di rendere accessibili a tutti le auto elettriche è quello di renderle più leggere.”
“Più le auto sono leggere, minori sono i costi di produzione, minore è la capacità delle batterie necessaria per percorrere tanti km e minore è la dimensione delle auto, riducendo anche l’impatto nelle aree urbane.”, ha continuato Carlos Tavares. “Per avere un progresso immediato, l’energia dev’essere pulita e le auto devono essere più leggere. Anche le infrastrutture di ricarica devono essere più dense, in modo da poter limitare le necessità di autonomia e quindi permettere masse ancora più basse. Solo in questo modo, le auto elettriche saranno delle vere game-changer.”.
Carlos Tavares ha poi fatto un interessante excursus sulle tecnologie in uso oggi e che verranno usate domani per il mondo dell’auto, concentrandosi sulla tecnologia delle batterie, e lasciando alcuni spunti interessanti su e-fuel e sul tempismo delle decisioni europee. “Al momento, rendere le auto elettriche più economiche è una vera sfida. Rispetto alle auto tradizionali, quelle elettriche utilizzano una quantità maggiore di materie prime di difficile reperibilità, che con l’aumento della domanda vedono aumentare costantemente il proprio valore. In una situazione del genere, come proteggiamo l’abbordabilità economica delle auto elettriche? Al momento, non ci siamo né in quanto a quantità di materie prime né a livello di prezzi. C’è però una speranza nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie.”
Per spiegare la complessità delle sfide che devono affrontare le Case automobilistiche, Carlos Tavares fa l’esempio del litio. “Il litio sta scendendo in quanto a prezzi, ma non basta. Il litio è fondamentale per le auto elettriche. Se gli oltre 1,2 miliardi di auto circolanti al mondo dovessero passare tutte all’elettrificazione, non ci sarebbe abbastanza litio. In più, la concentrazione delle miniere di litio è concentrata in poche zone controllate ognuna dal singolo stato in cui è situata.”
“L’estrazione di materiali come il litio e come le terre rare potrebbe creare problemi geopolitici non indifferenti.”, ha spiegato il manager lusitano. “Non possiamo però fare stime su quali materiali ci serviranno e in quali quantità. La ricerca sta andando avanti. Vi posso anticipare che nei prossimi anni la chimica delle batterie cambierà radicalmente, e ad oggi non sappiamo ancora quali saranno le materie prime fondamentali per la prossima generazione di batterie. Per questo, ragionare solo sulle auto a batteria non è sano. In questo modo, non potremo scegliere in maniera neutrale la tecnologia più sensata e funzionale per il futuro della mobilità.”.
Tavares non ha poi perso occasione per rimarcare una sua ormai storica posizione critica verso la decisione, a suo parere tardiva, dell’abbandono ai motori termici in Europa nel 2035. Secondo Tavares, infatti, se le autorità avessero già avuto in mente una decisione simile, avrebbero dovuto anticipare, e di molto, i tempi per il cosiddetto phase out. “Stellantis sarà pronta a rispettare la scadenza del 2035, con alcuni dei nostri 14 marchi che abbandoneranno i motori termici anche prima. Sfortunatamente, però, la decisione andava presa prima, magari nel 2014 o 2015. Non nel 2023.”.
Tavares ha parlato anche del grande argomento degli ultimi giorni, i carburanti sintetici. “Per quanto riguarda gli e-fuel, l’apertura dell’Unione Europea a questa tecnologia non cambia di molto i nostri piani. Gli e-fuel rappresentano una tecnologia ancora in fase di grande sviluppo, e devono ancora dimostrare a pieno la loro neutralità carbonica. Noi vogliamo offrire una mobilità pulita, sicura e accessibile, e la soluzione è l’auto elettrica, se l’energia è davvero pulita.”. Nuova è invece la posizione di Carlos Tavares sui biocarburanti. Secondo il portoghese, infatti, la scelta di escluderli dal futuro della mobilità è “un’occasione persa”.
All’interno del Freedom of Mobility Forum c’è stato infine spazio per un interessante scambio di battute piuttosto acceso tra Carlos Tavares e l’attivista franco-algerina Yamina Saheb. Incalzato dalla moderatrice Cecilia Edwards sul futuro della mobilità urbana, Tavares ha portato alla tavola rotonda il suo pensiero sui motivi per i quali l’automobile è ancora la scelta primaria per gran parte della popolazione mondiale.
“Ci sono molte forme di mobilità opposti alle auto, dai trasporti pubblici alle biciclette. Tutti stanno rivaleggiando con l’auto da almeno 100 anni, con le sole e-bike vera novità arrivata nel 21esimo secolo. Perché allora le persone scelgono l’auto al posto di bici, trasporto pubblico e simili? Non possiamo non prendere in considerazione la scelta che cittadini e consumatori hanno fatto e fanno tutt’oggi sulla la propria mobilità. I motivi che portano le persone a preferire l’auto sono la comodità, la convenienza, la sicurezza e la flessibilità dell’auto rispetto alle altre forme di trasporto. Se vogliamo cambiare questo paradigma, dobbiamo pensare ai perché le automobili sono ancora il mezzo preferito, analizzare quali sono i limiti delle altre forme di mobilità e correggerli se vogliamo davvero cambiare questo paradigma.”
Alla posizione di Carlos Tavares ha risposto con toni piuttosto accesi Yamina Saheb di OpenExp. “La posizione di vantaggio dell’automobile è frutto dei metodi ingiusti che il mondo dell’auto ha usato per imporsi e bloccare la diffusione del trasporto pubblico e di altri metodi di mobilità. L’industria dell’auto è rimasta indietro sulle sfide della mobilità del 21esimo secolo. L’auto ha vinto perché la sfida con altri mezzi è impari, e l’industria dell’auto è riuscita a imporsi con un ottimo lavoro di lobbying e di imposizione dell’auto sia in aree urbane che rurali.”, ha detto Saheb.
“L’auto non è la risposta.”, ha continuato Saheb. “Il nuovo paradigma deve rimuovere la dipendenza dall’automobile che oggi è quasi imposta dallo sviluppo di infrastrutture auto-centriche. Il trasporto pubblico è adatto alle aree rurali, anche in forme innovative come il car pooling. La quota di spazio pensato alle automobili non è equo rispetto a quello dedicato a biciclette e pedoni, soprattutto nelle grandi città.” Carlos Tavares ha risposto a tono alle provocazioni di Saheb, ribadendo che una crociata dell’auto non avrebbe gli effetti positivi che tutti si auspicano. “Il 40% della popolazione mondiale vive in aree urbane, il restante 60% in aree rurali. Dobbiamo pensare in modo aperto, e non con ideologie e utopie che rischiano di farci perdere il focus sugli obiettivi finali.”
L’umanità è pronta ad abbandonare il trasporto privato? Secondo me no.
Carlos Tavares
Incalzato dalla moderatrice Edwards sulla possibilità di eliminare completamente la mobilità privata, infine, Tavares si è mostrato dubbioso su questa possibilità. “Se l’umanità è pronta ad abbandonare il trasporto privato? Secondo me no. Nelle aree urbane possiamo lasciare spazio ai pedoni, ma non è detto che sia la soluzione a tutti i mali. La mobilità è accesso a lavoro, educazione e salute, e questo non può essere fatto pensando di concentrare tutte queste cose all’interno dei famosi “15 minuti” dalla propria casa. L’umanità secondo me non è pronta ad abbandonare l’auto privata. Dobbiamo invece pensare a renderla più pulita, sicura e accessibile.”
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