Ancora non ci sono statistiche ufficiali sul numero di sanzioni ricevute dai proprietari di auto con targhe estere, ma è sicuro che da tutta Italia, con principali campi di battaglia Veneto ed Emilia Romagna, continuano arrivare notizie di multe e fermi.
Ne frattempo bisarche piene di vetture tornano in Est Europa, mentre si rivolgono a enti e Motorizzazioni per spiegazioni. Tutto questo, e molto altro ancora da scoprire, è il risultato della stretta sulle targhe estere messa in atto dal Governo una settimana fa.
Fin da subito sono partite le sanzioni con chi circolava con targa straniera, perché, come recita la parte relativa all’esterovestizione dei veicoli, contenuta nel Decreto Legge Sicurezza (113/2018): fermato un veicolo con targa straniera, bisogna solo verificare che il guidatore risiede in Italia da più di 60 giorni e se non si rientri in uno dei casi di esenzione dalle sanzioni (leasing o noleggio a lungo termine in corso con società non italiane o comodato di un’impresa estera a un suo dipendente o collaboratore residente in Italia).
Facile verificare, quindi, e facile multare o lasciare andare. Chi lo faceva per pagare meno su bollo e assicurazione e i furbetti che lo facevano per non pagare multe sono avvisati e, in alcuni casi, già sanzionati.
Se hai già ricevuto una multa, hai davanti a te la scelta tra due possibilità: portare la vettura fuori dal territorio nazionale o lasciare la targa estera per reimmatricolarla con targa italiana.
In quest’ultimo caso, il più conveniente a livello fiscale per il nostro Stato, la trafila, che comporta costi alti e tempistiche lunghe, è la stessa che di norma segue chi importa una vettura dall’estero. Inoltre, a volte le vetture hanno la revisione scaduta, non rinnovabile in Italia e fonte, quindi, di un’altra problematica, con visita e prova da parte delle Motorizzazioni. Ovviamente questo porta ad ulteriori ritardi e a una situazione di stallo che prima o poi sfocerà in un blocco.
La questione targhe estere è talmente sentita in Romania, che l’ambasciatore della Romania in Italia ha chiesto un incontro ai ministeri dell’Interno e dei Trasporti, che a giorni dovrebbero emanare una circolare per aggiornare la problematica della reimmatricolazione con targa italiana. Il tempo corre e bisogna risolvere un altro, annoso, problema.
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