Secondo il decreto ministeriale appena approvato, il taglio accise benzina e gasolio è di 25 cent fino ad aprile. Una manovra definita insufficiente dall’Unione Nazionale Consumatori, poiché il taglio accise benzina manterrà il prezzo superiore alle tariffe pre-guerra.
“È evidente che il ribasso di 25 cent è meglio di 8,5, ma si tratterebbe comunque di un ribasso inadeguato e insufficiente. Nei giorni scorsi ne avevamo chiesti il doppio, almeno 50 cent” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“In pratica, conteggiando anche l’Iva al 22%, con il taglio accise di 25 cent i prezzi si ridurrebbero di circa 30 cent, 30,5 cent, ossia, prendendo gli ultimi dati ufficiali del Mite, secondo i quali il prezzo benzina oggi in modalità self service viene venduta in media a 2,185 euro al litro e il gasolio 2,155 euro al litro, i carburanti scenderebbero sia sotto la soglia di 2 euro che sotto la soglia di 1,9 euro, ma non tornerebbero nemmeno ai livelli precedenti il conflitto, ai valori pre-guerra. Con il taglio delle accise benzina, infatti, oggi arriverebbe a 1,88 euro (era 1,869 nella rilevazione settimanale del 28/02/2022) e il gasolio si attesterebbe addirittura a 1,85 euro (era 1,740 euro il 28/2) Per il servito, ovviamente, sarebbe ancora peggio” conclude Dona.
Sul taglio delle accise di 25 cent, si aggiunge il commento del Codacons:
Il taglio delle accise per 25 centesimi di euro è insoddisfacente per il Codacons, e non risolverà il problema del caro-carburanti.
La riduzione delle accise benzina per 25 cent produrrà un calo dei prezzi alla pompa pari a 30,5 centesimi, considerata anche l’Iva che si applica sull’accisa – analizza il Codacons – Questo significa che, sulla base degli ultimi prezzi ufficiali comunicati dal Mite, per effetto del provvedimento del Governo la benzina costerà in media 1,879 euro al litro, il gasolio 1,849 euro.
Un risparmio rispetto ai prezzi attuali di benzina e gasolio pari a circa 15,2 euro a pieno.
Se però si analizza l’andamento dei listini dei carburanti nell’ultimo anno, si scopre che il bilancio è ancora fortemente in perdita per i consumatori: rispetto allo stesso periodo del 2021, infatti, la benzina costa oggi il 39,4% in più (2,184 euro al litro), il gasolio addirittura il 50% in più (2,154 euro/litro). Aumenti che producono un maggior esborso per le famiglie pari a +30,9 euro per un pieno di benzina, +35,9 euro per un pieno di diesel.
“I consumatori sono fortemente delusi dalle misure sulla benzina contenute nel decreto approvato ieri dal Governo – afferma il presidente Carlo Rienzi – Le accise andavano infatti dimezzate, e c’erano ampi margini per una riduzione ulteriore della tassazione sui carburanti che riportasse i listini alla pompa a livelli accettabili. Insufficiente poi tagliare la accise solo per un mese, considerato che dallo scorso ottobre i prezzi alla pompa della benzina hanno superato quota 1,7 euro al litro salendo costantemente fino ad arrivare ai record odierni e impoverendo famiglie e imprese” – conclude Rienzi.
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