Ben più di un appassionato ci aveva sperato: si era ventilata l’ipotesi di dire “finalmente” addio al Superbollo, vicino a diventare un vecchio ricordo e al contempo una tassa in meno da pagare all’erario. Alla fine però non è andata così: la proposta fatta a giugno 2021 è naufragata con la cancellazione dell’emendamento di abolizione del Superbollo durante le discussioni in commissione Finanze e Lavoro al Senato.
Le auto con potenza superiore ai 185 kW continueranno quindi a pagare ben 20 euro ogni kW oltre la soglia, così chi ha, o vorrebbe mettersi in garage, un qualsivoglia modello con più di 252 CV dovrà farsi bene i conti. E dire che proprio il superbollo rappresenta uno di quei micro-prelievi che portano nelle casse statali lo 0,01% del totale, di contro peró vi è il tracollo del mercato delle auto più potenti, considerando poi come ormai i 185 kW non sono più riservati ai modelli sportivi e di nicchia.
Nella bozza è invece rimasta la proposta più recente di esenzione dal pagamento del bollo per le auto di rilevanza storica (qui l’articolo), proposta firmata da Silvia Vono (Italia Viva), Patty L’Abbate e Gabriella Di Girolamo (Movimento 5 Stelle), Gianni Pittella e Daniele Manca (Partito Democratico). Dove si prevede che venga eliminato il taglio del 50% sul bollo auto, così da, come evidenzia il testo, “pervenire alla progressiva abolizione di benefici fiscali per veicoli inquinanti”. Che siano auto nuove o d’epoca poco importa: se sotto il cofano c’è un motore scoppio il bollo lo si paga tutto, senza alcuno sconto e fino all’ultimo centesimo.
Il Superbollo fa la sua comparsa nel 2011 con il Governo Berlusconi e poi modificato dal successivo esecutivo tecnico guidato da Mario Monti, questa tassa prevede un pagamento di 20 euro per ogni kW superiore alla soglia di 185, ovvero 252 CV, riducendosi ogni 5 anni dalla data di prima immatricolazione, per poi scomparire definitivamente al ventesimo anno d’età dell’auto. Durante i 20 anni, si paga compilando un F24 “elementi identificativi” e può essere effettuato in molti modi: in contanti, con addebito su c/c, carte di credito, bancomat o assegni.
Di contro, invece le auto considerate di interesse storico e con età compresa tra i 20 e i 29 anni godono di uno sconto del 50% sul pagamento del bollo auto in alcune regioni italiane. Se l’emendamento passasse anche le cosiddette “youngtimer” si ritroverebbero a pagare il bollo come i modelli più recenti, anche se almeno il superbollo non dovrebbe più essere conteggiato, un piccolo spiraglio di luce per i collezionisti di queste vetture.
Autore: Alessio Richiardi
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