Questa che è appena iniziata è la settimana che ci porta, purtroppo non dal vivo a causa del divieto di assembramenti, a festeggiare i 110 anni di Alfa Romeo: mercoledì 24 giugno, infatti, si festeggia la ricorrenza e Alfa Romeo lo fa guardando in parte al futuro, con le GTA e GTAm dedicati a pochi, ma fortunati, appassionati, mentre il presente è rappresentato da Giulia e Stelvio, due modelli a loro modo rivoluzionari, tanto da essersi affermate come le Alfa Romeo più premiate di sempre, con oltre 170 premi dal debutto.
Giusto per far sentire la propria voce, siamo al 2015, due mesi dalla presentazione (giugno) e Giulia Quadrifoglio, senza gomme slick o preparazione alcuna, stabilisce il record nel Nordschleife per una trazione posteriore, in 7 minuti e 32 secondi: Alfa Romeo è tornata, dopo anni non certo facilissimi. Siamo al 2016 ed è pronto il bis, in salsa SUV: questa volta tocca a Stelvio Quadrifoglio alzare ancora di più la voce grazie all’urlo del suo biturbo V6 2.9 da 510 CV e classificarsi come uno dei SUV più veloci di sempre.
Facciamo un passo indietro. Nel 2013 nasce la piattaforma Giorgio, non si esattamente a chi spetta questa onore (qualcuno dice al secondo nome di Tazio Nuvolari, altri per una scelta di Marchionne), mentre si sa che le Alfa Romeo che sarebbero nate poco dopo avrebbero riportato la trazione posteriore e l’integrale nelle concessionarie, per la gioia dei fan più sportivi.
Cassino ospiterà la produzione dei nuovi modelli e lo stesso Marchionne si fa promotore del rilancio di Alfa Romeo, un suo pallino fin dallo sbarco alla corte degli Agnelli. Chi lavora alla “Giorgio” viene soprannominato uno Skunks, nome ripreso dallo Skunk Works (il team che durante la Seconda Guerra Mondiale progettò, in 6 mesi, il primo caccia a reazione americano, l’XP-80 Shooting Star).
Nelle segrete stanze, tra Modena e Torino, “Giorgio” prende forma e si arriva all’ormai noto 2015. L’azienda decide di adottare un approccio top-down, presentando, per prima, Giulia Quadrifoglio. È un lancio molto atteso, ed è avvolto nel segreto più assoluto: non vengono mai anticipate alla stampa foto o caratteristiche tecniche. E neppure il nome.
La nuova Giulia viene rivelata al mondo il 24 giugno 2015: un giorno speciale per tanti motivi. Perché è il compleanno del Marchio, il 105esimo. Perché nasce un’auto che gli appassionati aspettavano con trepidazione. E perché Alfa Romeo torna ad avere una casa: sulle note del “Nessun dorma” di Puccini, il maestro Andrea Bocelli saluta Giulia nelle sale del rinnovato Museo Storico di Arese. Passato e futuro si incontrano nel giorno che per il Biscione significa solo una cosa: il giorno 0 della ripartenza.
Segue Giulia, un nome che sa di antico ma che porta al debutto motori tutti nuovi, con l’apice rappresentato dal 6 cilindri biturbo da 510 CV e un 50:50 di distribuzione pesi tra i due assi, che non guasta mai. Davanti la sospensione anteriore è a doppio quadrilatero con asse di sterzo semi-virtuale, dietro debutta il nuovo Alfalink, un sistema multilink a quattro bracci e mezzo: molto rigido in curva, e al tempo stesso flessibile longitudinalmente.
Per amplificare il piacere di guida, il team Giorgio sviluppa sistemi specifici con una chiara connotazione Alfa Romeo: dalla trazione integrale Q4 (che interviene autonomamente solo quando serve), all’Integrated Brake System (che gestisce i dispositivi di frenata e il controllo di stabilità), dal Differenziale a Slittamento Lineare (che migliora la risposta in curva), fino al Torque Vectoring (che distribuisce in modo programmato la potenza alle ruote posteriori, migliorando la trazione e la prontezza di sterzo). A coordinare tutte le funzioni, un “supercervello” rappresentato dall’esclusivo Chassis Domain Control, che potete ammirare in questa foto…senza veli.
Per creare le loro versioni ultrasportive, quasi tutte le Case arricchiscono il modello base, spesso cambiando elementi strutturali per migliorare i pesi e le prestazioni. Queste macchine sono prodotte su linee separate, e in molti casi da fornitori terzi. Al contrario, Giulia deriva dalla Quadrifoglio – e non solo esteticamente: le due vetture condividono l’architettura, l’utilizzo di materiali leggeri, la maggior parte della meccanica, perfino la linea di montaggio di Cassino. Il risultato è unico sul mercato: ogni Giulia, a partire dalle motorizzazioni di ingresso, ha la stessa ripartizione dei pesi tra anteriore e posteriore, la stessa rigidezza torsionale, gli stessi schemi di sterzo e sospensioni del “top di gamma” sportivo.
Dietro la nascita di Giorgio, però, si prepara un’altra novità assoluta. Siamo al 2017 e arriva Stelvio, l’auto che fa debuttare Alfa Romeo nel segmento degli Utility Vehicles, il più dinamico e aperto alle novità. Rispetto a Giulia, il pavimento è più alto, con una posizione di guida più elevata. Aumenta lo spazio a disposizione di passeggeri e bagagli. È maggiore la corsa delle sospensioni, per garantire la giusta altezza da terra nei percorsi fuori asfalto. Anche la carreggiata è leggermente più ampia, per accrescere la stabilità. Ma architettura e meccanica rimangono le stesse, così come la gamma motori e i sistemi elettronici. Il risultato è una vettura che ha “un’anima Alfa Romeo in un corpo da SUV”.
Il lancio di Giulia e Stelvio MY20 segna un altro passo in questa direzione, con il debutto di nuovi ADAS, del touchscreen da 8,8” e di altre piccole novità.
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