L’Italia propone di anticipare la revisione del bando sulle auto endotermiche dal 2026 al 2025, ottenendo il supporto di diversi Paesi europei, soprattutto quell’est. Tra gli scettici sulla richiesta spiccano la Germania e altri Paesi chiave, i quali esprimono riserve, mantenendo fermo l’obiettivo del divieto di auto a combustione entro il 2035. La spaccatura tra i membri dell’UE riflette le difficoltà di conciliare le esigenze economiche con quelle ambientali, rendendo incerta la futura direzione della normativa automobilistica.
La proposta avanzata dall’Italia per anticipare dal 2026 al 2025 la clausola di revisione del bando sulle auto endotermiche ha acceso un vivace dibattito a livello europeo. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha dichiarato di aver raccolto il sostegno di almeno una decina di Paesi, un numero sufficiente per spingere la Commissione Europea a considerare un emendamento al regolamento attuale che porterà a stoppare definitivamente la vendita di auto termiche entro pochi anni.
Alcuni Paesi che inizialmente avevano mostrato apertura sembrano aver cambiato posizione, creando incertezze sulla reale consistenza del fronte favorevole alla proposta italiana. Il Consiglio Competitività dell’UE del 26 settembre 2024 non ha fornito risposte definitive, lasciando la questione in sospeso.
Il ministro Urso ha confermato che numerosi Paesi hanno manifestato il loro supporto alla revisione anticipata, sia in sede di Consiglio che in incontri bilaterali. Tra i sostenitori figurano Romania, Slovacchia, Lettonia, Malta, Cipro, Polonia, Repubblica Ceca e vi sono stati colloqui anche con Spagna e Germania. Inoltre, il Ministero ha inserito anche Austria e Olanda tra i Paesi favorevoli, portando così il numero a dieci o più nazioni. Secondo il ministro, esiste quindi una maggioranza sufficiente per chiedere ufficialmente di anticipare la revisione alla prima metà del 2025, un anno prima rispetto alla data attualmente prevista.
Nonostante le dichiarazioni ottimistiche di Urso, alcuni Paesi mantengono una posizione più cauta. In particolare, la Germania ha manifestato alcuni dubbi, pur con aperture parziali. Il ministro tedesco Robert Habeck ha mostrato una certa disponibilità verso le richieste italiane, ma ha chiarito che per Berlino il divieto di auto endotermiche entro il 2035 rimane un obiettivo fondamentale e non negoziabile. Il segretario tedesco all’Economia, Sven Giegold, ha inoltre sottolineato l’importanza di non compromettere i target climatici e ha ribadito l’opposizione ai biocarburanti. Anche altri importanti Paesi, come Francia, Svezia e Spagna, pur riconoscendo la necessità di strumenti adeguati per raggiungere gli obiettivi climatici, non sembrano favorevoli a una modifica della normativa in tempi così brevi.
La spaccatura tra i Paesi membri dell’UE sulla questione è evidente e riflette l’importanza della transizione verso una mobilità più sostenibile, ma anche le difficoltà di conciliare esigenze economiche e ambientali. Il destino della proposta italiana rimane incerto, e la discussione continuerà nei prossimi mesi ai più alti livelli istituzionali. La posta in gioco è alta, in quanto le decisioni che verranno prese avranno un impatto significativo sul futuro dell’industria automobilistica europea.
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