Meno di una settimana, questo è il tempo trascorso tra l’inizio delle polemiche contro il rincaro delle multe e la decisione del governo di bloccare quest’aumento che ha spaventato gli automobilisti italiani e le associazioni a tutela dei consumatori. Un rincaro che si sarebbe attestato ad un +11% a partire dal primo gennaio 2023 e che, almeno per un altro biennio, è stato scongiurato.
La decisione di bloccare l’adeguamento automatico dei costi delle multe è stata ufficializzata dall’esecutivo italiano. Il tutto è scritto nella bozza della manovra, nella quale si legge:
“In considerazione dell’eccezionalità della situazione economica a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, per gli anni 2023 e 2024, è sospeso l’aggiornamento biennale delle sanzioni amministrative pecuniarie in misura pari all’intera variazione, accertata dall’Istat. La novità piacerà agli automobilisti, perché altrimenti le violazioni del codice della strada avrebbero subito un aumento superiore al 10% a partire dal 2023. A causa dell’articolo 195 del Codice della strada. La norma prevede infatti che l’entità delle sanzioni amministrative pecuniarie, quindi delle multe, venga aggiornata ogni due anni «in misura pari all’intera variazione, accertata dall’Istat, dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati verificatasi nei due anni precedenti”.
Quindi senza la presa di posizione del governo Meloni, il 2023 avrebbe regalato agli automobilisti italiani una stangata non indifferente, con un rincaro dell’11%.
A lanciare l’allarme qualche giorno fa in merito all’aumento delle mute sono state le organizzazioni dei consumatori, con il Codacons che aveva calcolato l’impatto dei rialzi generando tali risultati:
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