Il Quadrifoglio per gli alfisti è pieno di significati, pieno di storia e di tradizione. Apposto da sempre sulla carrozzeria delle vetture più performanti realizzate dal Biscione, questo simbolo speciale nasce nel 1923 sulla “RL” di Ugo Sivocci che vinse la XIV edizione della Targa Florio.
Oggi, se possibile, il Quadrifoglio è ancora più ricco di sentimenti perché segna un ritorno, quello di Alfa Romeo, nel mondo della sportività, quella segnata dai trionfi nel motorsport, ma anche delle vetture di serie dalle alte prestazioni.
L’ultima della dinastia è stata la Giulia Quadrifoglio, che ha fatto sognare tutti, riaccendendo da una parte la passione e dall’altra veri e propri dibattiti tra appassionati di auto. Adesso è arrivato il momento di un nuovo modello, probabilmente ancora più sorprendente, che porta la stessa firma, il nuovo Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio.
Per provare un’auto così estrema e spettacolare, siamo andati in una location altrettanto scenografica: Dubai. Con le sue famose strade che corrono fin dentro la città e con i suoi saliscendi che ci hanno portato in cima al Jebel Jais, il passo dello Stelvio degli Emirati Arabi Uniti.
Se lo Stelvio ha conquistato con il suo design azzeccato, la versione Quadrifoglio è la massima espressione della sportività che un SUV può proporre, con dimensioni tipiche del segmento medio, con 4,70 metri di lunghezza, 1,68 m di altezza e 2,16 m di larghezza.
Dove troviamo linee già marcate e forti, queste su Quadrifoglio sono state estremizzate e, al contempo, sono state adottate soluzioni concepite per soddisfare gli elementi tecnici di questa vettura. Il frontale dello Stelvio Quadrifoglio propone un nuovo stile della griglia, con le classiche asole attorno allo scudetto associate a superfici nervose e con prese d’aria laterali per raffreddare gli intercooler. L’inconfondibile “Trilobo” è stato disegnato per formare un “tutt’uno” riassumibile con due parole diventate una sorta di marchio di fabbrica: “Bellezza Necessaria”.
Nella vista laterale, oltre alle linee sensuali dello Stelvio, vediamo ancora più muscoli, una sensazione enfatizzata dai passaruota gonfi e colorati con la stessa tinta della carrozzeria. Anche i codolini offrono l’impressione di andare incontro alle ruote di grandi dimensioni, con cerchi in lega bruniti che misurano 20” e una gommatura differenziata tra avantreno e retrotreno. L’aspetto complessivo nasce anche da fattori aerodinamici, di velocità e di guida, così lo stile e il design sono modellati sulla base di queste esigenze. A dimostrazione di questo fatto ci sono gli sfoghi presenti sul cofano per il passaggio dell’aria verso l’esterno del vano motore, la minigonna sportiva e gli archi passaruota.
Completano un design cattivissimo, i fari allo xeno con LED diurno (non sono ancora previsti i full LED), i gruppi ottici posteriori a LED e i quattro terminali di scarico, in doppia coppia sfalsata, come sulla Giulia Q.
Come accadeva già in passato nelle Alfa Romeo, anche l’abitacolo dello Stelvio Quadrifoglio è pensato attorno al guidatore. I comandi sono essenziali e ben distribuiti, mentre gli altri sono raggruppati sul volante, piccolo e diretto.
Il tunnel diagonale e la plancia leggermente ondulata convergono verso il posto di guida, che si ritrova cucito su misura, con una buona cura dei dettagli e, soprattutto con un ambiente molto più racing, grazie all’ampio utilizzo della fibra di carbonio sulla consolle, sul tunnel, sulla mostrina della plancia, sugli inserti delle maniglie e sulla corona del volante. Per massimizzare l’esperienza di guida poi, Stelvio Quadrifoglio offre di serie le leve del cambio in alluminio ricavato dal pieno, solidali al piantone di sterzo.
Altrettanto sportivi sono i sedili in pelle nera e Alcantara, ben profilati per un miglior contenimento in curva, impreziositi da cuciture rosse o bianche o verdi o grigio scuro. In sostanza si respira tutta un’altra aria, che invoglia il guidatore a impugnare il volante, prendere in mano i paddle ricavati dal pieno e premere a fondo l’acceleratore.
Lo Stelvio Quadrifoglio introduce una novità anche a livello d’infotainment, dove fa il suo debutto il supporto per Apple CarPlay, insieme alla compatibilità con Android Auto, arrichendo l’Alfa Connect 3D NAV 8,8”, presente di serie. Questo sistema di informazione, navigazione e intrattenimento è stato sviluppato in collaborazione con Magneti Marelli e la gestione avviene tramite il Rotary Pad. Nonostante qualche critica ricevuta, questo sistema è ben funzionante e offre un’alta risoluzione.
Dopo essersi preso lo scettro di SUV più veloce in pista con un tempo di 7 minuti, 51 secondi e 7 decimi nel mitico circuito del Nurburgring, lo Stelvio Quadrifoglio è ora nelle nostre mani, per scoprire se oltre alle prestazioni, si conferma questo nuovo feeling di guida lanciato dalla Giulia.
Il motore 2.9 V6 Bi-Turbo benzina, in alluminio e ispirato da tecnologie e competenze tecniche Ferrari, eroga 510 CV di potenza massima a 6.500 giri/min e una coppia massima di 600 Nm tra i 2.500 e i 5.000 giri. A orchestrare questa cavalleria esagerata c’è il noto cambio automatico a otto marce (lo ZF), nuovamente ricalibrato, che consente cambiate in soli 150 millisecondi in modalità di guida Race.
Il cambio automatico è in grado, a seconda della modalità del selettore Alfa DNA Pro, di modificare il comportamento dinamico del veicolo in base alle scelte del guidatore: Dynamic, Natural, Advanced Efficiency per ridurre i consumi con funzioni quali il “sailing” e la disattivazione dei cilindri e, soprattutto, Race, per ottenere le massime performance di guida.
Eccezionali le prestazioni: accelerazione da 0 a 100 km/h in 3,8 secondi (-0,1s rispetto alla Giulia Quadrifoglio) e velocità massima di 283 km/h, la più elevata della categoria.
Per la prima volta il motore 2.9 V6 Bi-Turbo benzina da 510 CV è abbinato al sistema di trazione integrale Q4, permettendogli di diventare il SUV più prestazionale del segmento. Il peso a secco di 1.830 kg, vanta il miglior rapporto peso/potenza della categoria e la migliore potenza specifica. Questi risultati sono stati raggiunti grazie a un attento studio di distribuzione dei pesi e all’utilizzo di materiali ultraleggeri come la fibra di carbonio per l’albero di trasmissione e l’alluminio per motore, sospensioni, freni, porte, passaruota, cofano e portellone posteriore.
Premendo il tasto Start/Stop (di colore rosso per le Quadrifoglio) sul volante, il 2.9 si sveglia con acuto, assestandosi al minimo con un discreto borbottio. Non appena si accelera, senza accenni di turbo lag, lo Stelvio incolla al sedile e sale di giri in maniera notevole, accompagnato da un sound molto simile a quello della Giulia Q, ma con un pizzico di cattiveria in più, soprattutto negli “schiaffi” che tira tra una cambiata e l’altra, scoppietti ottenibili principalmente in Race. Per godere al meglio di questo propulsore, l’otto rapporti si presenta sempre all’altezza della situazione, soprattutto in modalità manuale sequenziale, con i paddle al volante in alluminio ricavato dal pieno. Un miracolo made in Alfa Romeo, considerando che è un convertitore di coppia e non un doppia frizione.
Per amministrare tale potenza non basta una trazione integrale e un cambio ben calibrato, ma serve un “cervello”, che, nel caso del SUV Alfa Romeo, è l’Alfa Chassis Domain Control (CDC). Esso è in grado di gestire e assegnare, in contemporanea, compiti specifici ai diversi sistemi. Gli attori principali sono il differenziale Alfa Active Torque Vectoring, le sospensioni attive Alfa Active Suspension e l’ESC, in accordo con l’impostazione selezionata dal guidatore tramite il selettore Alfa DNA Pro.
La tecnologia Torque Vectoring ottimizza la motricità di Stelvio Quadrifoglio, con le due frizioni, a controllo elettronico contenute nel differenziale posteriore, che consentono di gestire separatamente la coppia per ciascuna ruota. In questo modo, la trasmissione della potenza a terra è sempre ottimale anche in situazioni di guida al limite, come abbiamo potuto notare in percorrenza e in uscita di curva, dove la compostezza del corpo vettura ha stupito. Qui parte del merito è dell’Alfa Active Suspension, il sistema di controllo attivo e continuo delle sospensioni e degli ammortizzatori che permette di ridurre le oscillazioni in tutte le condizioni di guida. Senza contare che lo Stelvio Quadrifoglio ha un’ottima maestra di handling e comfort, la Giulia, dalla quale eredita anche lo schema delle sospensioni AlfaLink: all’avantreno è a quadrilateri sovrapposti con asse di sterzo semi-virtuale, al retrotreno adotta una soluzione Multilink a quattro bracci e mezzo.
A emozioni forti, a un motore instancabile e a un assetto da applausi si aggiunge uno sterzo molto lineare e preciso, leggero, ma al contempo affilato come una lama. Voi impartite una direzione allo Stelvio Quadrifoglio e lui risponde immediatamente, trasmettendo il giusto feedback circa i limiti (altissimi) della vettura.
Nonostante indole e aspetto intimoriscano al primo sguardo, dopo pochi chilometri alla guida di questa vettura, si prende facilmente una bella confidenza e viene subito voglia di spingere sempre di più, grazie anche al comportamento apparentemente neutro dello Stelvio. Perché dico apparentemente? Perché la trazione comunque di base è posteriore e, con 510 cavalli e la modalità Race, si riesce a far derapare di potenza questa belva, riuscendo sempre a mantenere il controllo della situazione. Impressionante.
Intraversare un SUV è probabilmente uno dei sogni più reconditi di ogni appassionato e lo Stelvio colpisce per la semplicità con cui si ottengono risultati da “professionista”.
Quando serve, però, la trazione c’è, eccome. Come funziona il Q4? L’architettura del sistema Q4 comprende un active transfer case e un differenziale anteriore. In condizioni normali, il sistema Q4 trasferisce il 100% della coppia all’assale posteriore. All’approssimarsi del limite di aderenza delle ruote, il sistema trasmette in tempo reale fino al 50% della coppia motrice all’assale anteriore attraverso l’active transfer case. Se questa tecnologia permette di avere aderenza su qualsiasi fondo, come abbiamo accennato in precedenza, la taratura sportiva ci permette comunque di “giocare” con lo Stelvio.
Ulteriore peculiarità dello Stelvio Quadrifoglio è l’innovativo sistema elettromeccanico Integrated Brake System – contenuto esclusivo del marchio Alfa Romeo, al suo esordito su Giulia – che è diventato il nuovo sistema di riferimento sia per prontezza di risposta, sia per spazi di arresto. A richiesta, successivamente al lancio, saranno disponibili i dischi freno carbo-ceramici.
Quello che più colpisce, in sostanza, è la facilità con cui il SUV marchiato dal Quadrifoglio si “mangia” le strade tortuose, come quelle affrontate sul bellissimo passo che porta in cima allo Jebel Jais. Se ci si distrae un attimo e si dimenticano altezza da terra e posizione di guida rialzata, sembra di essere a bordo della berlina sportiva del Biscione, un traguardo che probabilmente supera ogni aspettativa degli ingegneri della Casa di Arese. Una supercar travestita da SUV.
Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio: a partire da 95.000 euro
L’Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio parte dal prezzo di 95.000 euro e offre una dotazione di serie praticamente completa a cui manca solo l’impianto audio della Harman Kardon e i sedili elettrici, riscaldabili. Sono compresi nell’equipaggiamento “base”, infatti, accessori come gli inserti in fibra di carbonio, le minigonne, l’Alfa Connect da 8,8”, la retrocamera, l’Alfa DNA Pro (con modalità Race), l’Alfa Chassis Domain Control (CDC), Alfa Active Suspension e tutti i sistemi di assistenza alla guida previsti.
Il Quadrifoglio risponde presente ed è già pronto a guardare verso una nuova avventura. Quale sarà la prossima?
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