Con uno dei lanci più importanti di questo secolo per Alfa Romeo, il Biscione è entrato nel mondo dei SUV e l’ha fatto con un modello tutto da guidare come lo Stelvio. In seguito, è arrivata anche la versione più sportiva, sulle orme, molto fedeli, della Giulia Quadrifoglio. L’Alfa Romeo Stelvio Q, ha infatti aggiunto la trazione integrale a una meccanica, quella della berlina di Arese, che vanta un 2.9 biturbo da 510 CV e prestazioni da supercar.
Noi abbiamo provato entrambe le Quadrifoglio, rimanendo sorpresi dalle loro performance, e rimanendo ancora più stupiti dalla capacità di Stelvio Quadrifoglio di andare così forte in maniera così semplice e comunicativa. Sulla scia dell’entusiasmo creatasi dopo il lancio di uno dei SUV più veloci al mondo, per celebrare la partnership con il team Sauber di Formula 1, è nato Stelvio Quadrifoglio Alfa Romeo Racing, una versione speciale del Quadrifoglio limitata a soli 10 esemplari al mondo (10 come le vittorie del Biscione in F1 a inizio anni ’50), che richiama il mondo delle monoposto e adotta soluzioni estetiche, oltre a qualcuna tecnica che ha attirato il nostro interesse.
Scopriamo com’è e come va lo Stelvio Quadrifoglio Alfa Romeo Racing nel nostro test drive.
Le linee generali della vettura non sono state intaccate, con le forme muscolose e tese dello Stelvio Quadrifoglio che continuano a farsi ammirare. Quello che cambia è principalmente nella livrea, che richiama in maniera piuttosto fedele quella della vettura che corre in questa stagione con il nome di Team Alfa Romeo Racing. Il bianco Trofeo prevale nella parte inferiore della carrozzeria, mentre il rosso Competizione colora cofano e montanti, con alcuni accenti sulla calandra.
Il vano motore è impreziosito da una striscia bianca che “taglia” in due sezioni la vettura, al centro della quale domina il biscione, sempre in rosso. Lo stesso iconico simbolo lo ritroviamo in bianco sul montante C. Molto belli gli inserti in fibra di carbonio sul tetto, sugli specchi e in altri punti strategici della vettura, come la “V” del trilobo frontale e i battitacco. Una menzione di merito va alle minigonne con il bellissimo deflettore aerodinamico che riporta la scritta Sauber Engineering, a rimarcare la collaborazione con il brand di Formula 1.
I cerchi da 20” pollici neri, le pinze freno rosse Brembo, i dischi carboceramici e lo scarico Akrapovič completano un aspetto davvero molto aggressivo e altrettanto “vistoso”.
Dentro, l’abitacolo è lo stesso della Quadrifoglio tradizionale, con la tanta fibra di carbonio, gli accoppiamenti molto ben realizzati, il pacchetto audio premium Harman Kardon, il sistema infotainment Alfa Connect 3D Nav by Mopar con schermo da 8,8’’, Apple CarPlay, Android Auto e la radio DAB.
Su Stelvio Quadrifoglio Alfa Romeo Racing non mancano, infine, i cristalli privacy e l’Adaptive Cruise Control.
Sotto il cofano, non tradisce la sua presenza il sempre apprezzato 2.9 V6 Bi-Turbo benzina, che, grazie al nuovo impianto di scarico Akrapovič raggiunge la potenza di 520 CV (10 in più rispetto a Stelvio Q “normale”) e conferma i 600 Nm di coppia, che assicurano una velocità di 283 km/h per 3,8 secondi da 0-100 km/h.
Ci sediamo, molto in basso per essere su un SUV e questo è merito dei bellissimi sedili sportivi Sparco con poggiatesta integrato. Tutto è gestito del selettore Alfa DNA Pro, che permette di modificare il comportamento dinamico del veicolo in base alle scelte del guidatore: Advanced Efficiency, Natural, Dynamic e Race sono le quattro configurazioni disponibili, con il tasto delle sospensioni attive, che si può premere a piacimento, ma che è sempre attivo quando la rotella è in Race.
La prima modalità serve a ridurre i consumi con funzioni quali il “sailing” e la disattivazione dei cilindri, ma non vi aspettate miracoli. Poi salendo da Normal a Dynamic lo Stelvio si sveglia dal torpore, ma ad ogni accelerata sembra quasi che vi chieda di essere messa in Race, per poter scatenare tutti i 520 CV, disponibili a 6.500 giri, e i 600 Nm di coppia presenti tra i 2.000 e i 5.000 giri.
Una volta entrati nel fantastico mondo della modalità Race non vorrete più scendere. Benvenuti nel parco divertimenti targato Alfa Romeo Quadrifoglio.
Bene, ancora non abbiamo affrontato una curva e già ci si diverte. Le premesse sono buone, ma il meglio deve ancora arrivare. Lo Stelvio Quadrifoglio Alfa Romeo Racing, come il suo gemello da 10 CV in meno, ha ricevuto gli insegnamenti direttamente dalla Giulia per quanto riguarda l’assetto, infatti, lo schema delle sospensioni AlfaLink all’avantreno vede i quadrilateri sovrapposti con asse di sterzo semi-virtuale, mentre al retrotreno Multilink a quattro bracci e mezzo. Inoltre, c’è il sistema di controllo attivo e continuo delle sospensioni e degli ammortizzatori che permette di ridurre le oscillazioni in tutte le condizioni di guida.
Ingresso e appoggio in curva sono veramente rassicuranti; nei curvoni veloci lo Stelvio Racing non si perde un millimetro, mostrandosi molto affilato, nonostante i 1.800 kg di peso, poco meno di Stelvio Q, grazie all’adozione massiccia della fibra di carbonio. Il “trucco”, se così si può definire, è l’effetto cut off dell’acceleratore, che, non appena si lascia il pedale, taglia immediatamente la potenza, spostando il carico sull’asse anteriore per agevolare l’inserimento. In uscita poi continua il divertimento, grazie al posteriore “ballerino” e a una trazione che privilegia il retrotreno, è possibile giocare ulteriormente con un leggero sovrasterzo, prontamente corretto dall’anteriore. E tutto questo avviene con i controlli praticamente disattivati, ma con la tecnologia Torque Vectoring che ottimizza la motricità, con le due frizioni, a controllo elettronico contenute nel differenziale posteriore, che consentono di gestire separatamente la coppia per ciascuna ruota.
Lo sterzo merita una menzione a parte poiché il suo settaggio è da applausi a scena aperta, senza dubbio il migliore della categoria per manifesta superiorità. Preciso e direttissimo, rimane sempre abbastanza leggero (unica cosa che non mi fa impazzire), ma nella guida sportiva è capace di regalare feedback senza eguali. Anche il cambio ZF a 8 rapporti è uno dei punti di forza, grazie alle sue cambiate veloci e scalate altrettanto fulminee in modalità sequenziale. Un po’ meno intuitivo, invece, se lasciato nella gestione puramente automatica.
Bene anche i freni, molto potenti, ben dimensionati in rapporto alla massa e capaci di continuare il proprio lavoro anche ad alte temperature, merito anche del sistema elettromeccanico Integrated Brake System. Il settaggio della frenata di emergenza è stato nettamente modificato rispetto alla versione normale, dove questo entrava ogni volta che si premeva il pedale con decisione. Unico difetto, la corsa, che risulta troppo corta, rendendo meno filante la guida in città.
E il sound? Akrapovič ha fatto l’ennesimo capolavoro. Ogni appassionato che si rispetti adora sentire la propria auto “cantare” come si deve e questo impianto regala quelle note appaganti anche ai bassi regimi, dove prima, con la Quadrifoglio tradizionale, il sound rimaneva molto sommesso. Agli alti, invece, sempre in Race si raggiungono tonalità superiori rispetto al passato e qualche bel “botto” in cambiata.
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