Il Diesel è il nostro più grande “nemico” nelle città? Direi di no, o meglio, a dire di no è uno studio dell’Arpa, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Piemonte, che afferma un dato per certi versi sorprendente, ma per altri ben scontato: i motori Diesel non sono gli unici responsabili dell’inquinamento da polveri sottili, le cosiddette PM10.
Lo studio, infatti, dice che i riscaldamenti a biomassa (pellet e legna) incidono per il 44% dell’inquinamento totale di PM10 nella città di Torino. Le emissioni derivanti da auto e agli altri tipi di trasporto, come quello ferroviario, sono pari al 37 per cento. Non è tutto, però, perché la metà di questo 37%, circa il 14% è riconducibile alle polveri sottili generate dall’usura dei freni o dei pneumatici, mentre esclusivamente il 21% viene emesso dagli scarichi di tutte le auto circolanti. Di questo, l’11% circa deriva effettivamente da Diesel e mezzi pesanti.
I centri di rilevamento dell’Arpa dicono, quindi, che caminetti, generatori a biomassa e forni delle pizzerie producono quasi la metà delle polveri sottili. Antonella Pannocchia, dirigente di Arpa, commenta così: “La combustione della legna è una fonte d’inquinamento residuale a Torino dove è forte la presenza del teleriscaldamento. Se a Torino si è investito sul teleriscaldamento, nei comuni vicini si brucia ancora troppa legna. Per questo è necessaria una politica di miglioramento della qualità dell’aria più integrata che non si fermi all’imposizione dei blocchi del traffico. Soli non bastano.”
Le auto inquinano, ma la situazione climatica (per la Pianura Padana in particolare) e i riscaldamenti creano un problema notevole che falsa tutta la lotta al Diesel degli ultimi mesi. È ora di prendere delle decisioni a 360°, senza continuare a colpire esclusivamente gli automobilisti, come accade regolarmente con i blocchi del traffico, che da soli servono a poco o nulla.
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