Con il nuovo corso di smart legato all’accordo della casa del gruppo Mercedes con il gruppo cinese Geely, la gamma del costruttore ha visto l’elettrificazione dei propri modelli. Sono lontani, infatti, i tempi in cui fortwo e forfour disponevano di piccoli motori termici: il 2019 è stato l’anno spartiacque che ha segnato l’ingresso di smart nel mondo dell’elettrico.
Con l’arrivo dei cinesi la gamma smart ha visto una profonda rivisitazione con la nascita di nuove vetture che hanno segnato uno stacco netto rispetto al passato con la smart #1, la smart #3 e la più grande smart #5. Il comune denominatore di questi modelli? La propulsione elettrica che però si scontra con l’andamento del mercato di certo non positivo per le vetture a batteria.
Alcune immagini comparse sul web, però, sembrano segnare un cambio di strategia del costruttore. Nello scatto a fare bella mostra è un prototipo con delle camuffature leggere della smart #5 che sotto il cofano ospita un motore a benzina. Un segnale importante che segna il passo indietro del costruttore che dopo la fase dell’elettrico, ora punta nuovamente sul caro e vecchio termico abbinato all’elettrificazione di supporto.
Il muletto intercettato dal sito cinese Autohome dovrebbe essere una variante della smart #5 con il 1.5 ibrido plug-in: una presa netta di posizione verso il termico proprio per il modello di punta smart. Il nuovo modello prima verrà proposto in Cina e poi arriverà in Europa dove le elettriche che nascono fuori dai confini del Vecchio Continente sono fortemente penalizzate per via dei dazi dell’Unione.
Quello che fa supporre che la smart termica arriverà anche in Europa è il fatto che le tasse non valgono per le ibride plug-in che ne sono esenti. Prepariamoci quindi per una novità assoluta che presubilmente mostrerà un 1.5 benzina con elettrificazione che certamente andrà a contenere anche il prezzo rispetto all’omologa versione 100% elettrica.
La strategia di smart fa seguito ad altri passi indietro di molti costruttori come ad esempio Porsche che punta a proporre nei propri listini ancora per diversi anni versioni termiche delle proprie vetture per via dell’andamento del mercato che al momento non ha sfondato con le vetture 100 % a batteria. Non stupisce, infatti, anche la mossa di un altro costruttore cinese (ovvero BYD) che sta puntando sulla Seal U che costituisce il primo modello plug-in sul mercato italiano. Sarà apprezzata nel nostro Paese la variante plug-in?
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