Si sa, gli anni passano in fretta, ma dieci anni sono un periodo lungo da trascorrere, eppure sono proprio 10 gli anni passati dalla scomparsa di Sergio Pininfarina, avvenuta il 3 luglio 2012, eppure la sua figura risulta essere più che mai attuale, come hanno dimostrato i molti tributi fatti in una conferenza stampa organizzata a Torino, all’Unione Industriali di cui è stato presidente dal 1978 al 1984, proprio questa conferenza ha celebrato l’impegno e l’eredità lasciata da Sergio Pininfarina alla sua azienda ed alla sua città.
A rendere così completa e importante la sua opera è stata la capacità di guardare avanti, spingendo la stessa azienda di famiglia, la Pininfarina, a puntare oltre l’eccellenza automobilistica, e affrontare le sfide con un atteggiamento autorevole ma sempre mite che gli ha permesso di muovere passi importanti anche sulla scena politica, come ricordato da alcuni degli ospiti che lo hanno ricordato durante il loro intervento.
L’evento è stato organizzato dal figlio Paolo Pininfarina, oggi presidente del Gruppo omonimo, che come molti sanno racchiude le attività non soltanto legate all’auto, e che ha voluto omaggiare il genitore raccogliendo in un libro alcune testimonianze e i più importanti discorsi tenuti da Sergio Pininfaria nei suoi vari ruoli che ha ricoperto.
Nell’intervento di Paolo Pininfarina, che ha aperto la breve tavola rotonda moderata dal giornalista Marcello Sorgi, ha però tenuto a sottolineare l’importanza della figura paterna anche in ambito familiare, definendolo “un ottimo figlio, un ottimo padre e un ottimo nonno”.
Alla figura imprenditoriale e a quella di designer e creatore di oggetti che sono stati e sono orgoglio del “Made in Italy”, è stato dedicato gran parte del contributo inviato da Luca Cordero di Montezemolo, che nel ruolo di presidente di Ferrari dal 1993 al 2014 ha lavorato a stretto contatto con Pininfarina.
Di lui ricorda e cita la fase: “Bisogna che anche senza vedere il marchio del Cavallino, chi guarda queste auto le riconosca immediatamente come delle Ferrari”. Dello stesso tenore è l’intervento di Antonio Ghini, ex direttore comunicazione di Ferrari che attraverso alcun aneddoti, come quello sull’eliminazione dell’alettone inizialmente previsto sulla Ferrari Enzo, ha sottolineato l’atteggiamento comprensivo e consapevole del Pininfarina imprenditore.
Gli altri interventi fatti, da quello di Giorgio Marsiaj, presidente e AD di Sabelt, a quelli di altre personalità del giornalismo, della comunicazione e della politica come Beppe Facchetti e Gianni Letta, ne hanno ricordato l’impegno fermo ma sempre corretto e disponibile in Confidustria, il rapporto sempre molto rispettoso e cauto nei confronti della stessa politica che lo ha visto impegnato nel ruolo di parlamentare europeo e di senatore a vita della Repubblica Italiana.
Ma anche, a coronamento e collante di tutti questi aspetti, quello quasi spontaneo e gratificante di rappresentante, e ambasciatore dovesse suonare troppo impegnativo, dell’italianità e della torinesità nel mondo, che gli ha procurato nel tempo dimostrazioni di stima e rispetto da persone semplici come di manager e governanti di tutta Italia e non solo che non hanno mai smesso di apprezzarlo ed apprezzare l’operato che Sergio Pininfarina ha compiuto nel suo operato.
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