La Seat Mii è un’agile citycar che condivide la piattaforma tecnica con le cugine Volkswagen up! e Skoda Citigo, raccogliendo l’eredità della Arosa e ponendosi alla base della gamma Seat. Merito di un carrozzeria dagli sbalzi contenuti e di una forma decisamente compatta (3,56 metri di lunghezza, 1,64 metri di larghezza e 1,49 metri di altezza), la citycar spagnola risulta essere un’automobile estremamente agile e con un raggio di sterzata di ben 9,8 metri risulta ideale per il traffico cittadino.
Abbiamo deciso di metterla alla prova, per vedere come se la cava in città e fuori. Ecco com’è andata.
La vettura in prova: Chic ma semplice
La versione da noi testata nel dettaglio è la Seat Mii 1.0 Chic 5 porte nella versione da 75 CV con cambio automatico (ASG), sostanzialmente il top di gamma. A primo impatto si notano subito le somiglianze con le cugine di Volkswagen e Skoda, ma la piccola spagnola, grazie alla sua linea un po’ più trendy e giovanile, meglio si sposa con un pubblico femminile o comunque attento ad un immagine per lo meno “Chic”.
La Seat Mii Chic dispone di un equipaggiamento di serie arricchito dal volante rivestito in pelle ai raffinati inserti cromati, ai fari fendinebbia, agli specchietti retrovisori elettrici e riscaldabili e ai cerchi in lega da 14”(175/65-R14). Il climatizzatore manuale è di serie, proprio come la potente radio CD-MP3 con presa AUX-in e la connessione MP3. Il logo Chic compare all’interno e all’esterno della vettura, per definire questa nuova versione, dichiaratamente ispirata a clienti che seguono la moda e alle ultime tendenze.
Il colore della vettura da noi provata è l’Argento Reflex che dona alla Seat Mii quel tocco di eleganza e serietà, anche se forse sarebbe stato più indicato un giallo o un rosso sgargiante in linea con il pubblico giovanile a cui la vettura si rivolge.
Le due portiere posteriori, quasi camuffate nel design complessivo, si vedono appena, ma offrono maggiore praticità a un sovrapprezzo di circa 510 euro. Con le 5 porte l’accesso a bordo è facilitato e le dimensioni restano da cittadina, il bagagliaio con vano frazionato è da 251 litri (superiore a molte concorrenti di pari categoria) e abbattendo asimmetricamente i sedili posteriori si può espanderne la capacità di carico fino a 951 litri. Purtroppo l’abitacolo è omologato per soli 4 passeggeri e il quinto posto non è fornibile neanche a pagamento (come avviene invece su alcune citycar della concorrenza). Le dimensioni interne sono comunque generose e tali da accogliere comodamente i passeggeri anche nei due posti posteriori, merito di una sufficiente altezza del tetto e di un adeguato spazio per le gambe ricavato grazie ad un elevato passo della vettura. Ci permettiamo però di criticare la scelta di dotare i finestrini posteriori, della versione a cinque porte, di un’apertura laterale come sulla versione a tre porte in luogo della classica apertura a scomparsa.
Bastano pochi sguardi per notare l’attenzione con cui il veicolo è stato assemblato, aprendo e chiudendo la portiera ci si accorge che la qualità dei materiali usati è quella per cui la Casa tedesca da sempre si contraddistingue, nonostante qualche lamierato sia stato lasciato a vista. Gli accoppiamenti ben curati e le rifiniture di alto livello, sia all’esterno sia alll’interno, ci fanno completamente dimenticare la politica di risparmio un tempo attuata dalla Casa spagnola, trasmettendo quella sensazione di solidità tipicamente da tedesca. La plancia è minimalista ed essenziale, con un equilibrio gradevole tra i diversi elementi, e una disposizione molto razionale ed efficace. All’interno ne fanno da padrone cruscotto e inserti sul volante in bianco lucido, tappezzeria personalizzata e volante e pomello leva del cambio in pelle.
Appena saliti a bordo salta subito all’occhio il navigatore rimovibile, posto centralmente sopra la plancia e collegato direttamente alla vettura come se fosse un tutt’uno con la stessa, e il logo “Chic” di colore argento, posto sul cruscotto bianco lucido in prossimità della bocchetta dell’aria lato passeggero, a ricordare che non si è alla guida di una versione normale ma di una versione Chic. All’accensione il Garmin, creato in collaborazione con Volkswagen, divide lo schermo in quattro sezioni: navigatore, multimedia, telefono e veicolo. Certo, rimuoverlo a ogni occasione non è esattamente il massimo della comodità, e non sarebbe stato così spiacevole trovarselo integrato, anche se ciò avrebbe ovviamente costretto a un ripensamento complessivo della plancia.
Nonostante il volante non sia regolabile in profondità si trova facilmente la posizione di guida ideale, i sedili con poggiatesta integrato sono comodi, esteticamente gradevoli, e la disposizione dei comandi tra plancia e leve è razionale e azzeccata. Unico aspetto negativo nella disposizione degli interni, già riscontrato su Up! e Citygo, è l’assenza del comando di tutti e due i finestrini sulla portiera del conducente o comunque centralmente, mancanza che costringe a sporgersi per aprire il cristallo del passeggero come succedeva una volta quando i finestrini erano ancora manuali.
Alla guida: sicura, economica e silenziosa
Al volante, il motore 1.0 MPI (Multi Point Injection) da 75 CV ci ha dato delle discrete soddisfazioni: propulsore brioso e cavalleria sufficiente a far muovere con agilità la piccola e leggera (932 Kg in ordine di marcia) citycar di Martorell. La potenza massima di 75 CV a 6200 giri e la coppia massima di 95 Nm fra 3.000 e 4.300 giri le permettono di raggiunge una velocità di punta di 171 km/h con una accelerazione da 0 a 100 km/h in 13,9 secondi. Il propulsore è pensato per lavorare bene già a bassi regimi, e non a caso l’indicatore posto sul quadro vi inviterà a salire di marcia spesso e volentieri. Inoltre, complice la rapportatura lunga e la logica di funzionamento del cambio automatico sequenziale a 5 marce, i consumi risultano estremamente contenuti nell’ordine dei 4,5 litri ogni 100 Km, con emissioni di CO2 nell’ordine dei 108 grammi al chilometro. Nonostante l’assenza del quarto cilindro, il piccolo motore è silenzioso e le vibrazioni sono quasi impercettibili a qualsiasi regime, tanto che a volte quando si è fermi al semaforo viene naturale dare uno sguardo al contagiri per verificare che il motore sia effettivamente in moto.
I freni sono potenti e ben modulabili (i dischi anteriori sono addirittura autoventilanti) e la tenuta di strada è ottima e, senza ombra di dubbio, superiore alle rivali. Ciò che convince meno è la rigidità delle sospensioni. Le quali, essendo tarate come quelle di una piccola sportiva, stonano con l’uso prevalente che il cliente cittadino farà di questo modello. Il rovescio positivo della medaglia è che la Mii trasmette sicurezza anche in autostrada e nei percorsi extra-urbani, nei quali sembra essere decisamente a proprio agio merito infine di uno sterzo duro, preciso e diretto (nonostante la sua leggerezza) non facendo mai brutta figura, nonostante non sia stata progettata come vettura da autostrada ne tanto meno come sportiva.
La sicurezza è protagonista a bordo con 4 airbag, l’ASR, e l’ESC (ESP) di serie (che include il sistema antiarretramento nelle partenze in salita), inoltre il modello in prova è dotato anche della funzione “City” compresa nel Safety Pack, che prevede una frenata automatica di emergenza, nel caso il conducente rischi una collisione entro una distanza di 30 metri ad una velocità compresa tra i 5 e 30 Km/h. Una soluzione ideale per evitare i tamponamenti dovuti all’intenso traffico cittadino, e disattivabile tramite l’apposito pulsante vicino al cambio.
Pro e contro: stereo sì, cambio nì
Siamo rimasti particolarmente sorpresi per l’ottimo impianto stereo, il quale si è dimostrato all’altezza in tutte le occasioni. Infatti, nonostante la dotazione di serie, il suono è risultato sempre pulito, corposo e molto potente.
Meno soddisfatti, invece, del cambio automatico a 5 marce il quale a volte ci è sembrato fin troppo lento, poco pronto e con logiche di funzionamento non sempre corrette. Essendo, infatti, un elettroattuato, progettato per una piccola citycar, infila una dietro l’altra le marce sfruttando il meno possibile il range di giri a disposizione del motore. Evita persino di scalare se non è più che necessario e lascia scorrere la vettura in quinta marcia anche a bassissime velocità sfruttando il più possibile la discreta elasticità del motore. Questo, se da un lato porta un beneficio in termini di consumi, dall’altro toglie completamente il piacere di guida lasciando a volte il guidatore non pronto a gestire alcune situazioni come un possibile sorpasso.
Prezzo e concorrenti: full optional ma cara
La Seat Mii è acquistabile a partire da 9.930 euro, per la versione a 5 porte si devono aggiungere altri 510 euro (9.900 euro), per l’allestimento “Chic” altri 1960 euro (11860 euro) ed infine per il cambio automatico ASG (800 euro) e la motorizzazione più potente da 75 CV (450 euro) per un totale di 13.110 euro. Si pagano a parte il comfort pack (390 Euro) comprensivo di cruise control, computer di bordo e sensori di parcheggio posteriori, il Seat Portable System (380 euro) comprensivo di navigatore Garmin touchscreen e vivavoce Bluetooth, il Winter Pack (230 euro) comprensivo di sedili anteriori riscaldabili, il Safety Pack (260 euro) comprensivo di City Safety Assist (frenata automatica fino ai 30 km/h), il tetto panoramico oscurato apribile elettricamente (800 euro), i vetri posteriori oscurati (190 euro) ed il colore metallizzato (430 euro).
Tutti optional compresi nella vettura da noi provata. Si fa dunque in fretta ad arrivare a quasi 16.000 Euro (15.790 euro per la vettura in prova) per una city-car, non esattamente quattro soldi.
Le antagoniste della piccola di casa Seat sono: la Toyota IQ, la Toyota Aygo, la Peugeot 108, la Citroen C1 e la Hyundai I10. Tutte proposte a un prezzo in linea con la citycar spagnola ed equipaggiate indicativamente in egual modo.
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