Le decisioni scaturite dall’ultimo Consiglio dei Ministri non sono state gradite dai benzinai. Gestori e lavoratori del settore petrolchimico al dettaglio sciopereranno il 25 ed il 26 gennaio contro le decisioni del Governo Meloni e le accuse di speculazioni.
È stata maldigerita dai benzinai la decisione del Consiglio dei Ministri di attuare il decreto benzina. A generar maggior rabbia, però, è stata soprattutto contro la lettura fatta negli ultimi giorni dal Governo Meloni sull’aumento del costo dei carburanti.
Tutti gli esponenti del Governo hanno parlato di speculazione per giustificare la risalita dei prezzi, dovuta principalmente al mancato rinnovo dello sconto sulle accise che era in vigore da quasi un anno e che è scaduto il 31 dicembre 2022. Il decreto benzina è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, così i benzinai di tutta Italia incroceranno le braccia per due giorni. Lo sciopero dei benzinai è previsto dalle 19.00 del 24 gennaio 2023 alle 07.00 del 27 gennaio 2023.
La decisione di scioperare è stata comunicata in una nota di Faib-Confesercenti, Fegica, Figisc-Confcommercio in cui si legge:
“Per porre fine a questa ondata di fango contro una categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verità, le associazioni dei gestori, unitariamente, hanno assunto la decisione di proclamare lo stato di agitazione della Categoria su tutta la rete, di avviare una campagna di controinformazione sugli impianti e proclamare, per le giornate del 25 e 26 gennaio 2023, una prima azione di sciopero, con presidio sotto Montecitorio. Vengono beatificati i trafficanti di illegalità che operano in evasione fiscale e contributiva e che sottraggono all’erario oltre 13 miliardi di euro l’anno. L’impressione che la categoria ha tratto da questa vicenda è quella di un esecutivo a caccia di risorse per coprire le proprie responsabilità politiche, senza avere neppure il coraggio di mettere la faccia sulle scelte operate e ben sapendo che l’Agenzia delle Dogane, il Mimit, e l’Agenzia delle Entrate hanno, già oggi, la conoscenza e la disponibilità di dati sul movimento, sui prezzi dei carburanti e sull’affidabilità delle comunicazioni giornaliere rese dalla categoria. È un imbroglio mediatico al quale le organizzazioni di categoria intendono dare risposte con la mobilitazione dei gestori”.
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