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Sciopero benzinai: chiusure programmate a ridosso del Natale

Tempo di lettura: 2 minuti

Un lungo e critico sciopero benzinai sta per profilarsi a discapito degli automobilisti italiani. Ad incrociare le braccia saranno le stazioni di rifonrimento, le quali hanno proclamato lo sciopero lungo le arterie autostradali con la chiusura delle stazioni di servizio per almeno 72 ore.

Sciopero benzinai: 72 ore di protesta prima di Natale

Lo sciopero benzinai italiani si svolgerà in un lasso di tempo che andrà dalle ore 22.00 di martedì 13 dicembre 2022 fino alla stessa ora di venerdì 16. La decisione di incrociare le braccia è stata presa dalle associazioni di rappresentanza Faib, Fegica ed Anisa per protestare contro l’assenza di interventi volti a migliorare lo stato delle strutture ed a ridurre il potere contrattuale in mano ai concessionari. Tre giorni di proteste che creeranno notevoli disservizi ai viaggiatori ed automobilisti italiani, i quali quasi ogni anno devono far fronte a questo disguido nel periodo dell’anno che prede il Natale.

Sciopero benzinai: la denuncia delle associazioni

Le associazioni Faib, Fegica ed Anisa avrebbero presentato ai diversi ministeri un’istanza di chiarimento. Pare che non abbiano ricevuto risposta, quindi sono state rilasciate le seguenti dichiarazioni:

Tutto lascia intendere che la bozza di Decreto Interministeriale che viene fatta circolare dagli ultimi giorni della scorsa legislatura abbia l’obiettivo di preservare un sistema ormai incancrenito che ha consentito, consente e, a queste condizioni, continuerà a consentire prima di tutto alle società concessionarie di godere di ingenti rendite di posizione, lucrate sul bene pubblico. Ogni cittadino di questo Paese ha conosciuto a proprie spese lo stato di assoluto degrado a cui sono state sottoposte le aree di servizio autostradali, sia in termini di prezzi dei carburanti e della ristorazione, del tutto abnormi e fuori mercato, sia in termini di standard qualitativi. Le colpe sono da attribuire alle società di cui sopra per l’attuale situazione di degrado, è l’effetto di una politica ormai ventennale che ha permesso prima di tutto alle stesse società di utilizzare senza alcun controllo concreto dell’Amministrazione – che pure ne avrebbe l’obbligo di legge – un bene in concessione come se fosse una cosa privata, da sfruttare unicamente ad uso e consumo proprio e dei soggetti a cui è stato e viene tuttora consentito di lucrare. È arrivato il momento di assumersi l’ingrato compito di scoperchiare una pentola ormai marcia che sembra essere funzionale a tutti – Governi, Autorità di Garanzia competenti, Concessionari, marchi della Ristorazione, compagnie Petrolifere ed ora persino quelle Elettriche – tranne che ai Gestori ed ai Consumatori che, infatti, in meno di dieci anni, hanno tagliato dell’80% i loro acquisti in autostrada”.

Angelo Petrucci

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