Salvini ha un’auto elettrica, ma a Roma non riesce a trovare colonnine, sembra il colmo trattandosi del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ma è così. Il leghista non riesce a ricaricare la propria auto elettrica a causa della scarsa presenza di colonnine di ricarica nella Capitale. Matteo Salvini ha esposto la problematica dal palco di Verona, dove nella giornata di ieri, martedì 16 maggio 2023, si è tenuta l’apertura dell’evento Automotive Dealer Day 2023.
Il numero di colonnine di ricarica a Roma è bassissimo e la cittadinanza che si muove su auto elettriche ha difficoltà nel ricaricarle. Questo problema riguarda tutti, nessuno escluso, anche il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, il quale ha denunciato questo disservizio nella Capitale intervenendo ieri a Verona in apertura dell’evento Automotive Dealer Day 2023. Il vicepremier ha quindi manifestato la sua difficoltà nel ricaricare la propria auto elettrica quando si trova a Roma, ribadendo il suo ostracismo nei confronti delle EV nonostante il fatto di possederne una.
I dati delle colonnine danno ragione a Salvini ed evidenziano quanto l’Italia sia indietro rispetto ad altri Paesi dell’Unione Europea, ed è logico che la scarsità di infrastrutture rappresenta chiaramente un deterrente alla vendita delle auto elettriche in Italia, che ovviamente arrancano complici gli incentivi non così funzionali. Salvini ha anche discusso della possibilità di bloccare la normativa Euro 7 e le auto elettriche poiché le loro vendite generano una forte espansione delle case automobilistiche cinesi anche in Europa.
Matteo Salvini, vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha detto:
“Conosco bene i problemi delle auto elettriche. Ne ho una in famiglia, e vi assicuro che a Roma la ricarica pubblica è come Mission Impossible. L’elettrico è una delle possibilità su cui puntare per il futuro, ma non è l’unica. Noi siamo per la libertà di scelta da parte dei cittadini e delle imprese il mercato elettrico in Italia è indietro rispetto a quello europeo, va recuperato questo gap con il resto della Ue. Nel PNRR abbiamo i fondi per comprare 3000 autobus elettrici e, quando mi hanno presentato l’idea, ho chiesto quanti di questi 3.000 ne sarebbero stati prodotti in Italia. Risposta? Solo 1.000, gli altri li compreremo all’estero. Non vorrei che fosse così per il futuro anche per le auto elettriche, andando a finanziare con il soldi del PNRR le economie di altri Paesi”.
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