Il leghista si oppone a quella che sembrerebbe essere la decisione che prenderà Draghi. La transizione elettrica, in Italia, sta prendendo sempre più piede. Molti automobilisti scettici si stanno in un certo qual modo “convertendo” ed iniziano ad apprezzare vetture che non siano dotate di motore a combustione. Più l’acquisto di auto elettriche aumenterà, più ci sarà bisogno di colonnine di ricarica, al tempo stesso più lo Stato spingerà verso l’abbandono dei carburanti e più ci sarà bisogno di sostegni economici per l’acquisto di autovetture elettriche.
Il mondo politico è spaccato in due su quale intervento fornire per dar seguito alla transizione elettrica. Tra i politici spiccano le considerazioni di Matteo Salvini. Il leader della Lega ed i militanti del suo partito sono degli oppositori rispetto alla decisione del Governo Draghi, intento a stanziare nuovi bonus.
Secondo Salvini: “Quello del Governo è un approccio ideologico all’utilizzo dell’auto, il progresso va accompagnato ed aiutato senza penalizzare chi lavora nel settore, poiché alcune iniziative sono penalizzanti ed hanno bloccato lo sviluppo. È giusto guardare al futuro, ma prima di dare migliaia di euro per l’elettrico bisogna pensare alle colonnine di ricarica. Se in Italia non ci affrettiamo a produrre, estrarre e comprare più gas, rischiamo di lasciare al buio ed al freddo milioni di famiglie e di costringere alla chiusura migliaia di imprese”.
Il Governo ancora non decide in maniera ferma ed ufficiale il da farsi, questo temporeggiare, però, già nel primo mese dell’anno ha restituito un volume di immatricolazioni al di sotto dei livelli degli ultimi quattro anni e con una consistente riduzione degli ordini, anche delle elettriche, che impatterà nei mesi successivi. Si parla di un -35% rispetto a gennaio 2019.
A riguardo si sono mosse anche Unem, Federmetano, NGV Italia, Assogasmetano, Assogasliquidi, Anigas, Anfia e Confapi, le quali chiedono maggior attenzione al ruolo fondamentale dei combustibili rinnovabili e low carbon liquidi e gassosi. Suddette associazioni reputano che una realistica transizione energetica del parco circolante al 2030, sia a livello italiano che europeo, non può che realizzarsi definendo target di mercato che valorizzino anche il contributo che i combustibili rinnovabili ed a basso contenuto carbonico sono in grado di assicurare già nel breve periodo, garantendo allo stesso tempo che il tessuto industriale possa affrontare la transizione in maniera meno violenta.
C’è quindi da prendere rapidamente una decisione a Palazzo Chigi, ed il tempo a disposizione è poco.
Autore: Angelo Petrucci
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