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Rolls-Royce: no ibrido, solo elettrico

Tempo di lettura: 2 minuti

Nessuna via di mezzo col doppio motore benzina più elettrico: per Rolls-Royce no ibrido, solo full electric. Il CEO della Casa britannica Chris Brownridge esclude la via intermedia, che renderebbe meno affascinante il Marchio leggendario di Derby che sforna auto di extra lusso per le élite. 

Obiettivo, distinguersi

Per rispettare le leggi imposte a livello sovranazionale nell’Unione europea e in Asia, gran parte dei costruttori si orienta verso soluzioni che sono a metà fra il tradizionale termico a benzina e l’elettrico: ibrido di varia natura o plug-in. Puntando unicamente sulla trazione a batteria, Rolls-Royce continuerebbe a distinguersi senza scendere a compromessi. Alimentando il proprio mito anche con creazioni su misura, in parte grazie al suo primo studio di design statunitense a New York.

Chiaro che le severe normative sulle emissioni e le preoccupazioni dei milionari sull’eventuale impatto ambientale dei loro gioielli viaggianti imporranno in futuro lo stop ai motori termici V12: per questi, si prospetta la meritata pensione dopo un secolo di trionfi. Ma per i prossimi 100 anni, il Marchio inglese scommette sugli elettroni, non sui combustibili fossili: gamma solo elettrica entro la fine del 2030. L’azienda dello Spirit of Ecstasy triplicherà la sua gamma di veicoli a corrente entro la fine del 2028, introducendo un crossover full-size e una grande berlina.

Prospettive rosee

La domanda per il primo modello a zero emissioni (allo scarico) di Rolls-Royce è robusta. I tempi di attesa per le consegne negli Stati Uniti del coupé Spectre sono attorno ai sei mesi, contro i 18 mesi iniziali. Con doppio motore a pila, ha 584 CV e una ripresa da 0 a 60 miglia orarie di 4,4 secondi. Una batteria da 102 kilowattora consente un baricentro basso e un’autonomia di guida stimata in 264 miglia. Il 75-80% dei primi ordini presenta una personalizzazione significativa, portando il prezzo medio della transazione a circa 550.000 dollari, ovvero il 30% in più rispetto al prezzo di partenza. Il target non è tanto sulla quantità di macchine da vendere nel 2024 (6.000 l’anno scorso), ma “il valore per i nostri clienti”, chiosa Brownridge.

Autore: Mr. Limone

Redazione Autoappassionati.it

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