Curiosità

Ripensare l’automobile. I concept della Automobili Fioravanti, parte 4

Tempo di lettura: 3 minuti

Continuiamo con questo quarto appuntamento la piccola serie di articoli che ripercorreranno alcuni dei più affascinanti e innovativi concept dello studio Fioravanti S.r.l., realtà fondata dall’ingegnere Leonardo Fioravanti che dal 1991 si pose in grado di progettare in autonomia automobili, seguendone per intero il processo di design. Grazie al prezioso aiuto di uno dei suoi designer e modellisti Nicolò Azzara, conosciamo più da vicino la genesi e i perché di queste inventive, curiose e straordinarie automobili.

Fioravanti Kite: trasparente come l’aria

La proposta di Leonardo Fioravanti per il Salone dell’Auto di Ginevra 2004 fu una coupé che unì sportività e praticità, con la volontà di poter avere tutto il “piacere estetico” di un’auto votata alle prestazioni con grandi spazi interni, utili ad alloggiare comodamente quattro passeggeri e a caricare ingombranti bagagli o attrezzature sportive. Si potrebbe dire, un’idea evoluta del concetto granturismo.

Uno dei limiti delle coupé è sempre stato quello dell’abitabilità, specialmente in senso verticale e al posteriore: la Fioravanti Kite disegnata dal designer Franco Presta propose una innovativa configurazione strutturale e geometrica del padiglione, che consentì di ottenere maggior spazio. Il tetto è sostenuto da una struttura molto leggera costituita da una lastra forata e semitrasparente in acciaio altoresistenziale, che vanta ottime caratteristiche strutturali, minor peso e favorisce una migliore visibilità verso l’esterno.

L’elemento si caratterizza per una forte tridimensionalità che inizia dal supporto dello specchietto retrovisore centrale, con un passaggio interno/esterno, finendo nei montanti posteriori dove sono annegati i fanali a Led puntiformi. Questa superficie triangolare, come una vela si ispira concettualmente ai leggeri aquiloni da surf (Kite Surf) che fanno sognare libertà, spazi aperti, leggerezza, trasparenza, tutte sensazioni da tradurre nella vettura, che fu pensata come possibile proposta per il marchio Lancia.

La parte anteriore è caratterizzata dai lunghi e sottili fari Led che da una parte impostano il frontale bipartito da due prese d’aria mentre di fianco, generano linee parallele che, suddividendosi successivamente, solcano con un gioco geometrico il morbido disegno.

Fioravanti Lancia Kandahar: in fuoristrada con eleganza

Nel 2005 con l’intento di realizzare una piccola monovolume all-road la Fioravanti, partendo dalla base della Lancia Musa realizza Kandahar, presentandola al Salone dell’Auto di Ginevra. Il progetto è quello di una versione della Musa votata all’avventura, arricchendola di elementi funzionali ed estetici a tema e in sintonia con i valori del marchio.

Gli interventi più rilevanti tracciati dal designer Franco Presta si sono concentrati sul padiglione, realizzato con la tecnologia frutto della ricerca svolta per Kite; difatti aumenta la sensazione di luminosità interna mettendo in comunicazione l’esterno con l’interno della vettura nel segno della vita all’aria aperta. Tale soluzione conferisce una caratterizzazione estetica alla Fioravanti Kandahar, arricchita da altri interventi più leggeri come il ridisegno dei paraurti anteriore e posteriore, ora più importanti, e le integrazioni sulle fiancate attraverso nuove protezioni.

Altra modifica più sostanziale risiede nell’incremento dello sbalzo posteriore, che porta il vano bagagli ad un 20% in più di carico utile. Altri piccoli elementi di novità li troviamo nel portellone che, chiudendosi assolve anche alla funzione di copertura trasparente dei fanali Led integrati nella struttura del padiglione. Il tergicristallo posteriore è integrato a scomparsa in una barra orizzontale, ed evidenzia il marchio Lancia. Infine all’interno troviamo invece piccoli arricchimenti come il rivestimento del vano bagagli in TEK.

Fioravanti Fiat Grande Punto Skill: cabrio d’eccezione

Anche la generazione della Fiat Grande Punto lanciata nel 2005 rimase orfana della versione Cabrio, che raccolse al tempo un buon successo quale versione speciale disegnata e prodotta dalla Bertone sulla base della prima generazione del 1993. Fioravanti sulla scia di quell’esperienza, e sfruttando il modello rinnovato e il proprio brevetto del tetto revocromico presentato sulla precedente Alfa Romeo Vola che abbiamo approfondito nei precedenti appuntamenti, nel 2006 lancia al Salone dell’Auto di Ginevra la Fiat Grande Punto Skill ridisegnata negli esterni dal designer Diego Squillace, presentandosi come una due posti coupé-cabriolet che può anche trasformarsi in piccolo pick-up

L’idea fu quella di fare una versione interamente orientata al tempo libero, dunque che estende il concetto oltre la sola definizione di una variante cabrio. Il tettuccio in realtà non gira sul proprio asse esattamente come avviene sulla Vola, ma ruota in parte per poi scorrere in uno scomparto tra i sedili anteriori e il vano multifunzionale posteriore, al quale si accede mediante ribaltina. 

Stilisticamente il tettuccio è verniciato in nero, dando l’impressione che sia in tela, mentre al posteriore spiccano i nuovi fanali orizzontali: nonostante le modifiche si è cercato di rispettare il più possibile gran parte degli elementi dell’auto di derivazione, con l’obiettivo di limitarne i costi. La conversione fu ben riuscita, convincente, ma non incontrò l’attenzione della Fiat fermando l’auto alla fase di concept. 

Autore: Federico Signorelli

Redazione Autoappassionati.it

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