Prezzi sulla benzina caricati all’inverosimile, è la nuova polemica di Ferragosto: altro che prezzo medio segnalato per decreto in ogni stazione di servizio; una stazione di rifornimento in autostrada, sulla A8 Varese-Milano, ha applicato una folle tariffa di 2,722 euro al litro per la benzina e 2,632 per il gasolio, superando ogni record in Italia. E al servito? Si sfioravano i 3 euro al litro.
Subito all’azione le associazioni di consumatori, fra le quali Assoutenti, che ha segnalato il tutto alla Guardia di Finanza; Furio Truzzi, presidente dell’associazione, ha commentato: “Vogliamo capire come sia possibile vendere un litro di benzina in modalità self a 2,722 euro al litro e quali siano le motivazioni di un prezzo così astronomico”.
“Per un pieno ad un’auto media, vuol dire spendere ben 136,1 euro. Il distributore in questione applica prezzi più alti del 35% rispetto alla media autostradale: un salasso su cui la Guardia di Finanza dovrà fare luce, considerato che alla data odierna il prezzo medio della benzina in modalità self venduta in autostrada si attesta a 2,017 euro al litro. Per tali motivi, e nell’esclusivo interesse degli automobilisti che attraversano l’A8, chiederemo alle Fiamme Gialle di effettuare una ispezione presso l’impianto, verificando i fatti e acquisendo la documentazione utile a capire come sia possibile vendere la benzina a listini così elevati”.
Queste sono state le parole del presidente Truzzi, che ha messo in luce una situazione già grave su cui si abbatte il comportamento di alcuni distributori, che approffitando del momento di vacanza e di conseguenti viaggi, applicano delle tariffe un po’ più elevate del normale. Questa volta però, si è superato il limite: ci auguriamo che vengano presi adeguati provvedimenti; stupisce che si stia parlando di un distributore in autostrada, che, nonostante i prezzi medi più elevati, dovrebbe garantire un servizio equo e trasparente.
Intanto l’odierno esecutivo ha già tagliato e poi reintrodotto le accise, che da decine di anni gravano sui portafogli degli italiani: per esempio siamo costretti a pagare rincari che risalgono persino alla Crisi di Suez, del lontano 1956, insieme ad altre 17 accise, introdotte a seguito di crisi, e non più annullate.
Autore: Flavio Garolla
Immagine copertina: TorinoCronaca.it
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