Più volte criticato, già (per molti) messo alla sbarra dalla Ferrari, Sebastian Vettel ha rispolverato la grinta del campione che è mettendo in luce, a Hockenheim, una rimonta da applausi nel GP di Germania 2019, uno dei più belli degli ultimi anni (grazie, e non poco, alla pioggia)
I problemi, per lui, e per la Ferrari, sono iniziati sabato pomeriggio, intorno alle 15:00, quando sulla SF90 n.5 si è rotta una componente del turbo: addio qualifiche e ventesima piazzola, l’ultima, pronto ad accoglierlo circa 24 ore dopo. Vettel scende dalla monoposto e dichiara di sentirsi, parole sue, “svuotato”. Un altro weekend amaro, difficile da digerire, con i tifosi pronti a scommettere su un altro errore da pivello un po’ come successo a Silverstone, mentre il tuo rivale, Lewis Hamilton, è là, in pole position, l’ennesima pole.
Poi le cose cambiano, perché la vita è anche questo, e la domenica mattina tedesca porta la pioggia. I piloti partono con le full wet e qui ha inizio la rimonta di Vettel, la fuoriosa rimonta, mai fuori dalle righe, del quattro volte campione del mondo.
Questa volta, anche se il commento può apparire sarcastico, è stato Leclerc, incappato in un errore evitabile, a fare la figura del pollo, mentre il suo “team-mate” era lì, testa china, aiutato da una strategia per una volta impeccabile.
Giunto alle spalle di Sainz, con Verstappen ormai troppo lontano, il tedesco ha deciso che l’impresa oggi era fattibile e ha spremuto ogni vite dalla sua Ferrari cogliendo un meritatissimo secondo posto. Da 20° a 2°, scusate se è poco.
Questo è ciò che si aspettano i tifosi dal loro pilota, questo è quello che si aspetta Seb da sé stesso. Rimonte così se ne sono viste poche (a chi scrive torna alla memoria la vittoria di Barrichello nel 2000, da 18° a 1° sulla pista ancora dotata dei lunghi rettilinei) e il morale, ora, è decisamente più alto, mentre Monza, pista favorevole alla Ferrari, è sempre più vicina…
Ecco le parole di Vettel a fine gara: “Che corsa speciale! Mi sono divertito molto anche se non è stata per niente semplice, e spesso mi è sembrata simile a una lotteria. È stata lunga e intensa, al punto che non sono sicuro di riuscire a ricordarmi tutti gli episodi. A tratti è stato complicato, specialmente quando, con le gomme intermedie, la pista era insidiosa e scivolosa. Al via ho recuperato molte posizioni e ho continuato anche nei primi giri di gara, anche se la visibilità era veramente poca. Poi ho faticato parecchio a prendere il ritmo perché non mi sentivo completamente a mio agio con le gomme che sentivo degradare in maniera significativa. Non capivo se era la pista che stava peggiorando o gli pneumatici che si stavano deteriorando, per cui non mi fidavo a spingere troppo. In gare come queste quello che conta veramente è arrivare in una buona posizione nei giri finali.“
L’ultima S.C. ha cambiato ancora una volta le carte in tavola: “Mi sa che ero ottavo quando l’ultima Safety Car è entrata in pista: a quel punto c’erano un gran numero di decisioni da prendere ma nel complesso siamo riusciti a gestire le cose al meglio fino a quando c’è stata la possibilità di montare le slick. Quando la pista ha iniziato ad asciugarsi, con le gomme Soft, ho finalmente ritrovato le sensazioni giuste e sono riuscito a spingere riconquistando posizioni fino al podio”.
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