Ride, il primo titolo di Milestone, è stato un titolo dalle indubbie qualità, che ha riaperto il mondo dei videogiochi a tutte quelle persone, appassionate di moto, che dai bei tempi di Tourist Trophy non erano riuscite a trovare un degno sostituto che soddisfacesse il desiderio delle due ruote a portata di joypad.
Ride 2 si evolve, senza stravolgere la struttura di gioco, ancora incentrata sul World Tour, una carriera che consente al giocatore di girare per il mondo, tra piste reali e tracciati di fantasia, a caccia di vittorie e crediti per sbloccare un elevato numero di moto. Ed è proprio costruendosi il proprio garage virtuale che si ha la maggior soddisfazione nel giocare. Poiché in se il World Tour è caratterizzato da una snervante ripetitività, sensazione aggravata da una generale mancanza di obiettivi stimolanti da raggiungere e di “super rivali” da battere.
Quindi una Milestone importante (scusate il gioco di parole) è sicuramente l’acquisto delle nuove moto, che assolutamente non delude: le due ruote sono quasi raddoppiate, e grazie alle nuove categorie, ovvero i due tempi (come la mitica Cagiva Mito), le café racer e le supermotard, si sfiora la soglia di circa duecento bolidi. Si tratta di un valore aggiunto importante che arricchisce il gameplay. Ovviamente sono comprese sia le marche maggiori giapponesi, sia le minori o di nicchia: Aprilia, BMW, KTM, Yamaha, Honda, Triumph, Suzuki, Ducati, ma anche MV Agusta e Bimota non mancano all’appello.
All’inizio, con pochi crediti da spendere in moto nuove e tuning, ci dovremo accontentare di partecipare agli eventi con mezzi dal basso potenziale e con moto dalle scarse prestazioni, ma già nelle prime curve ricuperare gli avversari non è troppo complicato, con un minimo di dimestichezza. Le categorie di moto presenti anche nel precedente capitolo, hanno mostrato un reale upgrade della fisica della guida raggiungendo un buon livello di guidabilità.
Al livello software un grande passo in avanti è stato fatto in tema di caricamenti, che nel titolo precedente costituivano una vera e propria piaga, rendendo alquanto frustrante ogni cambio di pista. Abbiamo rilevato l’intelligenza artificiale talvolta troppo irruenta nei contatti e nella guida, ma nulla di lontano dalla realtà. Il sistema fisico proposto non pecca mai di eccessivo realismo, ma non sfocia mai in frustrazione e le sue motociclette non sono impossibili da domare, tutt’altro.
Esattamente come il primo capitolo, Ride 2 non è una simulazione vera e propria e non pretende di esserlo. Potremmo definirlo il Gran Turismo delle due ruote, che ancor oggi rappresenta quanto di meglio per i motociclisti appassionati di videogame. Ride 2, più che altro, un equilibrio di sensazioni arcade e di simulazione che cerca di accontentare il grande pubblico, senza lasciar l’amaro in bocca ai puristi del genere. Insomma, un Ride “1” espanso, col doppio dei tracciati e il doppio delle moto, più rifinito e con un pesante restyling. Un gioco che mancava…
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