Ormai una cosa risaputa, tutte le tariffe sono ormai al rialzo, è il segno dei tempi, vuoi per il gas, vuoi per una crisi pandemica, vuoi per la guerra, ma purtroppo quello è inevitabile. Come spesso accade anche per la benzina, il gas e naturalmente anche per l’energia elettrica accade, con effetti inevitabili anche sulla competitività della mobilità green, basti vedere cosa sta accadendo con le bollette dei privati e delle aziende che diventano sempre più alte.
Anche la mobilità green, come dicevamo, ne sta risentendo, poiché al momento sono diversi i gestori delle reti che hanno deciso di innalzare i costi alla colonnina. Non in tutti i casi e non per tutti i servizi per fortuna, ma la tendenza è nettamente chiara, e l’ultimo operatore a cambiare parzialmente il suo piano tariffario è Enel X Way, con aumenti che riguardano le colonnine di ricarica veloce che, come ricordiamo, entreranno in vigore dall’8 ottobre.
Ora, quello di 0,99 centesimi di euro destinato alle sole colonnine che si trovano sulle autostrade è una tariffa a un passo dalla soglia psicologica di un euro e aumenta significativamente il costo di una ricarica standard, per capirci siamo quasi ai costi di un’automobile termica, ma va rilevato che Enel X Way ha mantenuto invariati i prezzi degli abbonamenti Flat Small e Flat Large, quelli che garantiscono rispettivamente 70 o 145 kWh al mese, e allo stesso modo è rimasta invariata anche la tariffa di ricarica in AC (corrente alternata) in Italia.
Si tratta quindi di una strategia che punta a far vendere maggiori abbonamenti a pacchetto, per i quali, per ora, di fatto gli aumenti non hanno effetto e con i quali la convenienza della ricarica è ancora assicurata. I colleghi del Corriere della Sera riportano l’esperienza di un tassista che conferma: “Spenderei 80 euro per un pieno. Praticamente uguale alla benzina. Ma col pacchetto il costo è bloccato a 31 centesimi per ogni tipologia di colonnina”, questo spiega come effettivamente fare l’abbonamento risulti essere più conveniente che ricaricare “una tantum”.
Ha ritoccato i prezzi verso l’alto anche Tesla, che ha comunicato ai clienti europei l’aumento delle tariffe di rifornimento presso le sue colonnine proprietarie, le Supercharger, utilizzabili appunto solo per coloro che possiedono una Tesla: il costo viene alzato da 0,49 a 0,66 euro al kWh. Considerando che la tariffa ultra fast standard di Ionity, aumentata nel 2020, resta di 0,79, che però scende a 0,35 al kWh è con un abbonamento mensile da 17.99.
Rimane da segnalare che il male è comune in tutto il continente, anche per chi non fa più parte dell’Unione Europea. Ad esempio, nel Regno Unito, Osprey Charging, uno dei principali operatori britannici, ha annunciato il rincaro per le sue colonnine di ricarica veloce a una sterlina al kWh: al cambio attuale, sono oltre la fatidica cifra dell’unico arrivando a 1.10 euro. Inoltre gli operatori in UK, attualmente sono oltre una ventina, stanno chiedendo al governo la riduzione dell’Iva sui costi di ricarica pubblica, ora ferma al 20%.
Tornando in Italia, esistono comuni in cui si è deciso di stoppare la ricarica gratuita, servizio apprezzato anche da chi proveniva da fuori: lo scorso febbraio era toccato a Rivolta d’Adda, nel Cremonese, ora l’annuncio arriva anche da Verona, dove Agsm Aim ha comunicato che la ricarica nelle 52 colonnine cittadine costerà ora 0.56 euro al kWh.
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