In occasione della prima visita ufficiale di Carlos Sainz Jr. a Maranello, Mattia Binotto ha voluto tirare le somme sul disastroso 2020 guardando, come si fa in questi casi, all’anno che verrà, e che è ormai arrivato. Sempre Binotto ha già annunciato come si chiamerà la nuova Ferrari 2021, semplicemente SF21. Niente toto-nomi, almeno per quest’anno, con sondaggi vari che ogni mese di gennaio, almeno da qualche anno, comparivano puntualmente sui social network.
Zero richiami al passato o ai 1.000 GP, che evidentemente non ha portato bene (per chi ci crede) ma semplicemente un riferimento all’anno in cui prenderà parte ai gran premi, prima della rivoluzione 2022. La SF21 di Leclerc e Sainz sarà un’auto in parte simile alla disastrata SF1000 per via dei limiti allo sviluppo impostati a suo tempo, quando è stato deciso di mantenere il regolamento stabile per via della pandemia e rimandare, appunto, il cambio al 2022.
Si sta investendo molto sulla power unit, la più deficitaria del lotto nel mondiale 2020, che dovrebbe guadagnare quanto meno 30 cavalli, con alcuni interventi di micro-aerodinamica sul posteriore, dove il fondo assumerà una nuova conformazione, già per altro provata nei test di Abu Dhabi.
La Ferrari 2021, che debutterà direttamente nei test invernali (in attesa di capire se si svolgeranno in Bahrain o a Barcellona, molto dipenderà dalla volontà di posticipare Melbourne più avanti in calendario) sarà quindi sempre rosso opaco e piuttosto simile, nell’aspetto, alla SF1000 che così poche soddisfazioni ha regalato al team italiano e ai suoi tifosi.
Ecco perchè Ferrari potrebbe adottare una nuova livrea, dando più spazio al nero. In questo render che abbiamo scovato in rete, però, la Ferrari SF21 monta ancora il vecchio muso largo, ormai uno standard dal 2016 in avanti. Ferrari sembra abbia preferito concentrarsi sul posteriore, dove per il cambio di fondo era necessario intervenire, così come i “gettoni” sono stati spesi sul motore. Sono attese novità anche sulle fiancate e sulle pance, più in stile Red Bull.
Strano pensare, però, che Alfa Romeo Racing Orlen, in quanto team cliente, potrà invece stravolgere il muso, come sembra probabile, visto che il motore dovrà solo installarlo, più che puntare a migliorarlo. Un’area vitale per la monoposto, e lo dimostra la crescita di risultati che ha interessato, per esempio, Renault, finita davanti nella classifica costruttori proprio alla rivale italiana.
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