Tutti gli appassionati sognano di guidare un’auto in pista, sia per conoscere i propri limiti, sia per sfogare la loro voglia di guida sportiva dove è ampiamente consentito. Track day e tante altre manifestazioni sono nate con questo fine e gli utenti apprezzano.
Lo step successivo però è quello di imparare a portare un’auto da corsa all’interno di un circuito, dove per andare forte non basta saper guidare, ma bisogna saper riadattare il proprio stile di guida alle nuove specifiche della vettura, che, come scopriremo, hanno poco da condividere con quelle di una vettura prettamente stradale.
Per provare questa esperienza ci siamo recati nell’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola per mettere alla prova le capacità della Clio RS Cup, oltre alle nostre. Ecco com’è andata.
Prima di raccontarvi la nostra esperienza, è bene raccontarvi qualche specifica tecnica della Clio RS Cup, che corre nel campionato monomarca e monogomma dedicato alla hot hatch francese.
Svuotata di tutto quello che non è strettamente necessario, la Clio RS Cup pesa soltanto 1.075 kg, circa 130 in meno della versione stradale e, per motivi di sicurezza e rigidità, monta un rollbar completo. Inoltre, il telaio è stato modificato in diverse parti, per un maggiore irrigidimento.
Le gomme sono Michelin slick, il che garantisce una tenuta di strada notevolmente superiore rispetto alle coperture stradali, anche se è fondamentale che queste sia in temperatura, per evitare di sentirsi alla guida su quattro ruote di marmo.
Anche lo sterzo ha subito numerosi interventi per un risultato che vi racconteremo tra poco. Per quanto riguarda freni e cambio, parliamo di due elementi che permettono alla Clio RS Cup di rientrare pienamente nella categoria delle vetture da corsa. I primi sono della PFC con dischi baffati anteriori da 320 mm, ma quello che più sorprende è il loro funzionamento, mentre per il secondo parametro, sono rimasti i paddle al volante, ma il doppia frizione EDC della Clio RS è stato abbandonato, in favore di un mono frizione a innesti frontali e a 6 rapporti della SADEV, azienda specializzata in trasmissioni da corsa.
È rimasta invariata, invece, la potenza erogata dal 1.6 turbo. Si tratta ancora dei 220 CV della Clio RS Trophy, che essendo quasi del tutto in configurazione stradale, assicura una buonissima affidabilità.
Saliamo a bordo della Clio RS Cup. Il rollbar non semplifica le procedure di accesso, ma una volta che ci siamo districati nei mille tubi e tra i mille ostacoli, siamo in posizione, con uno dei tecnici che ci aiuta a indossare le cinture a 5 punti.
Una volta bloccati (letteralmente) sul sedile, è ora di mettere in moto. Attraverso il pulsante posto su quello che rimane del cruscotto la vettura si mette in moto, e il sound prepotente pervade interamente lo spoglio abitacolo.
Premo la frizione per innestare la prima – unica volta che va utilizzata, poi è da dimenticare – rilascio in maniera molto delicata e graduale il pedale e in contemporanea, per non far spegnere il motore, premo con decisione il gas. Non senza qualche tentennamento, la Clio RS Cup, inizia a muoversi all’interno della corsia box. Ok, si inizia.
Il rumore, o meglio la sinfonia, è assordante, i pensieri vengono subito annebbiati da questo affascinante caos meccanico, ma la mente rimane concentrata. Sono in pista è ora di accelerare. Il pedale del gas è molto reattivo e dopo l’affondo la Clio RS Cup dà il meglio di sé. Il motore non lascia senza fiato, l’accelerazione è molto buona, ma non è la dote più impressionate di quest’auto. Il cambio, invece, è un altro mondo. A ogni passaggio di marcia si riceve un “calcio nella schiena” netto e preciso, un fulmine a ciel sereno, che però non destabilizza la vettura e, anzi, le permette una fluidità in accelerazione veramente ottima. In scalata stesso discorso: il passaggio è brusco, ma aiuta la decelerazione in maniera decisa.
Capitolo frenata, probabilmente uno dei punti più difficili da imparare. Nel momento in cui bisogna staccare, bisogna dimenticarsi di tutto quella delicatezza che si è imparata in tanti anni di guida su strada. Premere il pedale del freno è come spingere un muro, il movimento è minimo e anche il risultato sembra tale. Qui non ci sono servofreno e ABS, quindi non essere delicati non equivale a non essere sensibili, perché ci vuole poco per andare in bloccaggio. Le staccate però devono essere sempre decise e aggressive. Il “pestone” che si tira prima di ogni curva deve essere potente e sensibile allo stesso tempo, in modo da portare la vettura in curva senza destabilizzarla troppo. Serve tempo e tanta applicazione per riuscire a frenare nel modo, nei tempi e, soprattutto, negli spazi giusti.
Capiti i concetti base sulla fondamentale questione della frenata è ora di concentrarsi su sterzo, assetto e gomme. Il primo è direttissimo, ogni volta che si curva è come se si toccasse un nervo scoperto, quindi la precisione che bisogna impartire al volante è fondamentale. Questo, al tempo stesso, è anche molto leggero, quindi l’attenzione deve essere sempre molto alta.
L’assetto è una delle parti più “intuibili”, capace di comunicare bene i cambi di direzione e di far percepire su cosa si stanno mettendo le ruote, senza mai tradire le aspettative. Quello che, invece, può trarre in inganno sono gli pneumatici slick della Michelin, che se non sono in temperatura non hanno tenuta e se non vengono scaldati a dovere non diventano efficaci. Se sfruttati nelle giuste condizioni, vi restituiranno accelerazioni laterali e una tenuta di strada che difficilmente dimenticherete nella vostra vita. Attenzione, però, perché il classico stridere della gomma che si avverte quando si sta esagerando su una vettura con coperture stradali praticamente non esiste su quelle da corsa, quindi serve, ancora una volta, maggiore sensibilità nel sentire quando si raggiunge l’aderenza massima.
Purtroppo, una volta capiti i concetti base di questa Renault Clio RS Cup è già ora di scendere. In buona sostanza, questi pochi giri a bordo della Renault Clio RS Cup ci hanno permesso di entrare nel fantastico mondo delle vetture da corsa, un mondo che si differenzia in maniera notevole rispetto a quelle delle stradali, per via di feedback e comandi che trasmettono sensazioni di guida totalmente diverse da quello cui siamo abituati ogni giorno.
L’esperienza è una di quelle che ogni appassionato dovrebbe fare almeno una volta nella vita e noi speriamo di avervi fatto salire a bordo con noi per questo piccolo assaggio di questo fantastico mondo.
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