Tra le protagoniste annunciate di una svolta che vede il mondo dell’automobile sempre più coinvolto nel processo di elettrificazione, la nuova Fiat 500 elettrica, presentata a marzo del 2020 e arrivata sul mercato alla fine dello stesso anno, è già una top player di riferimento.
Lo confermano i dati, con la prima posizione del nuovo modello nelle classifiche di vendita delle elettriche nei primi due mesi del 2021 (dati UNRAE) e lo confermano le buone prestazioni che abbiamo potuto riscontrare durante la nostra prova su strada, dove abbiamo analizzato, e apprezzato, sia le modalità di guida sia l’assetto generale della vettura. Chi scrive ha però avuto la possibilità di provare il “cinquino elettrico” in un contesto fuori dall’ordinario, in breve la tratta Torino-Milano, andata e ritorno. 280 km e una buona, ma necessaria, pianificazione.
Un’occasione ghiotta per provare l’autonomia della citycar elettrica fuori dal suo contesto, così come abbiamo voluto immaginare una situazione che potrebbe capitare a qualsiasi cliente della novità Fiat. Quanto consuma, quindi, la 500 elettrica in autostrada? Con una ricarica si viaggia tranquilli? Scopriamolo insieme.
Il viaggio parte dal mio garage. Prima cosa di cui tener conto di fronte a un’auto elettrica, per l’appunto, è la pianificazione. Non potendo contare su soste brevi alla classica pompa di carburante, occorre considerare tutte le variabili, compresa la media di velocità che si andrà a tenere, il possibile traffico e, ancora, un’eventuale sosta, anche breve, per la ricarica lungo il percorso. Su quest’ultimo passaggio occorre scaricare una delle tante app per monitorare la presenza di colonnine, e la loro tipologia, sul percorso.
Ci aspettano precisamente 140 chilometri per il viaggio di andata, destinazione “La Pista” situata a Lainate, a pochi chilometri da Milano. Partiamo con il 94% della batteria, che è stata caricata il giorno precedente da una presa domestica (in circa 20 ore, non essendo partiti dal minimo). Il quadro strumenti segna, così, un’autonomia di 240 km, dato che potrebbe indurci a pensare di riuscire ad affrontare tutto il viaggio senza eccessive preoccupazioni.
Usciti dalla città, si viaggia in totale relax almeno fino a metà percorso. La media non ha mai superato i 120 km/h e ho viaggiato con il clima acceso a 20°C. Arrivati all’area di sosta di Rho Sud, poco prima del casello autostradale di Milano Ghisolfa, l’autonomia segnava il 18% della capacità residua e 34 km di percorrenza, con ancora 10 km all’arrivo.
Niente ansia ma modalità Sherpa, studiata per limitare al massimo il consumo di energia: da una parte si disattiva il climatizzatore, dall’altra la velocità massima viene auto-limitata a 80 km/h. Consapevole della presenza di una colonnina di ricarica all’arrivo, più precisamente una fast charge di Enel X, affronto l’ultima parte del percorso per arrivare a destinazione con il 14% e 28 km residui.
Qui inizia la fase 2 del nostro viaggio. Sarebbe stato un problema, un grosso problema, trovare la coloninna di ricarica occupata, almeno per quanto riguarda l’alimentatore CCS Combo 2 capace di ricaricare un massimo di 60 kW con un costo di 0,50 euro/kWh, con la batteria da 43 kWh della 500 elettrica (Icon) che accetta una potenza massima di 85 kW. Attacchiamo la vettura alla prese e scopro che servirà circa un’ora per accumulare un’autonomia sufficiente per affrontare la strada del ritorno.
Sbrigato un impegno di lavoro, si torna da Enel X a controllare se è andato tutto come previsto. In realtà l’auto è rimasta collegata per 1 ora e 6 minuti e ha accumulato 33,2 kWh, poichè, come si nota dalla curva di ricarica, raggiunto l’80% scende ripidamente l’accumulo di energia per garantire l’integrità stessa del pacco batterie. Staccata la presa, con una spesa di 16,89 euro, il computer di bordo segna il 99% della capacità della batteria e un confortante 258 km di autonomia. Considerata la spesa del giorno prima e quella appena effettuata, siamo già a circa 22 euro di spesa considerata la tariffa standard da una presa 2,3 kW domestica. Il tutto per effettuare circa 140 chilometri.
Ovvio, il discorso cambierebbe se, una volta giunti a destinazione, avessimo caricato la 500 elettrica optando per una presa Tipo 2 (da Enel X si risparmiano 10 cent. di euro per kWh caricato) o da una cara (simbolicamente) e vecchia presa domestica. Viaggiare con un’auto elettrica è quindi un’operazione che, come si accennava, necessita di una certa pianificazione, anche nella spesa che si andrà ad affrontare in base al tempo a disposizione.
Fase 3, si riparte destinazione Torino senza patemi. All’arrivo 47 km di autonomia, sempre a una media di 120 km/h, e 23% di batteria residua. Ipotizzando un utilizzo normale il giorno seguente, quindi in città, va poi considerato il costo della ricarica per tornare a utilizzare la 500 elettrica.
In estrema conclusione, non è impossibile viaggiare fuori dalla città con un’auto elettrica, anzi, ma bisogna mantenere una velocità costante, evitare accelerazioni impreviste (da ricordarsi in fase di sorpasso) e avere una batteria dotata di almeno 50 kWh (con una capacità inferiore, citiamo ad esempio la Twingo Electric Z.E. da noi provata, sarebbe stato necessario fermarsi a metà percorso).
Ciò che fa storcere il naso è la spesa da affrontare per coprire una distanza di circa 150 km. Niente di comparabile a un motore Diesel moderno e nemmeno ai benzina di ultima generazione, come i tanti tre cilindri che oggi affollano il mercato, parsimoniosi nei consumi. Se volete un’elettrica, quindi, non è solo una questione di costi di gestione (l’energia costa meno di un litro di gasolio o di benzina), ma soprattutto di costi di acquisto e la necessità di pianificare molto bene i propri spostamenti. Le cose in futuro non potranno che migliorare.
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