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Quadrifoglio e Autodelta: per gli anniversari pronti nuovi loghi

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Il 2023 è un anno importante per Alfa Romeo. Dopo un 2022 chiuso in attivo, anche e soprattutto grazie al lancio di Alfa Romeo Tonale, quest’anno si è aperto con il lancio delle Alfa Romeo Giulia e Stelvio 2023 (qui la prova in anteprima). C’è ancora molta carne al fuoco, a partire dal rinnovamento dei loghi legati alla storia stessa del Biscione. 

Non a caso, nel 2023 il Quadrifoglio festeggia 100 anni con un nuovo logo, stesso discorso per i 60 anni di Autodelta, il ben noto reparto corse gestito dal grande Carlo Chiti. Un doppio anniversario per preparare il terreno al lancio di due importanti novità che faranno gioire gli alfisti. Una potrebbe essere, e questa è l’ulteriore conferma, la nuova Alfa Romeo 33 Stradale 2023.

Tornando ai loghi aggiornati di Quadrifoglio e Autodelta, entrambi sono stati realizzati dal Centro Stile Alfa Romeo e reinterpretano in chiave moderna i vecchi loghi proiettandoli nel futuro. In particolare, il logo Autodelta preserva i colori originali e i cambiamenti sono in realtà molto pochi, sebbene ora appaia molto più contemporaneo. Nuovo è il font (Sequel) che riprende la brand identity della Casa di Arese. 

Il 5 marzo al Museo di Arese è da segnare in calendario perché per il 60° anniversario di Autodelta ci sarà una conferenza di approfondimento aperta a tutti gli alfisti e non solo, mentre il 25 giugno si terrà una parata di vetture Quadrifoglio e un flash mob aperti entrambi a tutti i club del Biscione. 

Ora, però, vi raccontiamo un po’ di storia di questi due gloriosi brand tanto cari agli appassionati italiani

Quadrifoglio: dal 1923 un simbolo della sportività Made in Italy

Costante ricerca dell’eccellenza applicata alle competizioni e trasferita poi in toto sulle vetture di produzione: è questa, in sintesi, la filosofia Alfa Romeo insita nel Quadrifoglio, il leggendario simbolo che dal 15 aprile del  1923 identifica le più performanti realizzazioni firmate Alfa Romeo, non solo quelle impegnate sui circuiti da gara di tutto il mondo ma anche alcune versioni speciali di produzione.

La prima vettura Alfa Romeo ornata con il Quadrifoglio è stata la RL “Corsa” del pilota Ugo Sivocci, che vinse la XIV edizione della Targa Florio nel 1923, conquistando così il primo dei dieci allori del marchio in questa prestigiosa competizione. E lo stesso emblema portafortuna risalta sulla “P2” di Brilli Peri quando nel 1925, a Monza, trionfa nel primo “Campionato Mondiale di corse automobilistiche”, il primo dei cinque Titoli Mondiali vinti dall’Alfa Romeo. Alla fine degli anni Venti è sempre il Quadrifoglio a distinguere in corsa le Alfa Romeo della casa madre dalle Alfa Romeo gestite dalla Scuderia Ferrari, che aveva come emblema il “cavallino rampante”. 

Nel 1950 e nel 1951, Giuseppe “Nino” Farina e Juan Manuel Fangio portano le Alfa Romeo 158 e 159, le mitiche “Alfetta”, al successo nei primi due Campionati Mondiali di Formula 1. Negli anni Sessanta, poi, il Quadrifoglio caratterizza la versione “ready-to-race” della “Giulia”, la “TI Super”, per poi affiancarsi al triangolo azzurro dell’Autodelta per diversi decenni: dalla “GTA” alla “33” fino ai due Campionati Mondiali della “33 TT 12” (1975) e della “33 SC 12” (1977). 

L’attività agonistica Alfa Romeo continua negli anni Ottanta quando: dopo il rientro in F.1 nel 1979, si ripetono i successi nelle corse per vetture turismo (“GTV 6 2.5”), fino al trionfo nel “DTM” con la “155 V6 Ti” nel 1993 e la lunghissima serie di vittorie della “156 Superturismo” (1998-2004).

Anche le Alfa Romeo di normale produzione hanno avuto il Quadrifoglio. Si tratta di modelli particolarmente performanti realizzati tra gli anni 60 agli anni 80. Alcuni recano il simbolo sulla carrozzeria, senza apparire nella denominazione ufficiale – come “Giulia Sprint GT Veloce” o “1750 GT Veloce” – altri invece, dagli anni Ottanta in avanti, portano il Quadrifoglio nella loro denominazione ufficiale, come ad esempio le diverse versioni della “33 Quadrifoglio Verde” o la “164 Quadrifoglio Verde”. Va anche ricordato che, a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, anche il Quadrifoglio si evolve e viene declinato in due versioni: “Verde” per i veicoli più sportivi e “Oro” per gli allestimenti più raffinati e lussuosi. 

Nel tempo, la stessa “Q” iniziale entrò a far parte del vocabolario Alfa Romeo, arrivando a identificare le soluzioni tecniche più avanzate: la più famosa di tutte è la trazione integrale Q4, ma c’erano anche il differenziale autobloccante Q2, il cambio automatico Q-System e il Q-Tronic, solo per citarne alcune. 

Infine, il simbolo del Quadrifoglio ritorna sia sulla Mito (2008) e sulla Giulietta (2010) sia quando nel 2015 nasce la nuova generazione Alfa Romeo con il lancio della Giulia nella versione Quadrifoglio, spinta dal nuovo motore 2.9 BiTurbo a benzina da 510 CV con prestazioni eccezionali, tanto da stabilire, sul famoso circuito del Nurburgring, il record di categoria in 7’32”. Anche lo Stelvio, il primo SUV prodotto dall’Alfa Romeo, si colloca al vertice della gamma in versione Quadrifoglio. 

Autodelta: il leggendario Reparto Corse dell’Alfa Romeo

Il logo Autodelta, prima del restyling 2023, è comparso l’ultima volta sulla Giulia GTA e GTAm

Il 5 marzo 1963, Carlo Chiti ed i fratelli Chizzola fondano una piccola società con sede a Feletto Umberto, vicino a Udine, con l’obiettivo di collaborare con Alfa Romeo nella costruzione della Giulia TZ, una compatta gran turismo disegnata da Zagato, realizzata su motore e meccanica della Giulia e dotata di un esclusivo telaio tubolare, da qui l’acronimo Tubolare Zagato. Inizia così una delle più belle pagine del Motorsport internazionale, tanto che l’azienda diventerà ben presto il Reparto Corse dell’Alfa Romeo. Infatti, nel 1965, viene acquisita dal Biscione con l’obiettivo di gestire il ritorno ufficiale nelle competizioni, dopo il ritiro dal Campionato del Mondo di F.1 nel 1951, con la conquista del secondo titolo con l’‘Alfetta’. Per questo motivo la Casa automobilistica decise di creare un’organizzazione ad hoc per le competizioni, fisicamente staccata dalla sede produttiva e con una discrezionalità sufficiente nel prendere rapidamente decisioni tecniche e sportive. 

Il Direttore Generale di questa nuova realtà industriale e sportiva è il carismatico ingegnere Carlo Chiti, che trasferì l’Autodelta in alcuni anonimi capannoni a Settimo Milanese, non lontano da Arese. Da qui usciranno alcune delle più famose Alfa Romeo da gara, tra cui la leggendaria Giulia Sprint GTA del 1965, che vinse tre “Challenge Europeo Marche” consecutivi, decine di campionati nazionali e centinaia di gare singole in ogni parte del mondo. Una curiosità: la Giulia Sprint GTA è stata la prima vettura turismo che ha girato alla Nordschleife del Nurburgring sotto i 10 minuti. 

Nel 1967 l’Alfa Romeo decide di compiere il grande salto nella categoria “prototipi”, all’epoca il maggior palcoscenico internazionale delle competizioni automobilistiche, con la “33/2 litri” che conquista il primo trofeo al suo debutto a Fléron, in Belgio. L’anno successivo le vetture prototipo dell’Autodelta si aggiudicano la vittoria di categoria alla 24 ore di Daytona, alla 1000 km del Nurburgring, alla 500 km di Imola e alla 24 ore di Le Mans. Straordinaria anche la leggendaria “33 TT 12” del 1975, probabilmente l’anno di maggior prestigio per l’Autodelta, con cui vinse il Campionato del Mondo Marche, bissando il successo due anni più tardi con la “33 SC 12”. In seguito, Autodelta si occupò della gestione di tutti i programmi sportivi di Alfa Romeo, dal trofeo Alfasud alla Formula 1. Nel 1984 Carlo Chiti lasciò l’azienda e l’anno successivo l’Autodelta fu sciolta. Va infine ricordato che l’Autodelta fu anche una formidabile palestra di tanti piloti italiani, tra cui Andrea De Adamich, Arturo Merzario, Andrea De Cesaris, Bruno Giacomelli, Giorgio Francia giusto per citarne alcuni, e altrettanti campioni stranieri: da Jochen Rindt a Jacky Ickx, da Jean Pierre Jarier a Mario Andretti.

Tommaso Corona

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Tommaso Corona
Tag: Alfa Romeo

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