Categorie: Ecologia

Prove europee di guida autonoma: tra nuovi problemi ed esperimenti sul campo

Tempo di lettura: 2 minuti

La guida autonoma diventa sempre più importante nei progetti delle case automobilistiche, circolano molti prototipi, non solo nella Silicon Valley e la possibilità di vedere questo tipo di auto circolare a breve è sempre più probabile.

Devono essere state queste premesse a spingere il ministero dei trasporti tedesco a proporre (fonte Reuters) una nuova legge in grado di porre un certo numero di nuovi requisiti per le case intenzionate a realizzare veicoli con caratteristiche di self driving.

Obbligo del volante

L’autore della proposta è Alexander Dobrindt (Ministro dei Trasporti), il progetto di legge prevede che l’automobilista anche se non coinvolto direttamente, rimanga seduto di fronte al volante durante l’utilizzo dei veicoli autonomi, per intervenire in caso d’emergenza.

I concept presentati da tutti i produttori di veicoli in questi ultimi mesi sembrano però andare in un’altra direzione. L’intenzione dei progettisti è intrattenere in vari modi gli automobilisti nell’autonomous car, una volta che della guida si occupa il computer di bordo, facendoli sentire come nel salotto di casa loro, oppure in ufficio.

Per legge nella vettura dovrà essere presente un volante, secondo Dobrindt, in maniera simile a quanto è già in vigore oggi in California, una regolamentazione però pesantemente criticata da molte aziende, tra cui in prima linea Google.

Innovazione e sicurezza

Le case automobilistiche si sono rivolte ai legislatori più volte dall’inizio dell’anno nel tentativo di modificare il quadro esistente nello stato Usa per facilitare lo sviluppo della guida autonoma, in totale sicurezza.

Il Ministro tedesco ha incluso anche la richiesta di una “scatola nera” presente nella self driving car utile per determinare eventuali responsabilità in caso d’incidente. Alcune auto, come per esempio quelle di Tesla già utilizzano strumenti simili, ma i giganti dell’automobile non sembrano molto contenti di questa svolta che di fatto limita la privacy dell’automobilista.

Se la Germania è preoccupata di regolamentare questo nuovo aspetto della mobilità, a pochi chilometri di distanza, la guida autonoma sembra invece aver trovato un nuovo campo d’applicazione. Stiamo parlando dell’Olanda, dove ad Amsterdam queste sperimentazioni hanno trovato un nuovo ambito d’applicazione nei bus da città.

Servizio urbano da fantascienza

A realizzare il Future Bus è Mercedes che lo sta impiegando per viaggi sperimentali di poco meno di 20 chilometri. Il mezzo utilizza la più recente tecnologia a guida autonoma della casa tedesca, ovvero il CityPilot, in grado di far muovere il bus con una velocità di crociera di circa 70 km/h e in parziale autonomia dentro speciali corsie. Per maggiore sicurezza, tutti gli esperimenti sono condotti con il pilota (umano) a bordo.

Future Bus oltre a seguire un determinato percorso in autonomia, è in grado di fermarsi alla fermata desiderata, attraversare dei tunnel, comunicare con i segnali stradali e i semafori, oltre a frenare in caso d’impatto con pedoni o altri ostacoli.

A differenza dell’HighwayPilot, pensato per la guida in autostrada, Mercedes non intende cominciare a produrre in serie il CityPilot, con tutte le funzioni attivate, ma la finalità è quella d’utilizzarlo per dimostrare l’efficienza dei nuovi motori a zero emissioni. 

Il bus in ogni caso è un concentrato di tecnologia, a partire dalla zona lounge, dove è possibile ricaricare lo smartphone con un sistema ad induzione oppure consultare un servizio d’informazioni disponibile su ampi display interattivi. 

Lino Garbellini

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Lino Garbellini

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