Semplice, bella da vedere, robusta ed economica: queste erano le caratteristiche della Dacia Duster di prima generazione, un’automobile che è riuscita a cambiare il mondo dell’auto pur essendo sempre sotto gli occhi di tutti. Se nel 2024 la Dacia Duster è sinonimo di SUV economico, robusto ma valido, il merito è di quella prima, rivoluzionaria generazione di quasi 15 anni fa, un’automobile che è stata in grado di dimostrare che i SUV non erano solo roba da ricchi.
Fin dalla sua prima iterazione, poi, la mitica Duster non ha dimostrato di essere solo una “bella faccia”. Se a livello estetico le prime due serie sono quantomeno riuscite, con linee piacevoli e aggressive unite ad un’eccellente abitabilità e praticità, il SUV romeno ha convinto anche i più scettici sia su strada che, soprattutto fuoristrada. Capace di avere ottime prestazioni in offroad in versione 4×4, sia la prima che, in misura minore, la seconda serie hanno combinato delle maniere non troppo rudi su strada con livelli di affidabilità, robustezza e versatilità spesso sconosciuti ai crossover dell’epoca.
Il successo della Dacia più amata di sempre è sotto gli occhi di tutti. La Duster è un’auto globale, amata in Europa con il marchio Dacia, ma anche in Sud America e Medio Oriente con il logo Renault, e venduta anche con quello Nissan in alcuni Paesi, e capace di sfondare nel 2022 i 2 milioni di esemplari venduti in tutto il mondo. Dopo una seconda generazione più raffinata e curata ma ancora spartana e robusta, nel 2024 è arrivata la terza generazione del SUV economico più amato che, per la prima volta, cambia registro.
Addio alla piattaforma B0 derivata dalle Renault di quasi 20 anni fa: ora sotto la scocca c’è la piattaforma CMF-B, la stessa delle compatte della Losanga di ultima generazione. Sotto il cofano debuttano motori più moderni, ora anche ibridi, abbandonando quella ricetta che voleva l’utilizzo di motori collaudati ma non troppo moderni. A cambiare è anche lo stile, ora più ricercato e personale che mai, capace di non far rimpiangere marchi ben più blasonati.
All’interno c’è tanta tecnologia, e non manca l’amatissima motorizzazione ECO-G benzina-GPL protagonista della prova, ma il rovescio della medaglia è un prezzo ora piuttosto salato. Con il prezzo, poi, salgono anche le aspettative: la terza generazione della Duster saprà ancora rubare il cuore agli automobilisti di mezzo mondo? Scopriamolo nella nostra prova su strada della Dacia Duster 1.0 ECO-G Extreme, verificando com’è, come va e quanto costa.
Cominciamo subito da uno degli argomenti di discussione principali riguardanti la terza generazione della Dacia Duster: il prezzo. Il SUV romeno, ancora assemblato nell’ormai storica fabbrica romena di Mioveni, a pochi km da Pitesti, ha visto il suo prezzo salire parecchio rispetto al passato.
La mitica pubblicità che enfatizzava il listino che partiva da 11.900 euro “Ma noi vogliamo spendere molto di più!”, oggi, è soltanto un ricordo. L’unica versione sotto i 20.000 euro, infatti, è la Duster 1.0 ECO-G in allestimento Essential, che non offre di serie né il clima manuale né un sistema di intrattenimento centrale (al suo posto c’è il Dacia Media Control, un sistema che permette di controllare dai comandi dietro al volante la radio e di interfacciarsi a Bluetooth e stazioni con il proprio smartphone da alloggiare al centro della plancia in un supporto apposito).
Sono di serie, invece, il Cruise Control, i comandi al volante, i vetri elettrici anteriori e il sedile di guida regolabile, appannaggio delle versioni top di gamma sulla prima Duster. La gamma, quindi, oggi supera in quasi ogni versione i 20.000 euro, con la top di gamma 1.6 Hybrid che arriva a 27.900 euro. Questo è, quindi, il listino prezzi della Dacia Duster 2024:
La nostra Duster 1.0 Eco-G Extreme è dotata anche di Pack Techno da 500 euro, che include il freno a mano elettrico, il pad per la ricarica wireless e il navigatore proprietario, il Pack Parking (che aggiunge le telecamere a 360°, i sensori di parcheggio anteriore e laterali e il Blind Spot Warning), la verniciatura Verde Oxide e i cerchi da 18 pollici. Questa dotazione fa lievitare il prezzo a 25.150 euro, ai quali vanno aggiunti anche i prezzi del Pack Sleep.
Il pacchetto per dormire in auto, infatti, ha un costo di 2.104 euro che offre la scatola 3 in 1 in legno, il materasso pieghevole da 190 cm di lunghezza e la possibilità di adottare anche le tendine estraibili (246 euro) e la tenda da attaccare al portellone posteriore, che costa 450 euro aggiunge una “camera da letto” per tre persone. Per una Duster 1.0 Eco-G Extreme “promiscua” come questa, quindi, servono quasi 28.000 euro.
Basta dare un primo sguardo alla nuova Duster per accorgersi di quanta strada sia stata fatta dalla prima generazione del 2010. Sebbene un look esterno accattivante sia sempre stato tra i punti di forza del SUV dei Balcani, con questa terza generazione la Duster stupisce e colpisce anche chi una Dacia non l’avrebbe mai considerata. Forte dei grandi passi avanti in termini di design fatti dalla più piccola Sandero e dal particolare SUV-MPV-Wagon Jogger, la terza serie della Duster è senza dubbio la Dacia più riuscita a livello estetico della storia del brand.
Il frontale è davvero piacevole e accattivante, capace di far spiccare il logo Dacia bianco in una mascherina sottile che integra anche i piacevoli fari “quasi-Full LED” (gli abbaglianti sono ancora alogeni), con un paraurti posteriore molto massiccio e con vistose protezioni paracolpi. A stupire è il cofano, davvero muscoloso sia da fuori che, soprattutto, da dentro. Guidare apprezzando la gobba centrale e i passaruota bombati dona una sensazione e una presenza davvero inaspettate.
Molto riuscita anche la vista laterale, dove spiccano i passaruota in plastica grezza e riciclata, con una texture molto particolare e un logo che indica la presenza di materiali riciclati forse fin troppo evidente. Convince l’ormai abituale pannello in plastica in corrispondenza del parafiamma anteriore. Queste ultime, poi, abbandonano finalmente il layout con maniglia incassata e con gocciolatoio integrato nella parte alta delle vecchie Duster, segnando il definitivo stacco con la passata meccanica iper-collaudata. I passaruota posteriori sono poi molto prominenti e bombati, e uniti alle maniglie delle portiere posteriori annegate nel montante C e al lunotto inclinato danno alla Duster un aspetto molto più sportivo che in passato.
Il posteriore è forse l’angolo che meno mi ha convinto della Duster, pur rimanendo piacevole e molto personale. La vista è piuttosto massiccia, con una fascia metallica particolarmente prominente e un lunotto forse un po’ troppo piccolo. I fari, poi, riprendono il motivo a Y ormai firma stilistica della Casa, ma appaiono, almeno a chi vi scrive, un po’ troppo sottili e compatti. In ogni caso, a parte queste considerazioni personali l’estetica della Dacia Duster 2024 è decisamente riuscita, dimostrando che con un buon disegno e delle proporzioni riuscite si può disegnare un’auto bella anche senza chiedere in cambio decine di migliaia di euro.
Salendo a bordo, lo stupore che ha presentato l’esterno viene confermato, se non addirittura enfatizzato, da degli interni appaganti e riusciti. Non aspettatevi, ovviamente, plastiche soft-touch e rivestimenti di pregio: nonostante il salto di qualità, la Duster rimane un’auto razionale e che pensa ancora alla sostanza. Per questo, le plastiche sono sostanzialmente tutte rigide e con alcuni spigoli non troppo smussati (come, ad esempio, la parte alta dei pannelli porta).
Grazie ad un disegno furbo e all’utilizzo di diversi materiali e colori, gli interni della Dacia Duster 2024 appaiono più curati e ricercati di quanto i materiali da soli non facciano pensare. Sebbene siano poi tutti rigidi, i materiali denotano una costruzione robusta, accoppiamenti precisi e nessuna “sbavatura” come viti o rivetti a vista, un netto salto in avanti rispetto al passato.
Una delle soluzioni più interessanti è la scelta dell’inserto verticale di colore verde al centro della plancia, con la dicitura Duster incisa davanti al passeggero. Sebbene sia in plastica rigida, questo inserto rende più personale e ricercato l’abitacolo senza eccessi.
Su questo inserto, che corre per tutta la larghezza della plancia, trova posto anche il comodo “gancetto” del sistema YouClip, un aggancio proprietario di Dacia che permette di montare in vari punti dell’auto diversi accessori come torce, borse, portaoggetti e il comodo porta-smartphone (che, sul nostro esemplare, produceva qualche vibrazione di troppo sulle buche).
A livello di ergonomia, una piccola curiosità è la condivisione del layout della plancia, delle bocchette dell’aria e della posizione dei vari comandi con la nuova Renault 5: aguzzando la vista, i punti focali della plancia sono gli stessi sulle due vetture. Con la R5, quindi, la Duster condivide un’ottima ergonomia, con i comodi comandi del clima automatico fisici posizionati su una raffinata plancetta con comandi a bilanciere condivisa con altri modelli Renault e un grande portaoggetti dotato, sul nostro esemplare, della ricarica wireless.
Davanti al guidatore, poi, troviamo finalmente un nuovo volante a tre razze, molto più moderno e piacevole da usare dell’ormai vetusto sterzo a quattro razze del passato, e anche l’immancabile satellite per gestire i comandi della radio e della multimedialità è quello visto sulle ultime Renault. A debuttare per la prima volta su una Duster è poi un quadro strumenti digitale. Sulla nostra Eco-G c’è il cruscotto da ben 7 pollici, che nonostante la diagonale non esagerata ha una buona qualità, una leggibilità chiara e una possibilità di personalizzazione superiore a quanto la diagonale non faccia credere.
Comodi, poi, i comandi a bilanciere sulla sinistra del volante, soprattutto il geniale comando My Safety. Se premuto due volte, questo tasto (raffigurante un’auto circondata da uno “scudo”) permette di accedere rapidamente alle proprie preferenze riguardanti gli ADAS, come la disattivazione del sistema di avvertimento dei segnali stradali o il mantenitore attivo di corsia. Al centro della plancia, poco sopra le bocchette del clima caratterizzate dalla finitura in bronzo dell’allestimento Extreme, trova posto il display dell’infotainment da 10 pollici Media Nav.
Questo sistema è lo stesso visto sulle ultime Renault e condiviso direttamente con la R5: basato su Android Automotive, è veloce e completo, nonché facile da usare grazie ad una grafica proprietaria di Dacia più semplice e razionale. Non mancano Apple CarPlay e Android Auto wireless, ben gestiti, ma non c’è Google Maps installato sull’auto: al suo posto, ci sono le mappe di Here. Ottime anche le telecamere a 360 gradi, anche se nei nostri giorni di test hanno smesso di funzionare per 24 ore per poi tornare a funzionare autonomamente. L’infotainment è quindi molto buono, fluido e di ottima qualità, denotando la derivazione da vetture più costose e ricercate del “Dusterone”.
Comodo anche il piccolo vano per alloggiare un telefono sopra il vano wireless, anche se la fattura in plastica rigida lo rende piuttosto scivoloso. A livello di spazio, vani ed ergonomia, gli interni della Dacia Duster 2024 propongono passi avanti e piacevoli conferme. La posizione di guida, ad esempio, è decisamente più automobilistica. Si è sempre seduti in alto, enfatizzando quella posizione di guida alta e dominante che, sulla Duster III, è superiore a molte rivali dirette. La posizione di volante, pedali e sterzo è decisamente più curata e automobilistica, andandosi a sposare con un’ottima disponibilità di spazio per i passeggeri anteriori.
I vani portaoggetti sono tanti, tra il doppio portabicchieri tra i sedili a quello dedicato alla chiave fino alle generose tasche nelle portiere. In tutti questi vani, però, si nota ancora l’anima low-cost di Dacia, con angoli poco smussati e superfici molto rigide e lisce. Torna il sorriso per quanto riguarda i sedili, comodi e ben regolabili. Il tessuto tecnico impermeabile, sfoderabile e lavabile della nostra Extreme è piacevole e appagante al tatto e alla vista, ma ha il vizio di non essere molto traspirante, un limite soprattutto in estate.
Se soffrite il caldo, meglio optare per i sedili in tessuto della meno avventurosa Journey, ugualmente accessoriata. Se le precedenti Duster si erano già distinte per l’abitabilità posteriore, questa terza serie offre 30 mm in più per le gambe dei passeggeri posteriori, con una disponibilità di spazio ottima per due e buona anche per tre persone. Sulla versione ECO-G, nonostante la bombola del GPL sotto al pianale il bagagliaio della Dacia Duster 2024 è ancora ai vertici della categoria, con una capacità minima di 453 litri aumentabili a 1.545 litri abbattendo il divano. Il nostro esemplare ci è stato dato da Dacia Italia con il Pack Sleep, l’ormai famoso kit per poter dormire all’interno della vettura.
Questa struttura in legno occupa interamente il bagagliaio, offrendo un pozzetto all’interno del “cassone” apribile da 220 litri. Per aprirla ci vogliono pochi minuti, in un processo piuttosto semplice da eseguire anche da soli. Il “letto” che si va a creare ha dimensioni di 190×130 cm, con un materassino pieghevole che permette di accogliere con discreta comodità fino a 2 persone. Il cassone ha anche una ribaltina utilizzabile come un tavolino dove cucinare o appoggiarsi, mentre a richiesta possono essere acquistate le tendine da montare sui finestrini e un’enorme tenda da attaccare al portellone posteriore che dona altri tre posti letto. Il verdetto sul Pack Sleep? È una divertente “distrazione”: non è, effettivamente, un “game changer”, ma è una soluzione furba e ben pensata, nonché relativamente abbordabile (costa 2.101 euro) per trasformare la vostra Duster in un mini-camper pratico e funzionale.
Dopo aver parlato di mini-camper, infotainment su base Android e plastiche riciclate, è il momento di scoprire come va su strada la Dacia Duster 2024, un argomento molto interessante in quanto per la terza generazione la Casa di Mioveni ha cambiato tanto.
Sotto la scocca, infatti, è stata definitivamente accantonata la piattaforma Dacia B0, una piattaforma che traeva le sue origini dalla Renault Clio II e che ha mosso tutte le Dacia prodotte fino al 2020. Oggi, invece, anche la Duster si basa sulla moderna piattaforma modulare CMF-B, condivisa con i modelli compatti dell’Alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi.
Sebbene la meccanica sia ancora tradizionale (sospensioni McPherson davanti, a ponte torcente dietro), questa piattaforma modulare si è distinta per un buon piacere di guida, un ottimo comfort e una grande versatilità in fatto di motori, alimentazioni e tipi di trazione. Infatti, se rimangono la trazione integrale e la versione benzina-GPL Eco-G della nostra prova, questa è la prima Duster elettrificata, con motorizzazioni Mild Hybrid (a due e quattro ruote motrici) e persino Full Hybrid.
In questo caso, sotto il cofano di questa Duster c’è il 1.0 Eco-G, il tre cilndri turbo già apprezzato sulla precedente generazione. Confermati i 100 CV e 170 Nm e il cambio manuale a 6 marce, questo 1.0 turbo deve spingere un’auto piuttosto leggera per le dimensioni (1.276 kg in ordine di marcia), e lo fa con una buona verve. In città, ad esempio, l’apporto del turbocompressore è ben avvertibile da circa 1.800 giri, e anche sotto questa soglia non appare mai sottodimensionato.
In un contesto cittadino, oltre al vivace “millino”, che a GPL ha il 95% delle prestazioni rispetto all’utilizzo a benzina, si fanno apprezzare le sospensioni morbide e permissive con gli asfalti più butterati, che nonostante i grandi cerchi da 18 pollici consentono una marcia confortevole anche sulle asperità più importanti. Bene anche lo sterzo, leggero ma ben più preciso che in passato, che permette, complice un buon raggio di sterzata e la buona visibilità anteriore, di muovere con sicurezza l’auto anche nei passaggi più stretti.
Dietro, invece, la visibilità è compromessa dai generosi montanti posteriori e dal piccolo lunotto. In soccorso viene il sistema di telecamere a 360 gradi, ben realizzato. Il cambio è piuttosto preciso e piacevole in città, mentre la frizione è molto morbida e ha una corsa non troppo regolare che costringe a “farci il piede” nei primi chilometri. Potenti i freni, contenuto il rumore esterno, con il timbro del tre cilindri piuttosto sommesso che si avverte di più alzando i giri motore.
Uscendo dalla città e affrontando qualche curva, l’ottima Duster è un’auto molto interessante, con tanti pregi e alcuni lati un po’ confusi. Rispetto al passato, la prima cosa che si nota è uno sterzo molto più preciso in velocità, dall’ottima progressività e dal carico giusto, dotato persino di una leggera comunicatività. Questo comando si è rivelato decisamente superiore alle mie aspettative, abbandonando il vecchio sterzo poco preciso e un po’ vago della precedente Duster.
Questo sterzo, però, deve fare i conti con un assetto molto morbido e un telaio che, seppur dimostri ottime potenzialità, è stato tarato per essere più pacioso e turistico. Il risultato è un’auto assolutamente piacevole e agile tra le curve, ma che ha un “conflitto” delle sue due anime nel misto.
Si percepisce infatti come sterzo e telaio siano adatti anche a qualche curva, ma l’assetto turistico, l’altezza da terra da vero SUV e le ottime credenziali fuoristradistiche già presenti sulle versioni a trazione anteriore non le permettono di ottenere il massimo dalla base meccanica. Il risultato è un’auto onesta, comoda e piacevole, ma un po’ “confusa”, che deve decidere cosa vuole essere da grande, se rimanere la paciosa crossover economica o fare il balzo definitivo e diventare un’auto più ricercata.
In questo senso, il 1.0 turbo convince per una bella verve proprio dove serve, tra i 2.000 e i 4.000 giri. Sopra questa soglia, il tre cilindri perde un po’ di spinta, giustificando quei 13,2 secondi impiegati nello 0-100 km/h nell’utilizzo a benzina. Fuori città, infatti, il divario tra l’utilizzo a benzina e quello a GPL comincia ad avvertirsi, con sorpassi più rapidi quando si va a “verde” che a gas. Per il resto, questo tre cilindri è più piacevole e meno “seduto” a livello di sensazioni di quanto la scheda tecnica racconti, mentre il cambio è piacevole da usare, anche se la corsa lunga della leva e una sesta marcia che qualche volta si impunta facciano storcere il naso.
Dove la nuova Duster ha fatto il maggior salto di qualità è nella marcia autostradale. Le prime due generazioni, infatti, erano poco rifinite per i lunghi viaggi, con la seconda serie e, soprattutto, la prima interessate da generosi fruscii aerodinamici. Questa terza generazione è decisamente più curata, con una buona insonorizzazione anche a velocità codice. L’animo low-cost si vede solo in alcuni dettagli, come il rumoroso motorino dei tergicristalli e lavavetri, ben avvertibile anche in autostrada, mentre il rumore di rotolamento dei grandi pneumatici si fa ancora sentire più di altre rivali più ricercate.
Per il resto, il SUV romeno è stabile e sicuro anche nei lunghi curvoni autostradali, con una sensazione di stabilità diffusa in ogni condizione. I freni sono potenti e ben rapportati alla massa dell’auto, mentre convincono visibilità e comodità del posto guida nei lunghi viaggi. Sebbene manchi il Cruise Control Adattivo, gli ADAS presenti (sensore per l’angolo cieco, Cruise Control “classico” e mantenitore di corsia) sono ben tarati. Ottimo, poi, il fatto che il Cruise Control rimanga in funzione anche cambiando marcia.
Il 1.0 Turbo, infatti, in questo frangente mostra un po’ di più le piccole dimensioni. Complici le marce molto lunghe del cambio, in autostrada è necessario scalare spesso per riprendere, e spingere sul pedale dell’acceleratore per effettuare sorpassi rapidi. In nessun frangente, comunque, appare sottodimensionato, soprattutto se alimentato a benzina. Superati i 120 km/h, infatti, la differenza tra marcia a GPL e marcia a benzina è più avvertibile, con una buona dose di verve in più quando si utilizza la benzina.
Concludiamo, come di consueto, con i consumi della Dacia Duster GPL 2024, che convincono sia a gas che, soprattutto, a benzina. Quando si utilizza il gas di petrolio liquefatto, infatti, il “Dusterone” ha un consumo medio di circa 8,0 l/100 km in un percorso misto, ovvero circa 12,5 km/l. Si tratta di un ottimo risultato contando che sia in città che in autostrada a velocità codice si sta sui 9 l/100 km, ovvero 11 km/l, mentre in statale si possono percorrere con facilità 15 km/l.
Nel mio “classico” Hypermiling di 60 km di strade extraurbane tra 70 e 90 km/h, invece, il risultato migliore è stato di 5,6 l/100 km, ovvero 17,9 km/l, un eccellente risultato per un’auto alimentata a GPL, un carburante dal basso potere calorifico. L’ottimo livello di efficienza del 1.0 tre cilidri Renault è confermato dai sorprendenti consumi ottenuti a benzina: nel già citato Hypermiling, infatti, sono riuscito ad ottenere una percorrenza di soli 4,3 l/100 km, ovvero 23,2 km/l, davvero ottima per il tipo di auto.
In autostrada, se usato a benzina il 1.0 da 100 CV della Duster riesce a fare 15 km/l a 130 km/h e circa 17-18 km/l a 110 km/h, un consumo pari a quello facilmente ottenibile in statale, con i 20 km/l reali con un piede leggero. In città, invece, complice la massa e la rapportatura lunga non si fa meglio di 13 km/l, per una media reale di 16 km/l. Eccezionale, infine, l’autonomia: con i miei consumi, percorrere oltre 1.400 km con i due serbatoi pieni è perfettamente fattibile.
In definitiva, questa Dacia Duster GPL 2024 di terza generazione è un’auto complessivamente migliore, parecchio migliore delle precedenti iterazioni. Ora è più bella, fatta meglio, più tecnologica e più completa, con una guida più precisa e tante chicche in più. Il prezzo, però, non è più stracciato, e si distacca dalle rivali di poche migliaia di euro. Per questo, se la qualità si è alzata, anche l’asticella ora è più alta, e si fa più fatica a giustificare alcune caratteristiche che, fino alla Duster II, erano giustificate da un listino stracciato.
La Duster III, però, risponde presente, ed è un’auto davvero riuscita per comfort, contenuti tecnici e tecnologici, piacevolezza di utilizzo e abitabilità. Questa nuova consapevolezza dei propri mezzi, però, è come se le avesse tolto un po’ quell’anima anticonformista, che non si prende sul serio.
Oggi la Duster è più completa e competente che mai, ma non ha ancora deciso cosa vuole fare da grande. La più grande e lussuosa Bigster, più curata e ancora più moderna, fa capire il percorso che Dacia ha in mente per sé stessa, e questa strada verso una trasformazione del brand è percepibile sulla Duster, ancora a metà tra il suo passato comodo e low-cost e il futuro più attento e ricercato.
Si tratta, però, di piccolezze, di un comportamento dinamico che non mantiene le ottime promesse che fa intravedere ma che non intacca un pacchetto assolutamente completo e che fa tremare tutte le dirette rivali. Se la precedente era più razionale e “simpatica”, questa terza serie è un’auto estremamente competente, onesta e riuscita in ogni ambito, perfetta per essere la prima auto di famiglia tuttofare di sempre più persone, anche di chi una Dacia non l’avrebbe mai presa in considerazione. Il GPL? Piccolino, ma tosto: se superate l’ansia da scheda tecnica, sa dare grandi soddisfazioni.
PRO
CONTRO
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