Modello fondamentale della strategia di crescita del marchio MINI, dal 2010 la Countryman è uno dei prodotti più apprezzati del Gruppo BMW. Capace di condensare in un’auto i tratti distintivi della Casa inglese, dallo stile al piacere di guida, in un corpo più pratico e alla moda, arriva sul mercato nel 2024 la MINI Countryman E, la prima iterazione elettrica del SUV della Casa di Oxford.
Se la seconda generazione, la F60, è stata la prima MINI elettrificata della storia, proponendo nella gamma la Countryman Cooper SE ibrida Plug-In, con questa terza serie, nota agli appassionati con il codice di progetto U25, arriva la prima MINI Countryman elettrica. Oltre alla presenza nella gamma di ben due motorizzazioni elettriche, la Countryman E e la più potente SE, la terza iterazione del SUV inglese è anche la MINI più grande di sempre, avvicinandosi sempre più alla soglia dei 4 metri e mezzo.
Oltre alle dimensioni e all’elettrificazione, la nuova generazione del SUV inglese offre uno stile personale e moderno, interni futuristici e minimali e un livello di comfort e abitabilità mai visti su un’auto del marchio inglese. Abbiamo provato poche settimane fa la termica Countryman John Cooper Works (qui trovate la nostra prova in anteprima) con motore 2.0 turbo da 300 CV. Oggi è il turno della MINI Countryman E, la versione d’accesso della gamma elettrica del SUV inglese. Saprà convincere anche in versione elettrica? Per scoprirlo, ho guidato per oltre 500 km la nuova MINI Countryman E 2024 nella nostra prova in anteprima, per iniziare a conoscerla meglio, con i suoi pregi e i suoi difetti.
Iniziamo subito dal prezzo della MINI Countryman E 2024, che in versione “E” si candida ad accedere agli incentivi statali (sempre che vengano promulgati nei prossimi mesi, ovviamente). Se la gamma termica del SUV tedesco parte da 34.900 euro per la “C” con motore 1.5 tre cilindri Mild Hybrid da 170 CV, per una Countryman elettrica servono almeno 40.700 euro. Questo è il prezzo base della Countryman E, versione d’attacco con motore singolo anteriore da 204 CV e trazione anteriore. Questo è, nel dettaglio, il listino prezzi della MINI Countryman E 2024 e della sorella maggiore SE a doppio motore:
Per avere una MINI Countryman E come quella che abbiamo provato noi, una Favoured con Pacchetto M, invece, servono quasi 50.000 euro. Di serie, la versione Favoured offre comunque fari a LED anteriori e posteriori, clima bizona schermo OLED da 9,55 pollici tondo, guida autonoma di Livello 2, ambient lighting, sedili e volante in ecopelle e cerchi da 17 pollici.
Dimensioni
Motore e prestazioni
Batteria, ricarica e autonomia
Rispetto alla versione termica provata dal Direttore Federico Ferrero qualche settimana fa, le differenze a livello estetico di questa MINI Countryman E 2024 per esterni e interni sono molto poche, limitate ad alcuni dettagli. Come abbiamo visto nella scheda tecnica, la terza iterazione del SUV inglese è arrivata ormai alla soglia dei 4,5 metri, fermandosi a 4,45 metri.
Rispetto alla cugina BMW X1, con la quale condivide la base meccanica e anche la fabbrica (è costruita a Lipsia: è la prima MINI di sempre costruita in Germania), è più corta di 5 centimetri, e le proporzioni sono molto diverse. Nonostante sia cresciuta anche a livello estetico, infatti, questa U25 conserva alcuni dei tratti distintivi di tutte le MINI, seppur declinati in una forma più moderna.
Il frontale, ad esempio, ha ancora la generosa “bocca” trasversale, che sulle versioni Favoured è impreziosita da una finitura dorata, così come i grandi fari tondi, seppur “smussati” e con diversi spigoli. Anche il parabrezza rimane piuttosto eretto, con un’inclinazione inferiore alla maggior parte dei SUV, e anche il tetto rimane sospeso, con i montanti sempre neri su tutte le versioni. In coda, lo stile è molto più tondeggiante e “maturo”, con la chicca dei fari full LED personalizzabili nella firma luminosa attraverso il sistema di infotainment.
Salendo a bordo, gli interni della MINI Countryman E 2024 sono pressoché identici alla variante termica, condividendo quindi la rivoluzione estetica e funzionale con le altre MINI di ultima generazione. Addio alle forme classiche: ora la plancia è estremamente semplice, rivestita in tessuto e dominata al centro dal grande schermo OLED tondo da 9,55 pollici.
Sotto di lui, poi, trovano posto il selettore del cambio automatico, il comando per il freno a mano, la “leva” di accensione da girare (una citazione alla MINI del 1959 di Alec Issigonis) e il selettore per le modalità di utilizzo “MINI Experiences”, che cambiano le impostazioni di motore e sterzo, ma anche il layout del display.
Ero abbastanza scettico riguardo il display OLED, nutrendo alcuni dubbi riguardo alla sua usabilità in marcia. In realtà, il sistema operativo MINI OS 9 proprietario è veloce e ha icone grandi e intuitive, che permettono anche in marcia di utilizzarlo senza troppe distrazioni. Le operazioni più complicate rimangono ancora un po’ macchinose, richiedendo l’utilizzo del Cruise Control Adattivo, e in alcune situazioni dove si richiedono gli straordinari al processore c’è qualche rallentamento di troppo.
Nonostante questo, il sistema si è rivelato più facile e intuitivo del previsto, e in accoppiata con l’Head-Up Display permette di non perdere mai di vista le informazioni fondamentali. Per il resto, gli interni della MINI Countryman E 2024 sono spaziosi, luminosi e appaganti come quelli delle altre Countryman. Peccato per il suono di chiusura della portiera, un po’ troppo secco, e l’utilizzo fin troppo esteso di plastiche rigide. L’intelligente utilizzo di tessuti riciclati su plancia, portiere e altre superfici, però, fa da contraltare alla plastica dura, permettendo all’abitacolo di apparire appagante e ben fatto.
Come si guida la nuova MINI Countryman E 2024? Per scoprirlo, abbiamo percorso quasi 500 km tra Milano e l’Alto Adige, in un viaggio all’insegna dells sostenibilità anche a Bolzano, dove siamo stati ospiti della struttura NOI Techpark. Nelle ore alla guida della Countryman E ho colto subito la parentela con la BMW X1, con la quale condivide l’ottima piattaforma UKL2, il layout sospensivo (McPherson davanti, Multilink dietro) e il powertrain.
In versione “E”, i 204 CV e 250 Nm di coppia del motore elettrico singolo anteriore non sono mai esagerati, con prestazioni adeguate (0-100 km/h in 8,6 secondi) e la vivacità necessaria per sorpassi e immissioni autostradali svelte. Se cercate prestazioni da sportiva vera, meglio passare alla versione SE con doppio motore, 313 CV e accelerazione 0-100 km/h coperta in 5,6 secondi.
Rispetto alla X1, poi, la nuova Countryman punta ad offrire sensazioni di guida più dinamiche, con uno sterzo più diretto e sospensioni leggermente più rigide. Tra le curve, la “Maxi MINI” si è rivelata competente, comoda e rilassante, con dei comandi che convincono nonostante il suo obiettivo non sia quello di divertire a tutti i costi. La precisione dello sterzo anche ai minimi angoli e l’anteriore piuttosto rapido ricordano il mitico “go-kart feeling” MINI, lasciato però alle più piccole Cooper a 3 Porte.
La terza generazione del SUV britannico conclude il processo di maturazione di un’auto che ora si propone come una vera MINI da famiglia, con un’impostazione di guida che segue di conseguenza. In autostrada, ad esempio, la Countryman E è silenziosa e stabile, con pochissimi fruscii aerodinamici e una suite di ADAS completa e ben tarata. In città, è agile e rapida nelle situazioni più concitate, e il sistema di frenata rigenerativa permette di gestire bene i rallentamenti anche con il solo pedale dell’acceleratore.
Questa MINI così matura non ha più l’agilità e il sano (ma non sempre apprezzabile) nervosismo delle prime MINI, Countryman compresa, e sulle buche è comoda e composta. Rispetto a molte elettriche, resta decisamente competente e piacevole tra le curve, ma i compromessi fatti a livello di guidabilità e setup danno accesso ad un’auto comoda, stabile e molto versatile. Il peso di 1.940 kg in ordine di marcia, in linea con elettriche simili, è ben gestito dall’assetto, con movimenti di cassa coerenti e un assetto mai troppo rigido, nonché uno sterzo progressivo e sincero. Il tutto, poi, è fatto con un’efficienza di tutto rispetto.
Nonostante le dimensioni e l’aerodinamica non proprio da BEV “mangiachilometri”, infatti, i 66,45 kWh bastano per un’autonomia reale in contesto autostradale di oltre 335 km. Il consumo a velocità codice, infatti, si è attestato intorno ai 20 kWh/100 km, ovvero 5 km/kWh, che affiancati alla batteria da 66,45 kWh offrono una buona propensione per i viaggi medio-lunghi.
Peccato per la ricarica di “soli” 130 kW in corrente continua, sulla carta inferiori alle rivali. In realtà, nella nostra sosta ad Affi, nella più grande stazione Ionity d’Europa, abbiamo caricato dal 30 al 92% in circa 25 minuti, con un tempo dichiarato dal 10 all’80% da parte di MINI di 29 minuti.
In conclusione, la nuova MINI Countryman E è un’elettrica piacevole, moderna e comoda, che unisce uno stile iconico e tanta tecnologia con una guida agile e vivace e consumi piuttosto interessanti. Per il nostro verdetto finale su consumi, autonomia e sulla sfida infinita con la bestseller del segmento, la Tesla Model Y, ci riserviamo di provarla presto in redazione per conoscerla fino in fondo.
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