In un mondo dell’auto sempre più “pesante”, con automobili che arrivano a livelli mai visti di potenze e dimensioni aumentando al contempo il peso, c’è qualcuno che cerca l’efficienza in un modo diverso, più puro: con la leggerezza. Questo è proprio il caso di Suzuki, che con la nuova Swift Hybrid AllGrip dimostra come un motore termico efficiente, un peso piuma e una guidabilità molto interessante si possano ancora sposare con una trazione integrale vera e meccanica, qualcosa di ormai sempre più raro in un mondo di sistemi 4WD “combinati”.
Dopo aver provato in anteprima europea a Bordeaux la nuova Suzuki Swift a due ruote motrici, con la quarta generazione “moderna” lanciata nel marzo scorso, la Casa di Hamamatsu ci ha invitati sull’Altopiano di Asiago, dove si è tenuto il tredicesimo Raduno Suzuki dedicato ai suoi modelli 4×4. In mezzo ad una pletora di Jimny, che presto arriverà nella sua ultima incarnazione prima dell’obbligato ritiro dal mercato europeo per via delle complesse (e criticabili nella forma) limitazioni alle emissioni, Suzuki ha presentato la sua ultima vettura a trazione integrale.
Nonostante le forme simpatiche e sbarazzine e le dimensioni compatte, la piccola Swift Hybrid AllGrip vuole dimostrare di avere la stoffa per cavarsela anche lontano dall’asfalto. Con l’addio alla mitica Panda 4×4, insieme alla più piccola Ignis è l’unica 4×4 sotto i 4 metri e l’unica hatchback di segmento B con trazione integrale. Saprà convincere anche lontano dall’asfalto? Scopriamolo insieme nel primo contatto della Suzuki Swift Hybrid AllGrip.
Come ho anticipato poco più su, con l’addio alla più piccola Panda 4×4 e l’avvicinamento al pensionamento della Ignis, ancora a listino ma in fase di sostituzione, la Suzuki Swift Hybrid AllGrip è un vero unicum all’interno del mercato attuale. Con la sua trazione integrale, è l’unica Segmento B dotata di sistema 4×4, una soluzione da sempre affiancata alla piccola nipponica. Già le Swift degli anni ’90 si facevano notare per la presenza della versione 4WD, e dalla rinascita della Swift avvenuta nel 2004 non è mai mancata una versione a trazione integrale. Rinnovata nello stile, nella meccanica e nella dotazione, a livello di prezzi la Suzuki Swift Hybrid AllGrip non richiede un grande esborso rispetto alla versione a trazione anteriore. Questo è il listino completo della Swift 2024:
Come si può chiaramente vedere, la versione AllGrip con sistema di trazione integrale meccanico ha un prezzo di 24.500 euro, 2.000 euro in più rispetto alla versione con la sola trazione anteriore, fissata a 22.500 euro. Il prezzo è decisamente interessante considerando anche che la versione con cambio automatico CVT costa solo 500 euro in meno. Sebbene non sia un prezzo stracciato, la Swift AllGrip non solo offre una caratteristica unica nel segmento, ovvero la trazione integrale, ma anche una dotazione molto ricca.
Per questa quarta generazione, Suzuki Italia ha deciso infatti di commercializzare una sola versione della Swift la più ricca Top. Questo allestimento, disponibile invariato su tutte le motorizzazioni, offre di serie tanti accessori, spesso opzionali o persino non presenti su auto più costose. Tutte le Swift hanno infatti la guida autonoma di Livello 2, con Cruise Control Adattivo e mantenitore di corsia, il clima automatico, i cerchi in lega da 16 pollici, i fari full LED, i sedili riscaldati, i sensori di parcheggio posteriori con retrocamera, il sistema di infotainment da 9 pollici e il sensore per il monitoraggio dell’angolo cieco. L’unico optional è la vernice metallizzata, offerta a 550 euro in versione monocolore o 950 euro scegliendo le tinte bicolore.
Da fuori, le differenze tra una “normale” Swift di quarta generazione e la sua versione AllGrip sono notabili solamente con un occhio molto attento. Gli indizi, infatti, sono solo tre, di cui due piuttosto “tecnici”. Rispetto ad una classica Swift 2WD, infatti, si vede una maggiore luce tra gomma e passaruota, facendo immediatamente notare la presenza di un assetto rialzato. Sotto il paraurti posteriore, poi, spunta il differenziale posteriore a vista, un dettaglio ormai classico su tutte le Swift 4×4. Infine, l’unica reale differenza estetica sta nella presenza di un adesivo nero AllGrip posizionato alla base del montante posteriore, anch’esso nero.
È quindi evidente che Suzuki abbia scelto di non differenziare a livello estetico le due versioni della Swift, del tutto confondibili ad un primo sguardo. Le dimensioni, del resto, sono quasi del tutto identiche. Lunga 3,86 metri e larga 1,74 metri, la Swift di quarta generazione ha dimensioni che la posizionano a metà tra il segmento A delle citycar e il segmento B delle utilitarie compatte, andando ad unire l’agilità e la manovrabilità di una citycar con la maggior abitabilità di una hatchback più grande. La differenza principale è, ovviamente, l’altezza: la AllGrip è più alta di 2 cm, andando ad aumentare la luce a terra da 11,5 a 14 cm al punto più basso della vettura, rappresentato proprio dal differenziale posteriore.
Per il resto, a livello estetico la nuova Swift quarta serie ha un look simpatico e moderno, con il frontale caratterizzato dai grandi fari full LED, dalla calandra anteriore sormontata dal logo Suzuki incastonato nel paraurti e dal particolare cofano “a coperchio”, quasi appoggiato al resto della carrozzeria. Dinamica e pulita nella fiancata, che non rinuncia ai montanti neri che fanno apparire il tetto “sospeso”, in coda il look è un’evoluzione della Swift precedente, dal quale riprende l’impostazione generale. I fari, con lente chiara, e il lunotto ricordano quelli della Swift III, ma le linee sono più moderne e “orientali”, regalando alla piccola nipponica un look personale ma piuttosto particolare, al quale si deve fare l’abitudine.
Se da fuori le differenze tra la Swift a trazione anteriore e la AllGrip sono ridotte all’osso, gli interni della Swift AllGrip sono del tutto identici alla variante 2WD. Non c’è, infatti, un singolo componente che richiami alla presenza della trazione integrale: essendo quest’ultima completamente automatica ed essendo priva di modalità di guida, non ci sono comandi che gestiscono la trazione 4×4. Oltre alla mancanza di funzionalità o comandi dedicati, anche lo stile è del tutto identico alla Swift 2WD, con la quale condivide quindi un abitacolo decisamente più moderno e tecnologico rispetto alla razionale precedente generazione.
Lo stile scelto per gli interni della Swift IV è originale e piuttosto moderno, con inserti in plastica chiara dalla finitura piuttosto originale che vanno ad intervallarsi con superfici più scure e ad altri inserti in simil-alluminio. Il risultato può sembrare un po’ caotico in foto, ma dal vivo restituisce una sensazione di cura e modernità che convince. Un plauso, poi, a Suzuki per aver concentrato l’ormai onnipresente Piano Black alla sola cornice dell’infotainment (per quanto quest’ultima sia decisamente generosa nelle dimensioni), mentre convincono sia l’abitabilità che l’ergonomia.
La Swift AllGrip non costringe infatti ad alcuna rinuncia a livello di abitabilità interna, identica a quella, molto buona, della 2WD. Davanti anche i più alti hanno tanto spazio, mentre dietro nonostante le dimensioni ridotte rispetto alle classiche segmento B è ariosa e comoda per quattro. I 265 litri del bagagliaio, invece, risentono delle dimensioni compatte, ma grazie ad una forma regolare sono ben sfruttabili. Ottima, invece, l’ergonomia, con tutti i comandi facili da usare, intuitivi e con tasti fisici piacevoli da azionare.
A livello tecnologico, la Swift AllGrip ha la medesima configurazione della Swift 2WD, condividendo quindi lo stesso approccio alla tecnologia razionale e non esasperato. Non troviamo, ad esempio, un quadro strumenti digitale, sostituito da un classico cruscotto con strumenti analogici molto facile da leggere e bello da vedere, al centro del quale troviamo un piccolo schermo da 3,5 pollici multifunzione e a colori.
Spicca, infine, in cima alla consolle centrale il nuovo sistema di infotainment da 9 pollici con Apple CarPlay e Android Auto wireless, condiviso con altri modelli della Casa. Nonostante non sia il più moderno e raffinato nella grafica, questo infotainment è fluido e veloce, soprattutto utilizzando il mirroring del cellulare, piuttosto affidabile anche senza cavo. Tutto, sulla Swift, è senza fronzoli, e ci sono alcuni dettagli che fanno capire l’indole delle vetture Suzuki, che offrono solo il necessario.
Sul bel volante a tre razze, bello da impugnare, ci sono alcuni pulsanti vuoti nonostante si tratti della variante top di gamma. In più, in nessuna schermata si vede un’indicazione per l’utilizzo della trazione integrale, neanche nel grafico dei flussi di potenza ed energia che, purtroppo, hanno solo l’asse anteriore presente. Un dettaglio da poco conto, è vero, ma che denota l’anima più razionale del brand di Hamamatsu. Decisamente anni ’90, infine, il “jingle” d’accensione dell’auto.
La Suzuki Swift AllGrip, quindi, non si differenzia a livello estetico e interno rispetto alla versione a trazione anteriore. Avrà qualche peculiarità a livello dinamico? Fin dai primi metri percorsi su strada, la Suzuki Swift Hybrid AllGrip colpisce per una posizione di guida comoda e distesa, ma non “rasoterra”. Complice l’altezza superiore di 2 cm, poi, la visibilità è sempre ottima davanti, con il solo lunotto posteriore piccolo e i montanti del tetto piuttosto grandi che, a volte, richiedono l’utilizzo della retrocamera.
Lo sterzo leggero ma consistente, il cambio molto piacevole da utilizzare e una frizione leggerissima e dalla ottima modulabilità ritrovate sulla Swift di quarta generazione a trazione anteriore sono confermate sulla AllGrip, del tutto identica alla sorella a due ruote motrici in quasi tutte le situazioni. Sotto la scocca, infatti, è confermata la medesima meccanica: la piattaforma Heartect di Suzuki (con sospensioni McPherson all’anteriore e ponte torcente dietro), leggera e dall’ottima rigidità torsionale, è un’evoluzione di quella della Swift terza serie, mentre il motore è tutto nuovo. Sotto il cofano c’è infatti il 1.2 tre cilindri aspirato Z12E, capace di 83 CV, 111 Nm di coppia e caratterizzato da un’efficienza termica del 40%, ottima per un semplice Mild Hybrid a 12 V.
Il vero asso nella manica di tutte le Swift è la leggerezza: nonostante il sistema di trazione integrale, infatti, la AllGrip si ferma a 995 kg in ordine di marcia (1070 kg con conducente), che consente di avere prestazioni giuste anche con il sistema 4×4 (0-100 km/h in 13,6 secondi). Peccato per il cambio a sole cinque marce: una sesta avrebbe sicuramente aiutato lo scatto e la marcia autostradale che, per dovere di cronaca, non abbiamo effettuato. Stupisce, poi, la scelta di Suzuki di non dotare la Swift AllGrip di rapporti del cambio accorciati, utilizzando una rapportatura più corta solamente su quarta e quinta marcia per offrire la stessa vivacità alle alte velocità per via del trascinamento della trazione integrale. Come vedremo nella guida offroad, questa scelta si è rivelata azzeccata.
Il sistema di trazione integrale, dal canto suo, è molto semplice, con pochi interventi rispetto alla 2WD. Troviamo infatti un vero albero di trasmissione dotato di un giunto viscoso centrale, che si attiva quando le ruote anteriori perdono aderenza. In condizioni ideali, il sistema ha una ripartizione pressoché completa sull’asse anteriore (95/5 per l’esattezza, a causa del naturale trascinamento di un sistema di trazione integrale meccanico), mentre può arrivare ad una ripartizione 50% anteriore/50% posteriore in situazioni di scarsa aderenza.
Su strada, si nota un sibilo della trasmissione più pronunciato rispetto alla Swift 2WD dovuto alla presenza del sistema 4×4, mentre per il resto la AllGrip conferma le ottime sensazioni della nuova piccola Suzuki. Agile e divertente tra le curve, sfrutta bene i suoi 83 CV, senza mai apparire troppo “seduta”. La Casa di Hamamatsu ha lavorato molto bene su insonorizzazione e gestione delle vibrazioni.
Il 1.2, infatti, vibra (poco) solo a freddo, mentre anche ad alti giri non ha quel fastidioso tremolio di alcuni tre cilindri, mentre anche sfruttando il freno motore in discesa su strade di montagna la Swift è silenziosa e raffinata, decisamente convincente nell’utilizzo di tutti i giorni. Lo sterzo è preciso e diretto, il cambio è davvero piacevole da usare e anche “strapazzandola” tra le curve la Swift risponde sempre molto bene. L’assetto, morbido il giusto in città e anche in fuoristrada, regala alla piccola nipponica un buon comportamento dinamico tra le curve, che affronta con un sottosterzo molto limitato e un telaio agile e piuttosto comunicativo. Buoni anche i freni, potenti il giusto e ben modulabili. Anche in questa occasione, dopo averla guidata tra le curve mi resta in mente un pensiero: che peccato l’assenza della versione Sport…
Non potevamo concludere il nostro breve test drive senza provare la piccola Swift in fuoristrada. Abbiamo in realtà passato gran parte del nostro tempo sull’Altopiano di Asiago lontani dall’asfalto, affrontando strade bianche a tratti piuttosto impegnative. Grazie all’altezza da terra di 14 cm al differenziale (i paraurti, quindi, sono posizionati leggermente più in alto), la piccola compatta nipponica non ha mai dato grattacapi a chi la stava guidando.
Ciò che mi ha più stupito è la facilità con cui la piccola Swift ha affrontato alcune situazioni piuttosto complicate, come salite su pietraie insidiose o passaggi dove l’altezza da terra e la trazione integrale dovevano aiutare a non avere problemi. La leggerezza dei comandi, soprattutto di sterzo e frizione, permettono di concentrarsi al meglio su dove si mettono le ruote, e il peso e le dimensioni fanno muovere la Swift in maniera agile e per nulla impacciata anche su fango o terra.
Mi hanno stupito anche i rapporti del cambio, perfetti per l’utilizzo offroad nonostante siano identici alla 2WD, mentre l’ottima modulabilità della frizione fa comodo in passaggi più complessi. Il sistema di trazione integrale ha infine convinto anche in alcuni esercizi pensati per metterla in difficoltà, come la guida in una piccola cava, su una pendenza laterale e l’induzione “forzata” di un piccolo twist, che non ha messo in difficoltà il giunto viscoso. Non è, comunque, una Jimny, ed è bene ricordarlo per non trovarsi nei guai. L’altezza da terra, seppur aumentata, è piuttosto risicata, e la trazione integrale non ha un sistema di bloccaggio manuale.
Nonostante ciò, la piccola Swift ha impressionato sia su strada, dove è piacevole e silenziosa, che in fuoristrada, dove è più capace di quanto si possa pensare. Concludo, infine, con una nota sui consumi. Nonostante non siano, ovviamente, definitivi, i numeri visti in questo test drive sono molto interessanti: abbiamo infatti ottenuto 6,8 l/100 km in un percorso passato al 60% in fuoristrada. Questo non è che un altro reminder di quanto la leggerezza, così snobbata e fuori moda oggi, sia importante per ottenere automobili belle da guidare, econome ed ecologiche.
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