Prove su strada

Prova DS 4 Hybrid 2025: può convivere con il Diesel? Il confronto, i prezzi e i consumi

Tempo di lettura: 7 minuti

Sembrano lontani i tempi in cui la più scontata delle domande da farsi prima dell’acquisto dell’auto nuova fosse: quanti chilometri fai? Bene, ai “tempi” del Diesel, chi si orientava sull’acquisto di un motore a gasolio sapeva bene i vantaggi derivanti dal prezzo maggiorato rispetto al benzina sui listini, specie, e letteralmente, sulle lunghe distanze. Oggi, è ancora così? L’avvento dell’elettrificazione e degli ibridi ha cambiato (quasi) tutto e la protagonista di questo test drive ne fa una buona testimonianza.

Si chiama DS 4 Hybrid, fa parte ovviamente della famiglia Stellantis e nasce sulla stessa base delle varie Peugeot 308 e Opel Astra. Conta su motori ibridi, plug-in e mild hybrid come in questo caso (il 1.2 elettrificato da 136 CV con cambio automatico doppia frizione) e, udite udite, sul Diesel 1.5 da 130 CV, quel BlueHDi che i clienti ex PSA ora Stellantis che macinano chilometri conoscono bene.

A dirla tutta, il sottoscritto provò proprio quel motore in una precedente prova su strada, era l’estate 2022. In entrambi i casi allestimento top di gamma, prezzi altrettanto, e differenze che cercherò di spiegarvi nel modo migliore possibile.

Prezzi DS 4 Hybrid: un listino complesso e le alternative sul mercato

cerchi in lega ds4 hybridcerchi in lega ds4 hybrid

Parto subito con la premessa che una vettura di segmento C come la DS 4 Hybrid oggi mediamente si porta a casa con una cifra tra i 30.000 e i 40.000 euro. Nell’ottica di Stellantis, il posizionamento di DS fa sì che i prezzi siano lievemente sopra la media, tanto che qui siamo di fronte a un listino che parte dai 37.650 euro della DS 4 Hybrid Pallas per arrivare ai 44.750 euro di una Etoile Pelle Nappa, praticamente full optional, oggetto della nostra prova su strada. Vi dirò di più: optando per l’ibrido plug-in da 225 CV, si sfonda agevolmente il muro dei 50.000 euro.

Ripescando la mia prova di 3 anni fa scopro che il sacrificato motore PureTech 130 con cambio EAT8 (disponibile sul mercato dell’usato) partiva da 31.750 euro, mentre la Diesel veniva 41.250 euro e l’ibrido plug-in, entrambi i motori rimasti immutati, 41.700 euro. Qualcosa è andato storto? Meglio concentrarsi sulla berlina francese ma è chiaro che i prezzi si sono alzati, e non scopriamo di certo l’acqua calda.

Certo, direte voi, quasi 45.000 euro non sono pochi. Posizionandosi in un mercato che vira verso il premium, però, va dato atto che la DS 4 vanta un allestimento che ha ben pochi rivali in termini di eleganza. Rispetto alla base, questa top di gamma può contare su sedili conducente e passeggero elettrici, vetri posteriori oscurati, DS Iris Navigation System con Smart Touch e servizi connessi (ci torno a breve), cerchi in lega da 19″ Siviglia, DS Matrix LED, DS Clean Cabin, interni in pelle Nappa Criollo, plancia con decori nello stesso materiale e volante rivestito in pelle fiore.

Insomma, sali a bordo ed effetivamente ti sembra di essere salito su un’auto di categoria superiore. La pelle Nappa di colore marrone ti avvolge e ti fa quasi dimenticare che qualche plastica rigida in realtà c’è, sebbene sia ben nascosta. Al massimo della dotazione, i pacchetti sono l’Absolute Comfort (+ 2.350 euro) e l’Absolute Tech (+ 1.350 euro). Il primo comprende l’impianto stereo Premium e il tetto apribile, il secondo aggiunge il pacchetto completo di ADAS e il caricatore wireless.

Giusto due righe su quelle che sono le concorrenti nel segmento e, al momento in cui vengono scritte queste righe, i prezzi di riferimento per una motorizzazione simile e riconsiderando che la DS 4 Hybrid Pallas parte da 37.650 euro:

  • Audi A3 35 TFSI S tronic 1.5 150 CV da 37.250 euro
  • BMW Serie 1 120 1.5 170 CV da 37.900 euro
  • Mercedes Classe A 180 1.3 136 CV da 36.328 euro
  • Opel Astra Hybrid 1.2 136 CV da 31.900 euro
  • Peugeot 308 Hybrid 1.2 136 CV da 32.170 euro

Esterni e interni DS 4 Hybrid: una media lussuosa, ma il terzo schermo è utile?

Che la DS 4 sia bella, fatte le dovute osservazioni sul prezzo, è abbastanza oggettivo. Non è esagerata come sa esserlo una DS 7 bensì personalmente apprezzo anche ad anni di distanza i fari sottili che creano un design a L con i diurni, la calandra trapezoidale nera che spicca sulla colorazione Grigio Cristallo perlata della vettura in prova e, non ultime, le linee di carrozzeria quasi spigolose che rinforzano il suo aspetto, con quel lato B che mi ha sempre fatto girare la testa specie grazie alle luci che sono composti da tanti piccoli elementi che spiccano sotto le stelle.

Tra le tre medie di Stellantis (lei, Opel Astra e Peugeot 308) senza dubbio la DS 4 è quella che sposa a pieno la filosofia dell’auto francese, tutta comodità e ricchezza di stile. Un esempio sono le cromature ma non sono da meno i cerchi in lega, che non scendono mai sotto i 19″ e possono raggiungere i 20″ pagando un’extra di 750 euro sulle due Etoile (Alcantara e Pelle Nappa). Infine, le maniglie cromate a scomparsa danno quel tocco in più anche in vista laterale; optando per il sistema Keyless, si aprono

Il lunotto, in realtà, è un po’ ridotto di dimensioni e anche salendo a bordo si percepiscono i limiti di una vettura lunga 4,4 metri. Niente confronti diretti, sia chiaro, ma una Hyundai Kona che viene considerata una crossover di segmento B è lunga 4,35 metri. Insomma, lo spazio per le gambe dei passeggeri posteriori non è il punto forte di questo modello che vanta, però, un buon bagagliaio e sedili posteriori abbattibili nella formula 60:40 (430/1.100 litri) sebbene la soglia sia piuttosto alta.

Dove la DS 4 sa il fatto suo è sicuramente dentro, almeno a un primo sguardo. Per alcuni potrà sembrare addirittura esagerata, ma in abitacoli (specie dei nuovi modelli prodotti in Cina) sempre più minimalisti, qui si distingue un buon carattere coadiuvato dalle eleganti coperture nella raffinata pelle Nappa. Anche qui, però, mi sento di muovere un appunto. Sul blocco sterzo devioluci e leva dei tergicristalli tradiscono la fin troppo chiara parentela con altri modelli Stellantis anche di fascia di prezzo più bassa. Volendo puntare al premium, sarebbero dettagli da curare con maggiore attenzione. Stesso discorso per il vano portaoggetti sul tunnel che non ha un’apertura ben ammortizzata, visto che tende ad aprirsi piuttosto bruscamente. Dettagli, ma con questi prezzi…

Infine non mi hanno fatto impazzire e gridare dalla gioia i fin troppo piccoli pulsanti(ni) degli alzacristalli elettrici. Sono disposti parzialmente in diagonale in alto sui pannelli porta e non troppo comodi da azionare per chi ha mani piuttosto grandi e dita non così affusolate. Davvero comodi i sedili, che non sono solo belli alla vista bensì comodi nell’uso di tutti i giorni. Mi è piaciuta anche la cura riservata al sistema di climatizzazione, che si regola sia virtualmente sia con i tasti fisici. Le bocchette sono decisamente ben integrate nella plancia e restituiscono un bell’effetto. Ecco, su un dettaglio come questo la DS 4 Hybrid ha ben pochi eguali nel suo segmento.

Vista la plancia, in parte già descritta nel capitolo precedente, volevo dedicare una parte agli schermi presenti in vettura. Quasi ad andare controcorrente, il display della strumentazione è “solo” da 7″ contro gli ormai onnipresenti 10,25″, che infatti troviamo alla sua destra come cuore del sistema di infotainment. No, DS ha proposto sulla nuova DS 4 il cosiddetto Smart Touch (da 5″) che serve niente altro che a richiamare, basta la pressione di un dito dopo aver appoggiato il vostro polso sul sostegno rifinito in pelle, le funzioni principali scorrendole da destra a sinistra con il movimento della vostra importante appendice. Ok, ma non finisce qui: una volta entrati nel navigatore potrete anche scrivere voi le lettere che compongono il luogo di destinazione, stessa cosa si può fare in meno tempo con l’assistente vocale e con l’aiuto del sistema ChatGPT installato a bordo.

Prova DS 4 Hybrid: convivenza impossibile?

Memore delle parole sopra riportate, ho riletto con piacere la mia stessa prova dell’estate 2022 per rivivere quelle sensazioni al volante della DS 4 a gasolio, con il 1.5 Diesel da 130 CV. La coppia di 300 Nm era tra i suoi pregi, e all’epoca la consideravo una buona alternativa al plug-in, ma ora il discorso è cambiato. Con consumi che nel corso della prova si attestarono intorno ai 5,4 l/100 km con buone percorrenze autostradale, molto vicino al dichiarato della Casa costruttrice. Rispetto al plug-in, però, il vantaggio sia del Diesel sia del mild hybrid è innegabilmente quello di poter contare su un consumo quanto menocostante, con un vantaggio che tra poco vi spiego per il secondo specie in città, visto che il difetto di quella generazione di plug-in è proprio quello che una volta esaurita la batteria i consumi si alzano in maniera piuttosto netta.

Parlo di quella generazione perchè il mercato sta già offrendo alternative grazie alla ricarica in DC che velocizza enormemente un processo altrimenti lento (da una comune presa domestica durante le ore notturne o da una colonnina pubblica, per cui servono almeno diverse ore che non tutti hanno ovviamente a disposizione quando ci si sposta) e che apre a maggiori possibilità di utilizzo di questa generazione di vetture. Una su tutte? La nuova Volkswagen Golf eHybrid, che da listino ha un prezzo concorrenziale alla vettura che stiamo provando (42.250 euro).

Ormai diffuso su tanti modelli del gruppo Stellantis, andando a coprire due segmenti (B e C), anche la DS 4 ha guadagnato il nuovo motore che tanti addetti al settore, compresi noi, poniamo a metà tra un mild hybrid e un full hybrid. Il suo “segreto” ormai non più tale è la capacità di viaggiare in elettrico a velocità ridotta, diciamo marcia urbana, potendo così abbattere i consumi. Il 1.2 in questione è il tre cilindri ibridizzato con l’elettrico da 28 CV integrato nel cambio e-DCS6, comandabile anche tramite i paddle dietro il volante. Geometria variabile per il turbo e la catena al posto della cinghia sono altre novità che hanno riguardato il super versatile motore così ambito tra i modelli del colosso franco-italiano.

Guidandolo sulle strade di tutti i giorni, però, emerge subito un suo grosso limite. Per impostazione, la DS 4 predilige il comfort e lo fa molto bene grazie a un settaggio piuttosto gentile delle sospensioni che si accompagna a uno sterzo altrettanto turistico. Non fosse per lo spazio limitato sui sedili posteriori, c’è sempre la DS 7 che ne offre di più, la DS 4 potrebbe essere la berlina definitiva per chi cerca stile, voglia di farsi notare e comodità sui lunghi viaggi. Sì, ma i consumi? Difficile agguantare il Diesel, ma in autostrada il limite si riduce (a 130 km/h si consumano circa 17 km/l) mentre in città non c’è paragone grazie all’effetto dell’elettrico che sostituisce quasi in toto il motore termico anche nella guida in colonna, quindi nel traffico.

Insomma, meglio ibrida o Diesel? La differenza di prezzo l’abbiamo vista, i consumi premiano ancora il Diesel per chi fa tanti chilometri fuori città e premiano altrettanto l’ibrido per chi copre percorsi misti, dove l’elettrico dà i suoi grossi vantaggi. In termini di guidabilità, però, il Diesel è ancora un passo avanti vuoi per la coppia più generosa vuoi per la facilità con la quale si chiude un sorpasso, una facilità che non ho riscontrato sulla DS 4 Hybrid che va in confusione con un cambio non proprio reattivo quando si preme forte sul gas.

Ad andatura rilassata, invece, sono due motorizzazioni del tutto equiparabili. Infine, con il Diesel non c’è da preoccuparsi di fluidità di marcia nel passaggio tra termico ed elettrico, aspetto che talvolta ho trovato migliorabile non solo qui ma anche su altri modelli che montano questo motore al centro della strategia di Stellantis per i segmenti medi. Ancora una volta, bisogna fare i conti con il portafoglio e se fate tanti chilometri, beh, il Diesel può ancora essere la scelta giusta. Occhio, però, ci tengo a sottolineare che in autostrada la sfida è apertissima!

Tommaso Corona

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Tommaso Corona
Tag: DS

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