A brevissimo il nuovo Governo guidato dalla premier Giorgia Meloni incasserà la fiducia e, di conseguenza, da allora sarà ufficiale l’incarico di Matteo Salvini a Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili. Questa carica porterà il leader della Lega ad essere il successore di Enrico Giovannini e lo metterà fin da subito davanti a numerose sfide, le quali spazieranno dagli incentivi per l’elettrificazione fino ad arrivare ai cantieri aperti e da aprire in Italia. È di quest’ultimo argomento che Salvini ha parlato, citando la Gronda di Genova ed il ponte sullo stretto di Messina.
Il continuo processo di avvicinamento all’auto elettrica porta con sé l’arrivo di numerosi brand cinesi. Questa sorta di “irruzione” o “minaccia” cinese sul mercato italiano non è ben vista da Matteo Salvini, il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili. Non sono mancati i suoi interventi per criticare la politica 100% elettrica che, secondo il leghista, equivale al sottostare alla “dittatura cinese”. Questo pensiero trova l’approvazione di tanti big dell’auto, ma Salvini vorrebbe arrivare all’obiettivo di smantellare il tutto attraverso un referendum. A tal proposito, Salvini ha detto:
“Visto che i geni dell’Europa hanno approvato una norma che mette fuori legge le auto a benzina e Diesel dal 2035, è una follia, significa distruggere il settore dell’auto in Italia, significa licenziare a Torino per dare lavoro a Pechino, allora cosa propone la Lega? Se ci darete la forza di andare al governo un bel referendum popolare in Italia per bloccare questa follia. […] Siano gli italiani a dire sì o no ad un regalo alla Cina”.
Queste sono state le parole proferite quando mancavano pochi giorni alla chiusura della campagna elettorale, sottolineando ancora una volta la sua contrarietà all’elettrico. Questa posizione non potrà passare attraverso un referendum, in quanto si tratta di un regolamento europeo e non di una direttiva, sarà quindi difficile l’idea di lanciare un referendum abrogativo, in quanto l’articolo 75 della Costituzione sancisce che tale strumento non si può utilizzare per discutere su temi relativi ai trattati internazionali.
Altra grana da sbrigare per il nuovo Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili è lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica, in un’Italia che procede a rilento rispetto a molti paesi europei. Ci sarà poi il tema incentivi, con quelli del 2022 appena rimodulati per auto elettriche ed ibride plug-in da sviluppare in coordinamento con il Ministero dello Sviluppo Economico, quello stesso Ministero che oggi è chiamato del Made in Italy, e quelli inerenti il 2023 che attualmente prevedono uno stanziamento di 615 milioni di euro per auto con emissioni di CO2 comprese tra 0 e 135 g/km.
Dopo anni in cui era finito nel dimenticatoio, il Ponte sullo Stretto di Messina torna ad essere un argomento di discussione ed un’opera inserita sul taccuino del Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili. L’idea in realtà era già tornata d’attualità a gennaio 2022 con il via libera, proprio da parte del Ministero delle Infrastrutture, ad uno studio di fattibilità. Quando gli è stato chiesto, però, Salvini ha risposto:
“Se ne parla da 50 anni. Se dopo 50 anni riusciremo a far partire finalmente il cantiere ed i lavori, penso che sarebbe un’eccezionale promozione per l’ingegneria italiana nel mondo, come è stato per la ricostruzione del ponte Morandi. Un ponte ex novo ricostruito a tempi di record. Ecco, dopo 50 anni di discussioni sul ponte sullo Stretto, che è solo un pezzo del puzzle, perché poi senza alta velocità ferroviaria in Sicilia ed in Calabria il ponte non serve ad un fico secco”.
Non bisogna tralasciare anche Pedemontana, Gronda e Dorsale Adriatica, tanti temi caldi da anni che aspettano di vedere cantieri aperti.
Tante le opere, gli impegni, le proposte e le idee di Matteo Salvini, il nuovo Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili. Nello specifico, questo è l’elenco con il quale dovrà confrontarsi il leader leghista:
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