Il Governo, nello specifico il ministro per la transizione energetica Roberto Cingolani, starebbe studiando come ridurre le agevolazioni che favoriscono l’utilizzo di carburanti derivati da idrocarburi, quindi inquinanti. La mente corre subito al Diesel, vituperato, molte volte senza una reale causa, come la causa di tutti i guai relativi all’inquinamento.
La novità riguarderebbe per l’appunto lo “sconto” applicato al prezzo del Diesel, derivato almeno per quanto riguarda l’Italia da una diversa tassazione per quanto riguarda le accise. Non è ovviamente passato in secondo piano l’aumento spropositato dei prezzi dei carburanti alla pompa, con rincari che oggi vedono la benzina più vicina ai 2 euro e il prezzo Diesel attorno ai 1,7 euro, ma presto tutto potrebbe cambiare.
Tecnicamente, il prezzo del Diesel è inferiore al benzina perchè l’accise che viene applicata per ogni litro di quel prezioso liquido di origine fossile è rispettivamente di 0,617 per il gasolio e 0,728 per la benzina grazie al SAD (sussidi ambientalmente dannosi). Il ministero della transizione energetica, che è chiamato a gestire il non facile compito del investire bene i fondi che arriveranno col PNNR, intanto vorrebbe allineare il costo dei due carburanti più diffusi, per poi intervenire sul resto.
Con le vendite delle auto a gasolio che già sono precipitate se confrontate anche solo al periodo pre-pandemia (siamo intorno al 21% di quota del mercato, prima si superava di slancio il 30%), questa mossa, cioè quella di aumentare il prezzo Diesel, potrebbe realmente porre la parola addio al carburante che, a scanso di equivoci, ancora oggi offre i vantaggi migliori sulle lunghe distanze.
Crisi dei conduttori, assenza di ricambi, ritardi sulle consegne e spese che crescono, basti pensare al caro bollette che svuoterà le tasche degli italiani durante il periodo invernale. Anche il prezzo del Diesel più alto? Ci deve essere qualcuno che ha fatto male i suoi calcoli. Non vogliamo poi pensare alle aziende che, specie per quanto riguarda le flotte aziendali, non sono ancora pienamente convinte di sposare in pieno l’elettrificazione: le auto plug-in sono fortemente incentivate ma vanno ricaricate spesso per non diventare un costo in più (senza carica, i consumi salgono vertiginosamente), le elettriche a buon mercato non sono ancora in grado di affrontare lunghe distanze senza doversi fermare a ricaricare perdendo tempo prezioso.
Se il prezzo del Diesel aumenterà, però, quel 21% sarà destinato a diventare ancora più basso, forse tra qualche anno avrà una percentuale più simile a metano e GPL. Caro “vecchio” Diesel, è stato bello finchè è durato.
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