Il 2023 non è iniziato nel migliore dei modi per chi ha a che fare, con più o meno frequenza, con le stazioni di carburante. Già il 1 gennaio si segnalava un sostanziale aumento dei prezzi dei carburanti, fenomeno che sembra non trovare fine in questi primi giorni del nuovo anno. Dal primo gennaio, la benzina in modalità self viene erogata con un costo superiore a 1,8 euro al litro, mentre il Diesel al servito ha sfondato la soglia psicologica dei 2 euro, arrivando a 2,5 euro al litro in autostrada. Il tutto, come ormai ben sappiamo, è causato dal mancato rinnovo del taglio delle accise deciso dal Governo, quello stesso esecutivo che ora ha deciso di aumentare i controlli sui prezzi dei carburanti nei distributori con la collaborazione della guardia di finanza.
Il mancato rinnovo del taglio delle accise da parte del governo Meloni non solo ha fatto impennare i prezzi dei carburanti alla pompa, ma dal primo gennaio 2023 ha riportato l’Italia tra i paesi più cari d’Europa sul fronte dei carburanti. È per questa motivazione che l’esecutivo del Belpaese ha deciso di intensificare i controlli anti speculazioni sui prezzi dei carburanti nei distributori.
Il governo, per fare tutto ciò, ha deciso di affidarsi alla collaborazione della guardia di finanza, dando mandato di monitorare la situazione, in seguito ai rincari scattati dopo lo stop degli sconti sulle accise. A muoversi è stata anche la procura di Roma, la quale ha già avviato un’indagine sui rincari, compresi i prezzi del carburante, per individuare eventuali speculazioni, ad occuparsene è il nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Roma.
Più di un componente del governo Meloni si è espresso in merito alla possibile speculazione sul prezzo del carburante. Non poteva mancare la dichiarazione del ministro delle infrastrutture Matteo Salvini, il quale ha detto:
“Sulle accise parleremo con il presidente del Consiglio. Sicuramente c’è della speculazione in corso sui prezzi della benzina ed è bene che la finanza faccia dei controlli. Non ci possono essere distributori che vendono la benzina a 1,70 euro ed altri a 2,40. Evidentemente c’è qualcuno che fa il furbo. Porterò il ragionamento a livello di governo”.
Mentre tutta Italia, a questo punto, si chiede se davvero i gestori stanno speculando, a difendere la categoria ci pensa Bruno Bearzi, presidente nazionale della Figisc-Concommercio, il quale ha dichiarato:
“Sembra che la speculazione sia dei gestori. Ma partiamo da un dato reale: un gestore guadagna 3,5 centesimi sul self e 5 sul servito. Questi sono i margini che ha sul prezzo di listino imposto dalla compagnia. Su questo listino l’unico spostamento è di un altro mezzo centesimo, quindi si arriverebbe a 4 centesimi sul self ed a 5,5 al servito. Mi chiedo: può essere la speculazione causa nostra? In autostrada incidono altre voci come ad esempio il costo del personale 24 ore su 24 che incide sul prezzo. Io rappresento la viabilità ordinaria, ma basta guardare le medie e sono tutte sotto i 2 euro. Quindi non c’è speculazione. L’aumento dipende dalla decisione di cancellare lo sconto complessivo di 25 centesimi + Iva. Siamo 22.000 e non si può escludere a priori l’ipotesi che qualcuno speculi. Non lo voglio escludere ma non è con 4 centesimi che si fa speculazione. Ma è più facile andare alla fine della filiera invece di entrare nella stanza dei bottoni di chi decide il prezzo. Si cerca sempre un capro espiatorio. Io sono un gestore, aggiorno il listino quando la compagnia manda i prezzi”.
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