L’impennata dei prezzi sta viaggiando oltre i 90 dollari al barile. Il momento che tutti gli automobilisti si aspettavano e, soprattutto, temevano, è arrivato: la benzina ha raggiunto e superato la soglia psicologica dei 2 euro al litro. Questo prezzo, per il momento, riguarda solo il servito, quindi, forse ancora per poco, self-service e Diesel sono ancora sotto questa soglia.
La leggera ripresa economica post-covid ha iniziato lentamente quest’ascesa, accelerata poi dalle tensioni internazionali, che da sempre influiscono più che negativamente sui valori di mercato del petrolio. È proprio a causa delle forti tensioni tra Russia ed Ucraina che il prezzo del greggio sta salendo, complice il fatto che il paese russo è il secondo produttore al mondo di petrolio. Da più di otto giorni consecutivi a questa parte, l’impennata dei prezzi ha superato ampiamente i 90 dollari: il valore più alto dal 2013, il che a cascata genera gli aumenti di benzina e Diesel.
Importante sarà quanto emergerà tra un paio di giorni, il prossimo 2 febbraio 2022, quando l’Opec+ si riunirà. La speranza è che si opti per un aumento della produzione, onde alleviare la pressione rialzista sul barile, anche se fonti attendibili riferiscono di una conferma dei livelli già previsti, se dovesse concretizzarsi tutto ciò, nulla cambierebbe.
Le quotazioni sono sempre in salita, fattore che ha messo le principali compagnie nella condizione di aumentare i cosiddetti prezzi raccomandati, quelli da cui derivano poi i prezzi praticati nei singoli distributori.
Secondo l’Osservatorio del Ministero dello Sviluppo Economico, il prezzo medio in modalità self-service della benzina si aggira su 1,788 euro/litro, il diesel invece costa in media 1,661 euro/litro. Passando al servito, la benzina costa 1,918 euro/litro, il Diesel 1,798 euro/litro. Per quel che concerne invece il Gpl, il suo prezzo parte da 0,819 euro/litro, il prezzo del metano invece va da 1,784 euro/kg.
Autore: Angelo Petrucci
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