Categorie: Ecologia

Press eco Race con Renault ZOE all’Autodromo di Modena

Tempo di lettura: 5 minuti

Non è solo perché mi sono classificato secondo dietro a Claudio Galiena di Autoblog – anche se, diciamolo, aiuta – ma devo ammettere che alla 1° Press eco Race mi sono proprio divertito.

Uno dice, il lavoro è lavoro, cosa mi interessa se ti diverti o meno, raccontami quel che hai fatto e la chiudiamo lì. E invece no, perché il piacere di guida è una sorpresa non da poco quando si parla di automobili elettriche, in questo caso della Renault ZOE. Certo, l’Autodromo di Modena e le sue curve hanno senza dubbio aiutato a rendere più coinvolgente e stimolante l’esperienza, ma i giri di pista a bordo della berlina francese a trazione elettrica sono stati un momento di guida diverso, insolito e – per certi versi – indimenticabile. Le regole d’ingaggio erano semplici: 10 tornate del circuito (lunghezza circa 1.700 m) in meno di 17 minuti, vince chi – nel bilancio complessivo tra energia spesa e recuperata tramite l’intelligente ‘Range OptimiZEr’ della ZOE – consuma di meno e va più veloce.

Sottocasco, casco, cintura di sicurezza e… ECO mode ON. Lo so, non è proprio la procedura di partenza più eccitante della storia, ma il pulsante accanto al cambio della ZOE inserisce una gestione che punta al risparmio, quindi ci vuole. Clima rigorosamente spento, così dopo tre minuti nell’abitacolo c’è quel bell’odore di muflone che fa tanto racing. Vi siete mai chiesti perché – salvo quei masochisti dei rally – le gare in auto si fanno da soli? L’afrore sprigionato dagli sforzi del pilota è già di per sé un buon motivo. Ad ogni modo comincio a girare con calma, cerco punti di riferimento e decido la tattica: accelerate progressive per sfruttare la coppia omogenea dell’elettrico da 88 CV e 220 Nm; zero frenate; decelerazioni lunghe per entrare in curva alla velocità adatta; evitare il sottosterzo come la peste per non sprecare energia cinetica. Lasciar correre la ZOE nelle svolte si rivela più facile del previsto: la berlina elettrica infatti non produce alcun rumore, così è possibile concentrarsi sul benché minimo stridere delle Michelin Energy E-V specifiche ed allargare le traiettorie se si sta dando troppo sterzo. Dopo due o tre tornate ho trovato il ritmo e i riferimenti, così passo a concentrarmi sulle sensazioni di guida che mi regalano la ZOE e la pista dell’Autodromo di Modena.

Pronti, partenza… ZZZ…

Benché le prestazioni dichiarate (135 km/h e 13,5 secondi nello 0-100 km/h) non siano roba da Renault Sport, la francesina a corrente va più che bene. Ma non bene in quanto auto elettrica, bene come auto e basta. Le dimensioni sono da segmento B schietto, 4.084 mm di lunghezza e 1.730 mm di larghezza, con un look che – diciamolo – fa di lei la più bella ‘a batterie’ in commercio. Finalmente una vettura alimentata come i tostapane che non sembra un tostapane. Dentro c’è posto per cinque, il bagagliaio da 338 litri è ai vertici e il look minimal dell’abitacolo risulta molto piacevole, con un cruscotto digitale completo ed il sistema di infotainment R-Link con touch screen 7″ che soddisfa anche i NERD. Il comfort acustico in marcia è imparagonabile a quello delle endotermiche, qui gli unici fruscii provengono dal rotolamento delle gomme e dall’aria, il silenzio regna sovrano e la calma surreale mette gli occupanti in uno stato di profondo relax. Insomma, se la Mégane RS è una bistecca al sangue alta tre dita che ti fa venir voglia di sbranarla a mani nude, questa ZOE è un’amaca su cui distendersi a guardare il cielo. Tutta salute. Lo sterzo elettrico è una sorpresa: garantisce un’azione filtrata ma progressiva, un feedback piacevole e consistente, complici le biellette di collegamento alla culla ‘rubate’ direttamente dalla Clio 3 RS. L’assetto è tendente al morbido ma senza esagerare, la massa di 1.468 kg in ordine di marcia è superiore di 300 kg rispetto alla media delle concorrenti ‘fossili’, però non si ha mail l’impressione che il peso prenda il sopravvento sul telaio. Quest’ultimo riprende la Piattaforma B di Renault – Nissan con avantreno pseudo McPherson prelevato dalla Mégane e prevede una distribuzione dei pesi 59% – 41% tra anteriore e posteriore che gratifica al volante. Certo, bisognerà aspettare una prova approfondita al di là della mezz’ora passata su questa ZOE per emettere un giudizio con cognizione di causa, ma se le premesse sono queste la francese a batterie si candida a valutazioni complessivamente più che positive.

Passiamo alle conosciute magagne dell’elettrico, così via il dente via il dolore: costi e autonomia. La Renault ZOE parte da 21.650,00 € e 79,00 € al mese per il noleggio delle batterie, importo che include 12.500 km annui per 3 anni. Ammettetelo, pensavate molto peggio. È pur vero che la ZOE costa più come una Mégane, che come una Clio, ma stiamo parlando della prima vettura a emissioni zero in fase di utilizzo che non supera i 30.000,00 €, insieme alle sorelle Twizy, Fluence e Kangoo Z.E.. Le 192 celle agli ioni di litio pesano 290 kg ma garantiscono un’autonomia dichiarata nel ciclo NEDC di 210 km, che rendono l’ovetto a corrente la prima auto di grande serie a superare la soglia dei 200 km in fase di omologazione. Il caricatore brevettato Caméléon promette di ricaricare la ZOE in 30 minuti all’80% se collegato ad una colonnina da 22 kW e supporta potenze fino a 43 kW, il problema però sono proprio le colonnine. Perché, diciamocelo, non è che si trovino ovunque.

Da quest’ultimo punto di vista la Press eco Race è stata un’occasione per incontrare tutti i soggetti che credono nell’elettrico e sono inseriti nella filiera, per fare un po’ il punto della situazione. Cristian Fabbri, l’A.D. di Hera Comm, società che vende energia elettrica e gas, ha sottolineato la necessità dell’interazione tra amministrazioni locali, aziende, privati e fornitori per rendere capillare la presenza di punti di ricarica. La sua azienda offre un pacchetto tutto compreso che con 25 euro al mese permette di ricaricare illimitatamente la propria auto elettrica presso tutte le colonnine presenti in Emilia Romagna, nei comuni di Bologna, Modena, Imola, Rimini e Reggio. Provate a immaginare cosa significherebbe estendere una ‘flat’ del genere all’intero territorio nazionale e ad ogni punto di interesse. Stiamo parlando di speranze, più che di realtà, ma è una prospettiva affascinante quella che concepisce un mondo in cui ricarichi l’auto come lo smartphone, ossia appena ti fermi e puoi. Livia Cevolini di CRP Technology ha invece presentato Energica, la prima superbike elettrica stradale dotata di ABS, che deriva dall’esperienza aziendale nelle corse, una bestiolina da 100 kW che non farà il rumore di un Ducati con frizione modificata ma che ha dimostrato di avere numeri e attributi in alcuni giri del circuito modenese. La Press eco Race non è stata insomma una semplice corsa, ma un evento per avvicinare e toccare con mano il mondo della propulsione elettrica. La mattina il Prof. Filippo Sala ha mostrato agli studenti delle scuole superiori modenesi i prototipi ibridi, elettrici, a idrogeno provenienti dagli atenei di tutta Italia, vedere tanti ragazzi ronzare nel paddock intorno alla piccola Twizy ed alla ZOE è stata una boccata d’ossigeno in un panorama asfittico come quello odierno dell’auto. La passione c’è ed è ancora tanta. Forse non profuma più di benzina, ma sta a tutti noi dare qualcosa ai diciottenni di oggi e domani che permetta loro di girare il mondo dietro ad un volante.

Redazione Autoappassionati.it

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