Pensate cosa voglia dire vincere per 19 volte la 24 Ore di Le Mans, la gara più dura, e affascinante, del mondo. Ebbene, Porsche ci è riuscita per ben 19 volte e la prima volta fu proprio con la 917 KH, il 14 giugno 1970. Per l’occasione, il Museo Porsche di Stoccarda, nel frattempo riaperto al pubblico dopo il lockdown, ospiterà la vettura originale che si rese protagonista di quella storica impresa.
Il debutto vero e proprio di Porsche alla 24 Ore di Le Mans è datato, però, 1951; la Casa di Zuffenhausen vi partecipò, come testimoniato dall’immagine, con una 356 SL. Da allora nacque un amore profondo che è arrivato fino ai giorni nostri, con l’ultima affermazione datata 2017, e che potrebbe segnare un nuovo capitolo, regolamenti permettendo, nel prossimo futuro.
Passarono però 19 anni dal 1951 al 1970, anno della prima vittoria assoluta, anni fatti di tentativi e di sconfitte che non abbatterono gli uomini di Stoccarda. Verso la fine degli anni ‘60 si posa il primo mattone di quella che sarebbe diventata, di lì a poco, un’era per il motorsport. Già nel 1969 la vittoria viene mancata, pensate, per soli 75 metri, con uno dei distacchi più contenuti dopo 24 ore di gara!
La vittoria del 1970 della Porsche 917 segna la svolta. L’anno dopo 33 dei 49 starter erano al volante di una sportiva da corsa costruita a Stoccarda-Zuffenhausen, un record che ancora oggi resta imbattuto. La prima vittoria di una vettura turbo a Le Mans è nuovamente siglata Porsche e arriva nel 1976 con la 936 Spyder. Si arriva agli anni ‘80 e le Porsche a Le Mans sono praticamente imbattibili.
Sette successi consecutivi, tra il 1981 e il 1987, la prima con la vecchia 936 Spyder, dal 1982 il passaggio alla vincente Tipo 956, subito su tutti i gradini del podio all’esordio. La 956 montava il primo telaio monoscocca in alluminio di Porsche e si distingueva per caratteristiche aerodinamiche innovative che consentivano di raggiungere un livello di deportanza notevole senza alcun aumento significativo della resistenza all’avanzamento. Con la 956 e con il modello successivo, la 962 C, la Casa perfeziona lo sviluppo dei sistemi di accensione e di iniezione elettronica, oltre che della trasmissione Porsche a doppia frizione (PDK) oggi la normalità sui modelli di serie.
Erano nove le Porsche 956 che figuravano nella classifica delle Top Ten nel 1983 e otto nel 1984 e nel 1985, rispettivamente, alcune delle quali guidate dai team clienti.
Quattro sono le vittorie di Porsche a Le Mans nell’ultimo decennio del secolo scorso. Si “parte” nel 1994 con la 962 Dauer Le Mans GT, derivata dalla 962 C e sviluppata direttamente a Weissach. Le altre tre con la TWR Porsche WSC Spyder (1996 e 1997) e, nel 1998, a trionfare è la 911 GT1, la prima con monoscocca in fibra di carbonio. Seguono anni dove Porsche è impegnata in prima linea nei campionati GT con le varie versioni della 911, con undici vittorie di categoria tra il 1999 e il 2018.
Nel 2014, però, debutta la 919 Hybrid, figlia dei tempi, il prototipo LMP1 che segna il ritorno ufficiale di Porsche al vertice del WEC. Erano circa 900 i cavalli erogati dalla power unit (motore benzina 4 cilindri + motore elettrico) e tre sono state le vittorie totali, tra 2015 e 2017, la prima con l’ex pilota di F1 Nico Hulkenberg al volante.
108 vittorie di categorie, 19 assolute. La storia di Porsche a Le Mans non ha eguali e, anche in periodo di pandemia, con la 24 Ore di Le Mans virtuale già programmata per il 13/14 giugno (la reale si terrà a settembre), la Casa tedesca parteciperà ufficialmente con un proprio team pronto a schierare quattro 911 RSR. Durante il weekend dell’anniversario sarà possibile seguire una rassegna della storica gara del 1970 sul canale Twitter @PorscheNewsroom.
Nel 1970, dopo aver coperto una distanza di esattamente 4.607,811 chilometri, o 343 giri, gli ex piloti Porsche hanno tagliato per primi il traguardo a bordo della Porsche 917 KH di Porsche Salisburgo contrassegnata con il numero 23. Questo il commento appena passata la bandiera a scacchi: “E’ stata una gara caratterizzata da una pioggia costante e sembrava quasi che dovessimo continuare a cambiare gli pneumatici e adattarci alla situazione contingente. Eravano costretti a sostituire le gomme non tanto a causa dell’usura, quanto delle condizioni atmosferiche che continuavano a cambiare. E’ stata l’armonia che si è creata fra noi piloti che ci ha consentito di vincere. Partecipare a una gara di resistenza di 24 ore in due soltanto non è una sfida da poco”, ha dichiarato Hans Herrmann, tornando indietro con la mente.
“La 917 si è rivelata inizialmente una vettura da corsa molto difficile. Era lei che ci portava dove voleva invece del contrario. A un certo punto però siamo riusciti a gestire le sue caratteristiche aerodinamiche e l’abbiamo trasformata in un’auto vincente.” Una volta a Stoccarda, la vittoria di Porsche è stata festeggiata con un corteo di auto che ha percorso le vie della città, fino alla piazza principale. “La vittoria ha acquisito un’importanza ancora maggiore nel corso degli anni. Chi avrebbe mai pensato infatti che Porsche sarebbe arrivata a detenere un record nell’ambito di questa gara”, ha aggiunto Richard Attwood. “Inoltre non mi ero reso conto in quei momenti di stare affrontando un’altra sfida personale: durante la gara non riuscivo a mangiare nulla e per avere la forza di guidare mi limitavo quindi a bere latte. Non sapevo di aver preso gli orecchioni.”
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