La Porsche 911 è un mito vivente che ha sedotto moltissimi clienti, tra i quali figurano numerose celebrità. Nello specifico la 991 Carrera RS 2.7 (entrata in produzione nel 1972) è tra le più importanti ed intramontabili versioni esistenti, tanto da essere anche riproposta dalla divisione Heritage di Porsche con la nuova 911 Sportclassic, che ne copia le linee pulite, la doppia gobba su cofano e tetto e, soprattutto, l’alettone a coda d’anatra.
Come se non bastasse essere rievocata dalla casa di Stoccarda nelle vesti della più speciale 992, c’è un esemplare di Porsche 911 Carrera RS 2.7 (su 1.580 prodotti) che rende ancora più onore al modello stesso e alla sua storia.
E’ di colore giallo con la fascia nera sulla minigonna sagomata per la scritta Carrera, il suo anno di immatricolazione è il 1973 e sul suo libretto si legge il nome di Paul Walker.
Il fatto che quest’auto appartenesse all’amatissima star di Fast and Furious, scomparsa nel 2013 dopo un tragico incidente stradale, alza notevolmente il valore di questa 911 Carrera RS 2.7. La quotazione di mercato per questo modello parte da non meno di 300.000 euro (ma con un prezzo di vendita medio di 500.000), quella di Walker, in virtù del passaggio di proprietà, vale tra 1 e 1.2 milioni, almeno secondo la casa d’aste specializzata in auto d’epoca e supersportive Mecum che la batterà a Monterey tra due settimane.
Inizialmente la Porsche 911 Carrera RS 2.7 doveva essere prodotta in solo 500 unità, ma la forte domanda ha fatto innalzare il dato a quota 1.580, rimanendo comunque una rarità oggi come all’ora. La Carrera RS era la stradale più potente della 911, ma soprattutto, essendo la più corsaiola, era leggerissima. I 210 CV del 6 cilindri Boxer da 2.687 cm3 dovevano muovere una massa di 980 kg, realizzata con un grande uso di materiali leggeri come l’alluminio. I 5,9 s necessari per lo 0-100 km/h e la velocità massima di 237 km/h furono sufficienti per convincere Porsche a farla debuttare nel mondo delle corse.
Otto esemplari del 1973 furono destinati al mondo delle competizioni con il nome di Porsche 911 Carrera RSR, forti delle modifiche all’impianto frenante, l’assetto irrigidito, la carrozzeria allargata e gli pneumatici più generosi. Questi, seppur basati sulla medesima carrozzeria della stradale, montavano alcuni elementi aggiuntivi sul propulsore che alzavano la cubatura a 2.8 l, con una potenza complessiva di 308 CV. Ciò permise alla 911 Carrera RSR di vincere la 24 ore di Daytona, la 12 ore di Serbing e la Targa Florio nell’anno del loro debutto.
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